mercoledì 6 febbraio 2013

Il no dell'arcivescovo Welby ai matrimoni omosessuali (O.R.)

Dichiarazioni del primate anglicano in vista del voto in Gran Bretagna

Il no dell'arcivescovo Welby ai matrimoni omosessuali


Nottingham, 5. «Non ho idea di come andrà il voto e non ho intenzione di fare ipotesi. Ribadisco la mia posizione e il mio sostegno alla Chiesa di Inghilterra, come ho sempre fatto nel corso degli ultimi mesi e in occasione della mia nomina». Lo ha affermato alla stampa britannica il neo arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, alla vigilia del voto sulla legge che introdurrebbe i «matrimoni» omosessuali in Gran Bretagna, sostenuta dal premier conservatore David Cameron. Justin Welby ieri è ufficialmente entrato nelle funzioni di arcivescovo di Canterbury, in attesa dell'intronizzazione che avverrà il 21 marzo.

Cameron è pronto a usare i voti del partito liberaldemocratico, suo alleato in coalizione, e di quello laburista, all'opposizione, per ottenere un sì a una legislazione alla quale sono contrari quasi 200 parlamentari tories. Anche la Chiesa cattolica, insieme alla Comunione anglicana, ha condotto una lunga battaglia contro le nuove norme, diffondendo in ogni parrocchia cartoline che i fedeli potevano usare per chiedere ai parlamentari della loro circoscrizione elettorale di votare no al “Gay Marriage Bill”, come è denominata la legge. I vescovi hanno anche diffuso un opuscolo tra i parlamentari che spiegava le ragioni della loro opposizione. Durante la messa celebrata domenica scorsa, l'arcivescovo di Southwark, monsignor Peter David Gregory Smith, ha chiesto preghiere affinché la legge non sia approvata. Parlando al quotidiano britannico «Daily Telegraph», l'arcivescovo Smith ha spiegato che la «definizione di matrimonio come unione di un uomo e una donna precede sia lo Stato che la Chiesa e nessuna di queste due istituzioni ha il diritto di cambiarla». L'arcivescovo di Canterbury domenica scorsa è intervenuto anche in merito al crollo finanziario che ha colpito gran parte dei mercati. Durante un intervento tenuto presso la chiesa evangelica Trent Vineyard Church, vicino a Nottingham, ha spiegato che la crisi potrebbe essere una grande opportunità per favorire l'evangelizzazione. Per Welby, quanto accaduto a livello internazionale ha letteralmente «abbattuto gli idoli» ai quali l'intera società britannica si è riferita per decenni, e potrebbe aprire la strada a un ritorno più autentico al cristianesimo. «L'attuale stato d'animo del Paese -- ha spiegato Welby -- offre alla Chiesa la più grande occasione dalla seconda guerra mondiale ad oggi». I commenti di Welby sull'attuale crisi economico-finanziaria annunciano un cambiamento di direzione della Comunione anglicana, con una spinta più esplicita a conquistare nuovi fedeli piuttosto che a essere percepita come una semplice gestione del declino. L'arcivescovo di Canterbury ha spiegato che «i cristiani non dovrebbero provare vergogna di parlare apertamente della loro fede. La Chiesa dovrebbe «afferrare l'opportunità» che offre un ruolo sociale in espansione, attraverso le scuole e iniziative come le banche alimentari, per diffondere il messaggio cristiano. La crisi economica -- ha concluso -- ha avuto un effetto devastante e potrebbe anche aprire la strada al cambiamento sociale. Penso che questa sia la più grande occasione per la Chiesa»..

(©L'Osservatore Romano 6 febbraio 2013)

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