«Nihil amori Christi praeponere» (Maria Luisa Minelli)
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3 commenti:
Fabiola
ha detto...
Io c'ero alla prima Udienza di Benedetto. Era il 27 aprile 2005. Una radiosa giornata di sole, il cielo più bello che Roma possa riservare e quell'uomo, conosciuto da decenni, attraverso le sue parole e i suoi scritti, così decisivo per la mia povera fede, ora "nuovo", bianco e quietamente lieto: Pietro. C'era poca gente e mi illudo di aver incontrato il suo sguardo. Ci parlò del nome che aveva scelto: Gratia Benedictus et nomine. Mercoledì, un altro 27, febbraio questa volta, sarò, a Dio piacendo, all'ultima Udienza. Questa volta saremo moltissimi. Credo. Prego che avverta un'onda di amore e di fede, a Cristo e alla Chiesa. Prego che le mie lacrime siano colme di speranza e non solo di rimpianto. Per il Papa della Spe Salvi. Bisogna che sappia che qualcosa (moltissimo) di lui resterà: ciò che ha seminato nelle nostre anime. E', ancora, da lui che l'ho imparato.
Non invidiarci, carissimo Passante, sentiti uno di noi. In questo blog io ho imparato tantissimo da te, assai più che da altri fratelli nella fede. Il distacco da chi si ama è (e sarà) dolorosissimo anche per noi. Sosteniamoci e sii certo che il Signore ama la tua splendida onestà intellettuale. Cioé ama tutto di te.
3 commenti:
Io c'ero alla prima Udienza di Benedetto.
Era il 27 aprile 2005. Una radiosa giornata di sole, il cielo più bello che Roma possa riservare e quell'uomo, conosciuto da decenni, attraverso le sue parole e i suoi scritti, così decisivo per la mia povera fede, ora "nuovo", bianco e quietamente lieto: Pietro. C'era poca gente e mi illudo di aver incontrato il suo sguardo. Ci parlò del nome che aveva scelto: Gratia Benedictus et nomine.
Mercoledì, un altro 27, febbraio questa volta, sarò, a Dio piacendo, all'ultima Udienza. Questa volta saremo moltissimi. Credo. Prego che avverta un'onda di amore e di fede, a Cristo e alla Chiesa. Prego che le mie lacrime siano colme di speranza e non solo di rimpianto. Per il Papa della Spe Salvi. Bisogna che sappia che qualcosa (moltissimo) di lui resterà: ciò che ha seminato nelle nostre anime. E', ancora, da lui che l'ho imparato.
Mi incanto quando vi sento parlare così come Fabiola, e vi invidio, perché la fede vi e' di grande aiuto nel superare il distacco da chi si ama
Non invidiarci, carissimo Passante, sentiti uno di noi. In questo blog io ho imparato tantissimo da te, assai più che da altri fratelli nella fede.
Il distacco da chi si ama è (e sarà) dolorosissimo anche per noi. Sosteniamoci e sii certo che il Signore ama la tua splendida onestà intellettuale. Cioé ama tutto di te.
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