Riservata ai giovani detenuti la messa «in cena Domini» che sarà celebrata dal Pontefice a Casal del Marmo
In attesa del padre
Un dono straordinario quello che si preparano a ricevere i 49 ragazzi ospiti dell'istituto di pena minorile romano Casal del Marmo, dove Papa Francesco si recherà nel pomeriggio di Giovedì Santo, 28 marzo, per celebrare la messa in cena Domini. «Una scelta simbolica con la quale il Santo Padre ha voluto iniziare il suo pontificato -- aveva dichiarato nei giorni scorsi il guardasigilli italiano Paola Severino commentando la notizia -- dando spazio ai poveri, ai deboli, a chi sta in carcere, soprattutto in un carcere minorile, dove veramente si raccoglie tutto il dolore e la capacità della società di rifiutare alcune categorie di persone. È un vero e proprio atto di amore e come tale lo accogliamo».
Anche la responsabile del dipartimento per la Giustizia Minorile, Caterina Chinnici, ha voluto sottolineare l'alto significato del gesto del Pontefice, che certamente -- ha detto -- si tradurrà in uno stimolo di riflessione per l'intera collettività. Sulla stessa linea l'ispettore generale dei cappellani delle carceri, don Virgilio Balducchi: «È un segnale forte che testimonia l'attenzione e la sensibilità di questo Papa ai problemi del mondo della giustizia. Una notizia che ci apre il cuore e che speriamo apra il cuore anche ai politici, affinché si rendano conto dell'emergenza carceri e si riesca a fare qualcosa di concreto per uscirne» ha dichiarato.
Forse il sovraffollamento, cui faceva evidentemente cenno don Balducchi, è l'unico dei problemi delle carceri italiane che non riguarda da vicino il complesso di Casal del Marmo, la seconda struttura penale per minori nel Paese quanto a dimensioni. «I problemi sono altri -- ha detto al nostro giornale la direttrice Liana Giambartolomei -- anche perché la popolazione carceraria minorile in Italia non supera le 480 unità. Le difficoltà sono piuttosto quelle che derivano dalle povertà del mondo, che immancabilmente si riflettono tra queste mura, soprattutto quando queste povertà fanno scivolare l'individuo verso comportamenti illegali. L'ambiente di un carcere minorile poi è molto vario e complesso. Qui ci sono ragazzi provenienti da diverse parti del mondo, che hanno età a volte neppure definibili in mancanza di documenti certi. Hanno storie difficili alle loro spalle, anche se giovani tra i 14 e i 21 anni; ma hanno varcato la soglia della legalità e dunque devono ora essere rieducati e recuperati per la società, rispettando comunque il loro percorso evolutivo».
Il clima di attesa nell'istituto è gioioso. Non si aspettavano certamente una visita tanto importante. Soprattutto non si aspettavano di essere così improvvisamente entrati nel cuore del Papa che ancora non conoscono. «L'entusiasmo dei ragazzi -- ci ha detto la direttrice -- è da legarsi proprio al fatto che si sentono protagonisti di una giornata storica. Del resto, è proprio quello che ha voluto Papa Francesco. Ci ha chiesto espressamente che non ci fosse nessuno oltre ai ragazzi. Vuole essere certo che sappiano che egli viene solo per loro, perché li ama, li porta nel cuore e li considera importanti, tanto importanti». Un'operatrice della Caritas all'interno della struttura racconta che uno di loro, appresa la notizia, ha esclamato: «Finalmente conoscerò qualcuno che dice di essere mio padre!».
Naturalmente tra annuncio e visita è passato così poco tempo da non consentire di fare grandi cose per accogliere il Papa. Ma forse è meglio, dicono i responsabili, «perché così vedrà la realtà vera di Casal del Marmo». Si tratta di una struttura di circa 12.000 metri quadrati, suddivisa in tre edifici, uno riservato alle donne e due agli uomini, a loro volta divisi per fasce d'età. Vaste aree sono dedicate alla formazione. Si tratta di laboratori di sartoria per le ragazze, di tappezzeria, falegnameria e addirittura di pizzeria per i ragazzi. Non mancano sale riunioni, sale gioco e un'attrezzata palestra.
È proprio nella palestra che avverrà l'incontro più familiare con Papa Francesco, al termine della celebrazione della messa nella cappella dedicata al Padre Misericordioso. Il Papa donerà a ciascuno una colomba e un uovo di cioccolato. Da parte loro i giovani stanno preparando una festosa accoglienza. Ci sono diverse iniziative in cantiere. L'unica nota al momento è il dono che hanno preparato i ragazzi che frequentano il laboratorio di falegnameria, uno dei quattro curati dalla Caritas. Hanno realizzato un manufatto in legno, in linea con la più pura tradizione francescana. Vuole essere un omaggio «alla semplicità e all'umiltà testimoniate da Papa Francesco» come spiega la coordinatrice del laboratorio Stefania di Francesco.
(©L'Osservatore Romano 27 marzo 2013)
Il cappellano dell'istituto di pena minorile racconta il fervore dei giovani
Per non perdere la speranza
C'è un gran fervore nell'istituto di Casal del Marmo in queste ore di attesa per l'arrivo del Papa. Sensazioni nuove per i giovani ospiti, anche se la struttura è già stata meta di due visite di un Pontefice: nel 1980 vi si recò Giovanni Paolo II e nel 2007 Benedetto XVI.
Padre Gaetano Greco, religioso dei terziari cappuccini dell'Immacolata, cappellano dell'istituto da oltre trent'anni, non smette di ripetere il suo «grazie infinito a Papa Francesco» per l'aiuto che certamente «la sua visita darà -- dice convinto -- anche al mio lavoro quotidiano accanto a questi ragazzi».
Racconta dell'incredulità che ha assalito gli operatori nell'apprendere la notizia dell'arrivo del Papa. «Non ha fatto neppure in tempo a insediarsi come vescovo di Roma -- afferma con un'espressione tra l'ammirazione e lo stupore -- che già si reca tra i più umili, tra gli ultimi della sua diocesi. Sarà pure vero che è abituato a fare così, avendolo sempre fatto durante il suo ministero pastorale a Buenos Aires, ma per noi sacerdoti romani resta un grande insegnamento».
Non nasconde che, almeno inizialmente, è rimasto un po' perplesso, «perché -- spiega al nostro giornale -- tra i nostri ospiti solo otto sono italiani, sei maschi e due donne. Gli altri sono tutti stranieri. E la maggior parte sono musulmani. Alcuni poi non hanno alcun credo religioso. Dunque molti di loro non sanno neppure chi sia il Papa. La nostra è una popolazione molto eterogenea e anche molto provvisoria. Non restano a lungo nell'istituto, dunque è difficile fare un lavoro pastorale duraturo nel tempo. Qui si tratta di accompagnarli in un momento molto difficile della loro esistenza, di far conoscere loro Gesù e la sua infinita misericordia, di riaccendere la loro speranza con una fiammella di fede».
Anche per questo, spiegare loro l'importanza della visita del Papa non è stato facile. «Mi è venuto in soccorso -- confida il cappellano -- un giovane napoletano che è qui da un po'. Li avevo radunati tutti per cercare di far capire soprattutto il significato del gesto del Pontefice, che è un gesto d'amore nei loro confronti. Sono rimasto per un attimo sconsolato dai primi sguardi privi di espressione o al più incuriositi dal mio entusiasmo. Poi il nostro amico ha rotto quel silenzio con la più classica delle espressione napoletane: «Maronna mia, o Papa accà!» e si è messo le mani nei capelli con il volto che tradiva emozione frammista a felicità. È stato in quel momento che tutti gli altri, vedendo il suo stupore, hanno capito che doveva trattarsi di qualcosa di veramente straordinario e hanno cominciato a farmi domande. A poco a poco ho visto crescere l'entusiasmo. E da quel momento non si è più spento».
Certamente quella del Pontefice è una scelta «che offrirà ai ragazzi non solo l'occasione di incontrare la persona che tutti vorrebbero incontrare -- aggiunge il cappellano -- ma che darà loro un'emozione grande, tale da segnare per sempre la loro vita. Resterà, ne sono certo, come un segno positivo nella loro storia». Padre Greco è forte dell'esperienza vissuta nel 2007, quando in visita arrivò Benedetto XVI.
«Anche quella volta -- ricorda -- eravamo in Quaresima. Era il 18 marzo, iv domenica del tempo quaresimale. E anche allora il Papa celebrò la messa e poi incontrò i giovani. Per molti di loro quell'incontro costituì un supplemento di ottimismo e di speranza per affrontare e superare il tempo della pena e per affrontare un futuro che sapevano incerto. L'auspicio è che anche per questi nostri giovani di oggi l'incontro con Papa Francesco segni l'inizio di una vita nuova, aperta alla speranza». (mario ponzi)
(©L'Osservatore Romano 27 marzo 2013)
13 commenti:
Confermo il mio sconcerto a proposito della decisione del Vescovo di Roma per la Messa che ricorda l`istituzione dell`Eucaristia e del Sacerdozio.
Aggiungo che dovrò, dovremo, aspettarci ancora molte sorprese, Zenit stamattina pubblica le parole che Jorge Bergoglio ha pronunciato nel suo intervento durante la Congregazione Generale, è il cardinale di Cuba a rivelarle, con il permesso del nuovo Papa.
http://www.zenit.org/it/articles/le-parole-di-papa-francesco-prima-di-essere-eletto-pontefice
Buongiorno Raffaella,
stavolta sono proprio contento che NON ci sia una diretta tv: cosi' l'apoteosi mediatica non ha di che triturare un momento cosi' sacro.
Fra l'altro si tratta di minorenni e divulgare le loro immagini avrebbe potuto creare problemi. E poi il fatto già è stato abbastanza divulgato ed elogiato che il suo bell'impatto è stato ottenuto. Eufemia
Vedra che le immagini arriveranno ;)
Quanto è cattolico non riconoscere il Papa? Benedetto vi ha insegnato a non riconoscere il suo successore?
Di chi stai parlando?
R.
Ad alcuni commentatori.
"...ci sono due immagini della Chiesa: la Chiesa evangelizzatrice che diffonde “Dei Verbum religiose audiens et fidenter proclamans” e la Chiesa mondana che vive in sè e per sé stessa. Questa analisi dovrebbe far luce sui possibili cambiamenti e sulle riforme che devono essere fatte per la salvezza delle anime."
Questo è un programma stupendo, cara Luisa, non capisco perché ti sconcerta.
gianni
Zenit è l'agenzia dei Legionari di Cristo. Che già hanno fatto sapere che si aspettano la conferma di Velasio De Paolis.
Adesso voglio leggere tutte gli interventi di tutti i cardinali nelle Congregazioni Generali.
Voglio leggerli perché voglio poter decidere io chi ha detto le cose più intelligenti.
Voglio leggerli perché anch'io "sono Chiesa".
O continuiamo ad ammannire a noi, poveri laici frustrati, solo le lagne del Magistero?
Non era cambiato il vento, non c'era stata una svolta, non si respirava, finalmente, un'aria nuova?
Sarebbe questa la novità?
Solo l'intervento del Pontefice in pecctore?
Con la Messa in Coena Domini ha inizio il triduo Pasquale, cuore dell'anno liturgico e noi non vediamo nulla perché il luogo impone giusta riservatezza. Il gesto è bello, ma la scelta del giorno mi lascia perplessa.
Benedetto ci ha insegnato in primis a riconoscere e seguire Uno che sta al centro di tutto e che poco osannato dai suoi tempi e' morto in croce . Poi ci ha insegnato a riconoscere il Papa come Pietro, e se non ce lo ricordassimo non saremmo nemmeno qui a commentare ma c'è ne saremmo già andati da un po'. Poi in un blog esiste la libertà di pensiero
ma quando fino a tutto il pontificato di Giovanni XXIII i papi pontificavano nella cappella Sistina alla presenza del ristretto club di cardinali, corpo diplomatico e nobiltà romana? Tutto questo pio scandalo per il fatto che il papa non pontifichi per la gioia del popolo dei telespettatori mi lascia interdetto. Ma non ce l'avete una parrochia?
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