venerdì 8 febbraio 2013

Dietro quell'apparente indifferenza. Il saluto del cardinale Ravasi al Papa (O.R.)



Il saluto del cardinale Ravasi


Dietro quell'apparente indifferenza

«Dal dialogo con la scienza a quello con le arti, dall'approfondimento dei nuovi linguaggi e della comunicazione informatica all'analisi dell'economia e della vita sociale, dall'attenzione alla mistica come sentiero d'altura nel conoscere e nel credere fino all'incontro con la musica nelle sue espressioni classiche e contemporanee, dall'impegno per l'interculturalità alla presenza in quel fenomeno universale che è lo sport e il tempo libero». Sono «i tanti percorsi» che il Pontificio Consiglio della Cultura «ha finora imboccato». Li ha presentati al Papa il cardinale presidente Gianfranco Ravasi all'inizio dell'udienza di stamattina, giovedì 7 febbraio, in occasione nella prima assemblea plenaria dopo l'unificazione del dicastero con la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, sancita da Benedetto XVI col motu proprio Pulchritudinis fidei del 30 luglio 2012.
Il porporato ha parlato al Pontefice dello «straordinario interesse e successo, veramente sorprendente, registrato dal “Cortile dei Gentili”», quindi lo ha informato sul cammino intrapreso «in uno degli orizzonti più complessi e affascinanti, quello delle culture giovanili, un fenomeno non solo cronologico ma anche esistenziale e spirituale». In proposito il cardinale Ravasi ha spiegato che «i giovani registrano caratteristiche omogenee preoccupanti: l'adesione acritica alla virtualità e alla semplificazione dei nuovi media, una logica morale sbrigativa nella quale domina l'emozione immediata, un individualismo pragmatico, o, al contrario, l'imitazione delle mode di massa, un'autoreferenzialità culturale che li isola rispetto alle alle generazioni precedenti, una marginalità economica nella disoccupazione e nel precariato».
Eppure -- ha aggiunto -- «questa loro “diversità” contiene anche semi importanti di fecondità e di autenticità, come la scelta per il volontariato, la passione per la musica, lo sport, l'amicizia, e una loro originale spiritualità, sincerità e libertà, nascoste sotto una coltre di apparente distacco e indifferenza. Per questo -- ha concluso -- la nostra non è solo una compassata analisi della fede nei giovani in senso soggettivo, cioè quale sia la loro fede, ma è anche una fede nei giovani in senso oggettivo, cioè la nostra fiducia in loro, nelle loro potenzialità». Lo testimonia la seduta pubblica inaugurale, svoltasi la sera precedente nell'Aula magna della Libera Università Maria Assunta di Roma, durante la quale si è esibita la giovane rock band italiana The Sun. Alla presenza di numerosi studenti, giunti anche da altri atenei romani, dopo un mini-concerto i musicisti del gruppo hanno raccontato la loro esperienza di conversione.

(©L'Osservatore Romano 8 febbraio 2013)

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