mercoledì 28 novembre 2012

Crisi, Cei: la scuola italiana non è indenne. Ora di religione, i vescovi: avvalersi per non tradire la scuola. Figli incesto, Forum Famiglie: il Parlamento sbaglia (Izzo)


CRISI: CEI, SCUOLA ITALIANA NON E' INDENNE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 nov. 

Attraversiamo "un tempo di crisi che investe la vita di tutti. Anche la scuola e i contesti educativi, come la famiglia e la comunita' ecclesiale, sono immersi nella medesima congiuntura". 
Lo scrivono vescovi italiani nell'annuale messaggio sull'Insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. "Insieme e sotto la guida di Benedetto XVI, animati dallo Spirito Santo che abita e vivifica ogni tempo, vogliamo ribadire con convinzione - affermano i presuli - che la speranza non delude".
"Sono proprio i giovani - ricordano citando il Papa - che con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo. Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non e' solamente un'opportunita', ma un dovere primario di tutta la societa', per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace".
Benedetto XVI ci chiede, ricorda il messaggio della Cei, "di comunicare ai giovani l'apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene".
 "Noi vescovi - affermano i membri della presidenza Cei, cioe' il presidente cardinale Angelo Bagnasco, il segretario generale, monsgnor Mariano Crociata, e i presuli vice presidenti Cesare Nosiglia, Gualtiero Bassetti e Angelo Spinillo - vogliamo anzitutto ascoltare le domande che vi sorgono dal cuore e dalla mente e insieme con voi operare per il bene di tutti. Lo abbiamo fatto - assicurano - nel redigere le nuove indicazioni per l'Irc nella scuola dell'infanzia, del primo e del secondo ciclo, con l'impegno di sostenere una scuola a servizio della persona".
"Siamo persuasi - concludono i vescovi italiani - che la scuola sara' se stessa se portera' le nuove generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione". 

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ORA DI RELIGIONE: VESCOVI, AVVALERSI PER NON TRADIRE LA SCUOLA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 nov. 

"La scuola sara' se stessa se portera' le nuove generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione". Lo scrivono i vescovi italiani nel tradizionale messaggio agli studenti e alla famiglie affinche' confermino nelle iscrizioni per l'anno prossimo la volonta' di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche.
"Cari genitori, studenti e docenti, ci rivolgiamo a voi - scrivono i vescovi - consapevoli che l'Irc  un'opportunita' preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell'infanzia fino ai differenti percorsi del secondo ciclo e della formazione professionale, perche' siamo convinti che si puo' trarre vera ampiezza e ricchezza culturale ed educativa da una corretta visione del patrimonio cristiano-cattolico e del suo peculiare contributo al cammino dell’umanita'".
Il messaggio, firmato dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, dal segretario generale, monsgnor Mariano Crociata, e dai presuli vice presidenti Cesare Nosiglia, Gualtiero Bassetti e Angelo Spinillo, definisce l'ora di religione una "preziosa opportunita'" di cui avvalersi nel prossimo anno scolastico.
Per la presidenza Cei, "l'Irc, oggi come in passato, aiutera' la scuola nel suo compito formativo e culturale facendo emergere gli interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l'uomo e la donna, sulla nascita, sul lavoro, sulla sofferenza, sulla morte, sull’amore, su tutto cio' che e' proprio della condizione umana".
"I giovani - ricordano i vescovi italiani - domandano di essere felici e chiedono di coltivare sogni autentici. E l'Irc a scuola e' in grado di accompagnare lo sviluppo di un progetto di vita, ispirato dalle grandi domande di senso e aperto alla ricerca della verita' e alla felicita', perche' si misura con l'esperienza religiosa nella sua forma cristiana propria della cultura del nostro Paese". 

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FIGLI INCESTO: FORUM FAMIGLIE, SI VOLEVA TUTELARLI, PARLAMENTO SBAGLIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 nov. 

"Respingendo la proposta di stralciare la norma sui figli nati da rapporti incestuosi o violenti il Parlamento ha scelto di non ascoltare le tante voci che si erano levate dalla societa' civile, dalla cultura, dal mondo degli operatori sociali, dalle associazioni di tutela dei minori". Lo sottolinea il Forum delle Famiglie in una nota che denuncia la pericolosita' del "potenziale riconoscimento della genitorialita' di chi ha avuto rapporti incestuosi". Per l'organismo che coordina le associazioni familiari, si trattava di tutelare i figli che sono vittime insieme alle madri violentate.
"In democrazia, si sa, vince la maggioranza, e questo possiamo accettarlo", sottolinea il Forum, per il quale pero' non si puo' accettare "l'irresponsabile applauso con cui la Camera ha accolto l'esito della votazione". "Una vergogna - rileva la nota - di cui avremmo fatto volentieri a meno". In ogni caso, il voto di oggi "conferma che questa classe dirigente, tranne lodevoli eccezioni, non e' piu' capace di ascoltare il Paese". 

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Attenzione,la norma passata in silenzio,è una porta spalancata verso la depenalizzazione di tutti i reati a sfondo sessuale,ivi compresi rapporti con minori,consanguinei,stupri ed altro,si va verso un pansessualismo di stato che è un portone spalancato per il riconoscimento delle coppie omo et alia.Dov'erano i cosiddetti 'cattolici' in parlamento?Mi risulta che,salvo 2 o 3 casi abbiano votato a favore,pensiamoci bene alle prossime elezioni,di cattolici in politica ce ne sono pochissimi,tutti gli altri che si definiscono tali mirano solo ad una poltrona,anche in ultima fila,meditate,gente e svegliatevi.....