Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
lunedì 26 novembre 2012
Nel regno dell’amore che serve. Benedetto XVI celebra la messa con i nuovi cardinali (O.R.)
Benedetto XVI celebra la messa con i nuovi cardinali
Nel regno dell’amore che serve
E nell’udienza ai porporati nuovo appello per la pace in Medio Oriente e in Colombia
Pace nel rispetto dell’altro in Medio Oriente, giustizia e riconciliazione in Colombia.
Ai nuovi cardinali creati nel Concistoro di sabato 24 novembre il Papa ha affidato le sue preoccupazioni per la difficile situazione della regione mediorientale e per i futuri sviluppi del cammino di pacificazione sociale che si sta facendo strada nel Paese latinoamericano.
Durante l’udienza di lunedì mattina — all’indomani della messa celebrata nella basilica di San Pietro nella solennità di Cristo Re dell’universo — Benedetto XVI si è rivolto ai sei porporati, accompagnati dai familiari e dai fedeli, lanciando «ancora una volta un appello pressante» per la pace in Medio Oriente. Dove i cristiani — ha auspicato — «devono poter vivere liberamente la propria fede». E dove, perciò, è necessaria una riconciliazione stabile e duratura basata «su un autentico rispetto dell’altro». Anche per la Colombia il Pontefice ha assicurato la sua preghiera, auspicando che «gli amati figli e figlie» del Paese «avanzino in pace e concordia lungo le vie della giustizia, della riconciliazione e della solidarietà».
Del resto — come aveva sottolineato all’omelia della messa presieduta domenica mattina con i neo cardinali — «i regni della terra sorgono e cadono», ma il regno di Dio «non tramonta mai e non sarà mai distrutto». Perché esso «non risponde alla logica del dominio e della forza», ma a quella «della verità e dell’amore». Gesù infatti «è venuto per rivelare e portare una nuova regalità» e «per rendere testimonianza alla verità di un Dio che è amore e che vuole stabilire un regno di giustizia, di amore e di pace».
Ecco perché «essere discepoli di Gesù — ha ricordato Benedetto XVI — significa non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la luce della verità e dell’amore di Dio». Una «responsabilità impegnativa» per tutti i fedeli, tanto più per i nuovi cardinali, chiamati a «far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze». Da qui l’esortazione del Papa: «Fatevi imitatori di Gesù, il quale, davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all’estremo, donando la propria vita per le persone amate».
Anche all’Angelus, recitato in piazza San Pietro al termine della messa di domenica, il Pontefice ha riproposto ai credenti l’invito «a prolungare l’opera salvifica di Dio convertendoci al Vangelo, ponendoci con decisione al seguito di quel Re che non è venuto per essere servito ma per servire e per dare testimonianza alla verità».
(©L'Osservatore Romano 26-27 novembre 2012)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento