AIDS: PAPA,INCORAGGIO INIZIATIVE CHIESA PER DEBELLARE FLAGELLO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 28 nov.
"Incoraggio le numerose iniziative che nell'ambito della missione ecclesiale, sono promosse per debellare questo flaggello". Benedetto XVI ha concluso con queste parole un "appello" pronunciato oggi all'Udienza Generale in vista della Giornata Mondiale contro l'Aids, "un'iniziativa delle Nazioni Unite per richiamare l'attenzione - ha detto ai 6 mila fedeli presenti nell'Aula Nervi - che ha causato milioni di morti e tragiche sofferenze umane".
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AIDS: PAPA, TERAPIE IMPEDISCONO CONTAGIO A NEONATI, MA NON SI FANNO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 28 nov.
"Ogni anno un grande numero di bambini contraggono il virus dell'Aids, nonostante vi siano terapie per impedirlo".
Lo ha denunciato Benedetto XVI che ha lanciato un "appello" all'Udienza Generale, in vista della Giornata Mondiale contro l'Aids. Il "mio pensiero va a loro", ha affermato il Papa, ricordando che le difficolta' nella lotta all'Aids sono "accentuate nelle regioni piu' povere del mondo, che con grande difficolta' possono accedere a farmaci efficaci". Papa Benedetto XVI ha piu' volte espresso pubblicamente il proprio apprezzamento in particolare per il programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition) della Comunita' di Sant'Egidio, un progetto finalizzato proprio a impedire il contagio tra le madri sieropositive e i feti. Incontrando in Cameroun nel 2009 gli operatori della Comunita' esclamo' ad esempio: "DREAM e' un sogno diventato realta'".
Gia' alla fine degli anni '90, la Comunita' di Sant'Egidio ha avviato DREAM in Mozambico e successivamente in altri 9 paesi africani, mentre le principali agenzie internazionali e molte ONG puntavano su un approccio esclusivamente preventivo, cercando cioe' di ridurre il numero dei nuovi infetti e consideravano le terapie farmacologiche per l'AIDS come un approccio irrealistico, solo un sogno appunto. Ed e' stato, confidano i volontari, "davvero come un 'sogno': rendere disponibili terapie e tecnologie gia' sperimentate nel mondo ricco in Africa". Numerosi studi hanno dimostrato, raccontano ancora i volontari della Comunita' di Sant'Egidio, che i pazienti africani sono molto aderenti alle cure e che sono perfettamente in grado di seguire una terapia complessa come quella per l'Aids, che rappresenta "non solo una patologia di interesse sanitario, ma anche una condizione che aggrava le criticita' gia' esistenti nella vita del malato e della sua famiglia e ne crea di nuove: il paziente africano infatti e' spesso donna, ad alto rischio d'insicurezza alimentare, di limitata cultura e dalle scarse difese sociali, afflitta da altre condizioni morbose, quali malaria e tubercolosi; oppure bambino, cui spesso e' negato anche il diritto al nome ed al riconoscimento anagrafico, o l'accesso all'istruzione".
Non serve dunque solo una terapia antiretrovirale, ma anche tutto il complesso di misure e interventi che possono renderla possibile ed efficace: educazione alla salute dei pazienti, sostegno nutrizionale, diagnostica avanzata (DREAM ha realizzato 20 laboratori di analisi cliniche e biologia molecolare), formazione del personale.
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