sabato 16 febbraio 2013

Ratzinger si dimise da cardinale ma Wojtyla lo convinse a restare. Nel 1995 lo scontro con la Curia sugli scandali sessuali (Galeazzi)


Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Ratzinger si dimise da cardinale ma Wojtyla lo convinse a restare

Nel 1995 lo scontro con la Curia sugli scandali sessuali

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Joseph Ratzinger si era già dimesso: nel 1995, da cardinale. 
Quand’era prefetto dell’ex Sant’Uffizio, si scontrò duramente con ministri della Santa Sede e stretti collaboratori di Giovanni Paolo II. Ratzinger voleva subito sanzionare il cardinale Hans Hermann Groer, arcivescovo di Vienna accusato di molestie sessuali, mentre la Curia faceva quadrato a sua difesa. 
Di fronte alle resistenze dei maggiorenti d’Oltretevere, il futuro Benedetto XVI rinunciò all’incarico e decise di lasciare il Vaticano per tornare agli studi teologici e dedicarsi esclusivamente alla preghiera e allo studio. Fu Karol Wojtyla a dissuaderlo «in extremis» dall’abbandono e a convincerlo a proseguire nella sua missione cardinalizia alla Congregazione per la dottrina della fede. Diciotto anni dopo la storia si è ripetuta. Stavolta Ratzinger è sul soglio di Pietro, ma le resistenze curiali alla sua azione riformatrice si sono riproposte con la stessa logica corporativa. 
Ad ostacolare la «purificazione» anti-abusi sono stati, infatti, settori degli episcopati nazionali e del Sacro Collegio, come nella vicenda dell’arcivescovo emerito di Los Angeles, Roger Mahony, reo di aver coperto i preti pedofili della sua diocesi. La linea papale di «tolleranza zero» inciampò quattro mesi fa anche nell’allontanamento imprevisto del pm anti-pedofilia Charles Scicluna, trasferito a fare il vescovo a Malta in seguito a scontri con conferenze episcopali e porporati contrari alla rimozione dei presuli accusati di aver insabbiato abusi. La lotta alla pedofilia nel clero è stato il principale fronte dell’infinito scontro tra Ratzinger e il Sacro Collegio. Una linea di acquiescenza si era affermata dopo il Concilio. Roncalli e Montini ignorarono il dramma che si sviluppava. Con Wojtyla, che arrivava da una realtà dove la Chiesa era stata osteggiata dal regime comunista con ogni mezzo (comprese accuse calunniose di pedofilia) il problema fu ancora sottovalutato. 
L’unico in Curia a difendere le vittime e cercare di rendere loro giustizia era Ratzinger che divenuto Papa ha cambiato il quadro normativo. Nessuna legge statale persegue i rapporti sessuali con i minorenni con la stessa severità, nessuna fa decorrere i termini di prescrizione (10 anni, cioè il doppio che in Italia) al raggiungimento del 18° anno della vittima. Prima i vescovi cercavano di non istruire i processi magari convincendo i sacerdoti pedofili a chiedere la riduzione allo stato laicale per potersi sposare, come accaduto nel caso Kiesle. O coprivano i pedofili perché rei anch’essi degli stessi crimini, come l’ex arcivescovo benedettino Weakland. Quanto ai due casi nei quali Ratzinger fu fermato da Wojtyla (Maciel e Groer), Ratzinger ebbe maggiore percezione delle tremende e impensabili realtà che riguardavano il fondatore di un importante ordine religioso e il cardinale di Vienna rispetto al predecessore. Su Groer, alla fine Wojtyla si convinse, tanto che prima gli affiancò Schoenborn e poi lo confinò in un monastero in Germania. Analogo trattamento Ratzinger (che poté punire Maciel solo dopo l’elezione) ha riservato al cardinale Mahoney (accusato di aver coperto 129 casi), che ha prima affiancato e poi sostituito arrivando infine ad autorizzare il successore, José Gomez, a sollevarlo da tutti gli incarichi e dalle celebrazioni pubbliche. Ora i porporati Mahoney e il primate irlandese Brady parteciperanno al conclave e Ratzinger se ne starà «nascosto dal mondo, in preghiera». Ma nella Cappella Sistina entrerà anche il ratzingeriano Schoenborn, che a Vienna «purificò« la diocesi dagli scandali sessuali del predecessore. Mahoney non può celebrare pubblicamente la messa ma parteciperà all’elezione del Pontefice.

© Copyright La Stampa, 16 febbraio 2013

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Per salvare la sua Polonia ha distrutto la Chiesa Cattolica...non solo Maciel ma anche Greoer e migliaia di altri preti indegni...il suo segretario è pure arcivescovo a Cracovia e Sodano sta sempre lì! Basta, vadano via!

Luisa ha detto...

Dire che Schönborn ha purificato la sua diocesi è un tantino esagerato, forse è vero per la pedofilia, ma non lo è certo per la morale del suo clero!

Anonimo ha detto...

Ci sono da dire 2 cose,una che Groer non ha mai ammesso la sua colpevolezza,nemmeno in punto di morte,l'altra è che leggersi la corrispondenza fra Gomez e Mahony lascia basiti,ma il secondo è potentissimo e l'altro troppo onesto,pagheranno il silenzio,come sempre,660.000.000.di dollaroni alle vittime in 10 anni,et,voilà,les jeux sont faits;anche il card.irlandese dimesso vota e non ha rinunciato al seggio nella camera dei lords,allora chi a chi?Temo eleggeranno un pavonazzo mediatico,tutto verrà messo a tacere Ratzinger si estranea dal mondo(per lui sono contento,che si riposi e si riprenda,per me è tutt'ora una ferita lacerante,il dolore è inconsolabile).Povera chiesa,a meno che questo non sia l'atto finale,come sostiene p.Livio .GR2

Anonimo ha detto...

ti ricordo che il pavonazzo mediatico lo elegge lo Spirito Santo tramite il collegio cardinalizio...e se joseph ratzinger non avesse avuto questa fede profonda sull'intervento divino, avrebbe veramente fatto "per viltà il gran rifiuto"...ma elezioni in conclave sono sempre truccate dall'Alto.

Anonimo ha detto...

Weakland non è un pedofilo, aveva una relazione omosessuale con un amante adulto. E' un fatto acclarato da tempo. Fatto gravissimo, certo, anche il suo, ma non si può continuare a scrivere che era un pedofilo!

Le colpe di Mahoney sono le stesse del card. Law che da tempo ha trovato rifugio in Vaticano. Ricordiamo che esiste una lettera autografa di Law indirizzata ad un vescovo californiano in cui egli gli RACCOMANDA caldamente colui che possiamo definire il peggiore prete pedofilo americano, poi ucciso in carcere, senza fare nessun cenno dei crimini che questo aveva commesso a Boston.

un passante ha detto...

Mi perdoni Luisa, ma credo non ci sia nulla di più amorale di un clero pedofilo

Luisa ha detto...

Lo so, lo so, passante, ma visto la decadenza morale e spirituale del clero in Austria che è già nei fatti, se non ancora a parole, in stato di scisma, con delle situazioni che penso lei conosca, sono i fondamenti stessi della nostra Fede ad essere violati e violentati, per questo dico che se, forse, il crimine atroce di pedofilia è stato arginato, non lo sono la decadenza spirituale e morale.

un passante ha detto...

Come mai questa storia e' stata così poco pubblicizzata sui giornali? Non interessava raccontarla evidentemente. Proviamo ad immaginare cosa sarebbe accaduto con un altro papa a caso e un altro prefetto, immaginiamo se durante il pontificato di Benedetto il suo prefetto della Cdf avesse dovuto minacciare le dimissioni per ottenere l'allontanamento di un pedofilo. Come minimo qualche tuonante e ascoltato vaticanista avrebbe scritto: prefetto gigante e papa piccolo e fragile.

Raffaella ha detto...

eeheheheheheheh Passante!
Dipende tutto da chi e' il Papa e da chi e' il Prefetto!
Nessuna pubblicita' sui giornali (lode a Galeazzi ed a Izzo) e meno che meno in tv. Meglio i gadget...
R.