domenica 25 novembre 2012

Il Papa ai cardinali: non lasciarsi affascinare dalla logica del potere. Gesù non volle essere difeso con le armi (Izzo)


PAPA: AI CARDINALI, NON LASCIARSI AFFASCINARE DA LOGICHE POTERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov. 

"Essere discepoli di Gesu' significa non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la luce della verita' e dell'amore di Dio". Benedetto XVI lo ha ricordato questa mattina nella Basilica Vaticana, celebrando la messa con i nuovi cardinali, creati ieri nel suo quinto Concistoro: James Michael Harvey, nuovo arciprete della Basilica di San Paolo;  Bechara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei Maroniti in Libano;  Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei  Siro-Malankaresi in India; John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja in Nigeria;  Ruben Salazar Gomez, Arcivescovo di Bogota' in Colombia; Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila  nelle Filippine.
Ai nuovi cardinali ieri il Papa aveva detto che la Chiesa "e' Cattolica in quanto Cristo abbraccia nella sua missione di salvezza l'intera umanita', al di la' di ogni particolarismo etnico, nazionale e religioso".
"A voi, cari e venerati fratelli Cardinali, penso in particolare a quelli creati ieri - ha scandito Papa Ratzinger nell'importante omelia di questa mattina - viene affidata questa impegnativa responsabilita': dare testimonianza al regno di Dio, alla verita'". 
"Cio' significa - ha spiegato - far emergere sempre la priorita' di Dio e della sua volonta' di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze". 
"Fatevi imitatori di Gesu', il quale - ha ricordato il Pontefice  teologo - davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all'estremo, donando la propria vita per le persone amate".
All'inizio del rito, e' stato il neocardinale James Harvey, fino a venerdi' scorso prefetto della Casa Pontificia, il quale ha reso omaggio all'impegno di Benedetto XVI nel guidare la Chiesa: la sua, ha detto, e' "una lezione
 vivente attestante che la teologia piu' profonda non e' quella  articolata a tavolino, ma quella elaborata stando in ginocchio".
"Nell'accettare il cardinalato - ha poi aggiunto a nome di tutti e sei i nuovi porporati - ci impegniamo con piena volonta' ad essere operatori perseveranti e responsabili della Nuova Evangelizzazione".
Alla celebrazione assistono i  cardinali e vescovi della Curia Romana e le delegazioni dei paesi di origine dei neo cardinali. Per il Libano il presidente Michel Sleiman con la consorte; per le Filippine il vicepresidente Jejomar Binay, per l'India il presidente del Parlamento, P.J. Kurien, per la Nigeria il senatore David Mark con il seguito.

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PAPA: GESU' NON VOLLE ESSERE DIFESO CON LE ARMI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov. 

Deve essere bandita dai cristiani la tentazione di sguainare le spade, nella quale cadde anche San Pietro al momento dell'arresto di Gesu'.
"Egli - ha ammonito il Papa nell'omelia della messa concelebrata in San Pietro con i 6 nuovi cardinali 'creati' ieri - non vuole essere difeso con le armi, ma vuole compiere la volonta' del Padre fino in fondo e stabilire il suo regno non con le armi e la violenza, ma con l'apparente debolezza dell'amore che dona la vita".
"Il regno di Dio - ha ricordato il Pontefice - e' un regno completamente diverso da quelli terreni.
Ed e' per questo - ha spiegato nell'omelia - che davanti ad un uomo indifeso, fragile, umiliato, come e' Gesu', un uomo di potere come Pilato rimane sorpreso; sorpreso perche' sente parlare di un regno, di servitori. E
pone una domanda che gli sara' sembrata paradossale: 'Dunque tu sei re?'".
"Che tipo di Regno?", si e' chiesto Joseph Ratzinger che proprio in questi giorni ha pubblicato il libro 'L'infanzia di Gesu'' che completa la trilogia su "Gesu' di Nazaret" e prende le mosse proprio dalla domanda di Pilato su chi fosse Gesu'.
"E' chiaro - ha rilevato - che si tratta di un Regno fondato sulla relazione con Dio, con la verita', e non di un regno politico. Con il suo sacrificio, Gesu' ci ha aperto la strada per un rapporto profondo con Dio: in Lui siamo diventati veri figli adottivi, siamo resi cosi' partecipi della sua regalita' sul mondo".
In proposito il Pontefice ha allargato la sua riflessione alla "seconda venuta di Gesu' per giudicare gli uomini e stabilire per sempre il regno divino". 
L'Apocalisse, ha detto, "ci ricorda che la conversione, come risposta alla grazia divina, e' la condizione per l'instaurazione di questo Regno. 
E' un forte invito - ha concluso - rivolto a tutti e a ciascuno: convertirsi sempre di nuovo al regno di Dio, alla signoria di Dio, della Verita', nella nostra vita. 
Lo invochiamo quotidianamente nella preghiera del 'Padre nostro' con le parole 'Venga il tuo Regno', che e' dire a Gesu': Signore facci essere tuoi, vivi in noi, raccogli l'umanita' dispersa e sofferente, perchein Te tutto sia sottomesso al Padre della misericordia e dell'amore". 

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