venerdì 8 febbraio 2013

Cordoglio del Papa per la morte del cardinale Giovanni Cheli: aveva 94 anni


Cordoglio del Papa per la morte del cardinale Giovanni Cheli: aveva 94 anni

Si è spento nella notte a Roma il cardinale Giovanni Cheli, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti: aveva 94 anni. Le esequie saranno celebrate domani alle 17.00 nella Basilica di San Pietro dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Il Papa, in un telegramma inviato a mons. Francesco Ravinale, vescovo di Asti, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa del porporato, definito “zelante pastore, fedele al Vangelo e alla Chiesa”. Benedetto XVI ricorda “con animo grato la preziosa e solerte collaborazione da lui prestata per tanti decenni alla Sede Apostolica”. Il cardinale Cheli – scrive il Papa – “lascia la testimonianza di una vita spesa nell’adesione coerente e generosa alla propria vocazione, quale sacerdote sollecito per le necessità dei fedeli, specialmente per la formazione cristiana della gioventù”.

Il porporato era nato a Torino il 4 ottobre 1918. Ordinato sacerdote nel 1942 ad Asti, inizia la sua attività pastorale nel Seminario diocesano come prefetto di disciplina e professore di francese, storia e matematica. Gli viene affidato contemporaneamente anche il compito di assistente diocesano del settore giovanile dell'Azione Cattolica e di viceparroco festivo nel paese di Isola d’Asti.

Nel 1946 è inviato a Roma per perfezionare gli studi di Teologia alla Pontificia Università Lateranense. Assegnato come cappellano delle Suore della Misericordia di Verona, nel popoloso quartiere Prenestino, nel tempo lasciatogli libero dai corsi universitari svolge un intenso lavoro pastorale nella Cappella dell’Istituto del Sacro Cuore, che fungeva da chiesa succursale della Parrocchia di Sant’Elena. Oltre alle lunghe ore consacrate al confessionale e alla predicazione al popolo, si dedica in modo particolare alla gioventù, formando un nutrito gruppo di chierichetti e il XX Reparto Scout dell'Asci.

Conseguita la licenza in teologia e, su richiesta del proprio vescovo, la laurea in Diritto Canonico, rientra in Diocesi. In seguito viene chiamato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica per il servizio diplomatico della Santa Sede. Nel 1952 è inviato alla nunziatura apostolica in Guatemala in qualità di addetto. Pur dando tutto lo spazio necessario al lavoro della rappresentanza pontificia, si dedica alla formazione religiosa dei giovani e dà vita a varie iniziative in loro favore tra cui quella degli Scout cattolici. Insegna inoltre all’Università Cattolica Santa Maria, fondata in quegli anni dai Gesuiti. Nel 1955, già segretario, passa alla nunziatura di Spagna, dove rimane fino al 1962.

Nel settembre di quell’anno viene trasferito alla nunziatura apostolica in Italia e nel 1967 viene chiamato al Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa dove, per sei anni, è stretto collaboratore dell'allora segretario di quella Sezione della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Agostino Casaroli, con il compito di condurre le trattative fra la Santa Sede e alcuni Paesi dell'Est. Nel 1973 è nominato osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e, l’8 settembre 1978, arcivescovo titolare di Santa Giusta e primo nunzio apostolico presso quell’Organizzazione Internazionale. Riceve la consacrazione episcopale il 16 settembre dello stesso anno. Otto anni dopo, nel settembre 1986, viene richiamato a Roma come pro-presidente della Pontificia Commissione per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti divenuta poi, con la Costituzione Apostolica «Pastor Bonus» del 1988, Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e degli Itineranti. Diventa così il primo presidente di quel nuovo Dicastero della Santa Sede. Il 21 ottobre 1988 è creato cardinale da Giovanni Paolo II. Presidente emerito del dicastero dei migranti dall’ottobre del 1998, si dedica attivamente a varie attività pastorali e di studio. È insignito dell'Ordine di Isabella la Cattolica; di commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e della "Verdienstkreuz" della Repubblica Federale di Germania.

Con la sua morte, il Collegio cardinalizio risulta ora composto da 209 porporati, di cui 118 elettori e 91 non elettori.

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