Cattolici e musulmani insieme per la giustizia
Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (Pcdi) e il Centro per il Dialogo Interreligioso (Cid), dell'Organizzazione per la Cultura e le Relazioni Islamiche (Icro), hanno tenuto a Roma il loro ottavo colloquio, dal 19 al 21 novembre, sotto la presidenza congiunta del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pcdi, e del dottor Mohammad Bagher Korramshad, presidente dell'Icro.
Il tema del colloquio, «La cooperazione cattolica e musulmana nel promuovere la giustizia nel mondo contemporaneo», è stato sviluppato in quattro sottotemi, dal punto di vista dei cattolici e dei musulmani sciiti: il concetto di giustizia; giustizia per la persona umana; giustizia per le diverse componenti della società; giustizia per l'intera famiglia umana.
Gli altri partecipanti sono stati, da parte cattolica: l'arcivescovo Ramzi Garmou, il vescovo Marcelo Sánchez Sorondo, padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, i monsignori Khaled Akasheh e François Bousquet, i padri Damian Howard e Cornelius Afebu Omonokhua, i professori Vincenzo Buonomo, Rotraud Wielandt, Paolo G. Carozza e Ilaria Morali.
Gli altri partecipanti sono stati, da parte musulmana: i dottori Mohammad Reza Dehshiri e Ali Mohammad Helmi, il professor Hamidreza Ayatollahy, l'hojatolislam Abdolhossein Khosropanah, il professor Emad Afroogh, l'hojatolislam Mostafa Boroujerdi, il dottor Seyedeh Mojgan Sakhaei, i signori Gorban-Ali Pourmarjan, Siamak Borhani e Mohammad Hossein Mirzaaghaei.
Il colloquio si è svolto in un clima amichevole, e il lavoro ha compreso interventi e dibattiti sul loro contenuto. Entrambe le parti hanno espresso la loro consapevolezza e la loro preoccupazione riguardo alle sfide attuali, compresi la crisi economica, la questione ambientale, l'indebolimento della famiglia quale istituzione basilare della società e le minacce alla pace nel mondo. I partecipanti, riconoscendo sia i punti di convergenza sia di divergenza, si sono concentrati sul terreno comune e i valori condivisi:
1. La fede nell'Unico Dio che ha creato tutte le cose, dà a ciascuno una comprensione olistica della giustizia. Le diverse sfere della sua applicazione sono collegate tra loro: personale, comunitaria, sociale, politica, economica, culturale e giudiziaria.
2. La giustizia come virtù basata sulla dignità umana esige il giusto esercizio della ragione e l'illuminazione di Dio. Il riconoscimento e il rispetto della libertà di coscienza, inter alia, sono requisiti di giustizia nelle società.
3. La natura dinamica del concetto di giustizia permette che esso venga adattato per rispondere alle nuove sfide del mondo contemporaneo.
4. La responsabilità dei leader religiosi, delle istituzioni e, di fatto, di ogni credente, di denunciare l'ingiustizia e l'oppressione in tutte le loro forme e di promuovere la giustizia in tutto il mondo. Le due religioni possiedono risorse che possono ispirare le persone a lavorare per rendere la giustizia e la pace delle realtà.
5. L'esigenza che, per il bene della promozione della giustizia nel mondo attuale, i musulmani e i cristiani continuino ad approfondire la loro comprensione gli uni degli altri attraverso il dialogo e la cooperazione costanti.
6. La necessità di cogliere i frutti dell'incontro e di comunicarli alla gente delle rispettive comunità e società, affinché possano avere un effetto concreto nel mondo.
I partecipanti sono stati lieti e onorati di essere ricevuti, al termine dell'incontro, da Benedetto XVI, che li ha salutati e incoraggiati a proseguire sul cammino di un dialogo autentico e fecondo.
Il prossimo colloquio, preceduto da un incontro preparatorio, si terrà tra due anni a Teheran.
(©L'Osservatore Romano 22 novembre 2012)
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