mercoledì 20 febbraio 2013

“Lascio per il bene della Chiesa”: Benedetto XVI affida la Chiesa al Suo Successore (Don Nicola Di Bianco)


Riceviamo e pubblichiamo:

“Lascio per il bene della Chiesa”: Benedetto XVI affida la Chiesa al Suo Successore

 Don Nicola Di Bianco, prof. all'Istituto Teologico Salernitano

* * *

Nel recente Concistoro Benedetto XVI, davanti ai Cardinali riuniti per la canonizzazione dei martiri di Otranto, ha comunicato la Sua “rinuncia” al ministero petrino, chiarendone la motivazione: “lascio per il bene della Chiesa”. La rinuncia ha suscitato molteplici interpretazioni. I commentatori hanno evocato, per lo più, sostantivi appartenenti alla categoria lessicale della governance politica (dimissione, abdicazione, fuga, resa, atto di debolezza, di forza, di magistero, di desacralizzazione, di libertà, …). Non sono mancate interpretazioni tendenziose e dietrologie complottiste con favoleggiamenti sul significato dell’evento. Al di là e al di sopra di ogni considerazione, il gesto del Papa appare in tutta la sua eloquenza una decisione - certamente difficile e tormentata - presa davanti al Suo Signore (“dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio”) nella consapevolezza dei propri limiti (“le mie forze non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”). Il Pontefice è convinto che il ministero petrino a Lui affidato è ben al di sopra e più importante della Sua persona. Benedetto XVI ha interpretato il suo pontificato con tutta umiltà e con spirito di servizio ed ora con lo stesso stile si accinge a restituirlo al Suo Signore per affidarlo al Suo Successore.

* * *

Il Papa, memore delle parole di Gesù rivolte a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18), sa che la Chiesa appartiene al Suo Signore e con un atto di riconoscenza e di gratitudine la riconsegna, arricchita del Suo alto magistero e purificata dal suo mite ma deciso governo, a chi gliela affidata per circa otto anni. Non si tratta di “scendere dalla croce”. Benedetto XVI la croce l’ha accolta con fede e l’ha portata, profondendo tutte le sue energie fisiche, mentali e spirituali per ripulire la Chiesa da scandali e immoralità ed ora lascia che altri con più “vigore, sia del corpo, sia dell’animo” ne continuino a portare il peso. “L’umile lavoratore nella vigna del Signore”, come si definì nel breve discorso pronunciato dalla loggia del Vaticano nel giorno dell’elezione, lascia al Suo successore una Chiesa riformata e, tuttavia, bisognosa di ulteriori riforme.  La rinuncia al pontificato non è uno comodo “scendere dalla croce”, ma un consegnarsi, nel silenzio e nel nascondimento della preghiera, totalmente al suo Dio per invocare sul Suo successore la luce dello Spirito e per continuare a intercedere per la Chiesa universale. Il Suo gesto si richiama a quello dei grandi patriarchi del popolo di Israele, che dopo aver servito Dio nella fedeltà all’alleanza si accingono a benedire la loro discendenza, cui affidano il futuro della fede.

* * *

Ci uniamo alla preghiera di papa Benedetto XVI per chiedere a Dio per la Chiesa universale una guida forte, salda nella fede, audace nell’evangelizzazione, pronta al sacrificio della vita, colma di carità e di misericordia. Il futuro Pontefice dovrà essere scelto nel pieno vigore degli anni, per affrontare le sfide nel mondo di oggi “agitato da questioni di grande rilevanza” e segnato dallo scatenamento delle forze avverse. Dovrà avere una fede salda per rivolgersi a una Chiesa in crisi di fede e a un’umanità senza più fede, ma che ha fame di Dio e di Verità. Dovrà raccogliere la sfida della nuova evangelizzazione per proporre con audacia a tutti (non credenti, fratelli di altre religioni, …) il pellegrinaggio verso la Verità in un mondo “soggetto a rapidi mutamenti”. Dovrà essere pronto al sacrificio della vita per opporsi con coraggio ai nemici esterni ed interni. Dovrà vivere in grado eroico la virtù teologale della carità e riaccogliere con divina misericordia l’umanità, che cammina con nostalgia sulla strada che conduce dalla nostalgia di Dio a una nuova e più convinta adesione alla fede.

Nessun commento: