Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
giovedì 7 marzo 2013
Maria Voce (Focolari) su Benedetto XVI: ci dà il coraggio di guardare con ottimismo il futuro
Maria Voce (Focolari) su Benedetto XVI: ci dà il coraggio di guardare con ottimismo il futuro
La chiarezza di un magistero che ha formato tanti giovani, la capacità di avvicinare anche persone di altre religioni, il valore della preghiera. Sono alcuni degli aspetti del Pontificato di Benedetto XVI che mette in luce la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce, ripercorrendo i quasi otto anni trascorsi, a partire dall’immagine che della Chiesa il Papa emerito ha lasciato ai cristiani. L’intervista è di Gabriella Ceraso:
R. - Mi sembra che l’immagine che Benedetto XVI vuole lasciarci sia proprio il fatto che la Chiesa è guidata, cioè non è allo sbando e non è alla deriva, perché è una “barca guidata da un timoniere sicuro”, che non neanche il Papa, ma è Cristo. Quindi, ci dà anche il coraggio di guardare con ottimismo al futuro.
D. – C’è stato un contributo specifico di Benedetto XVI al Movimento dei Focolari, alla vita del Movimento?
R. – Sì, c’è stato sempre un forte incoraggiamento a seguire il carisma e un riconoscimento del valore del messaggio che Chiara aveva dato; il Papa stesso la definiva una “grande carismatica”. Poi, il suo magistero, così chiaro e così sicuro, è stato un orientamento, in particolare per i giovani del Movimento che ne sono stati molto formati. Quindi, sento che tutti noi gli dobbiamo tanto.
D. – Avete raccolto anche voci o testimonianze di persone di altre religioni, o persone a voi vicine che vi hanno raccontato cosa ha rappresentato per loro questo Papa?
R. – Noi abbiamo sentito persone di altre Chiese, o persone di altre religioni che hanno espresso molto sinceramente il loro amore per Benedetto XVI ed anche per la Chiesa cattolica in questo momento e che si uniscono ai cattolici nella preghiera.
D. – Come state vivendo invece l’attuale periodo della vita della Chiesa, un periodo di attesa del Conclave e del nuovo Pontefice...
R. – Sicuramente con spirito di fede, come ci ha esortato a fare Benedetto XVI: di fede nello Spirito Santo che guida la Chiesa, e nello stesso tempo anche con uno spirito di preghiera. Ho raccomandato a tutti di sfruttare ogni piccolo grande incontro con il dolore, proprio per offrirlo per questo momento così delicato.
D. – A Castel Gandolfo, vicino alla residenza del Pontefice emerito, c’è il Centro Mariapoli, proprio del Movimento dei Focolari. Avete avuto modo di manifestare a Benedetto XVI la vostra vicinanza, il vostro affetto e presenza?
R. – Quando lui è arrivato - come sempre, d’altra parte quando veniva a Castel Gandolfo – ci siamo fatti premura di fargli trovare segni di affetto e di un amore concreto, che possono essere dei fiori, un dolce, un biglietto di benvenuto... Ma poi, quando lui è arrivato a Castel Gandolfo, in piazza, insieme al resto della folla, c’erano non solo le focolarine che si occupano di questa casa, ma anche oltre mille persone del Movimento delle Famiglie che si riuniva in quei giorni a Castel Gandolfo, per dire al Papa la propria fedeltà. Per il futuro, il nostro desiderio è certamente quello di continuare ad essergli vicino, per fargli sentire che il nostro amore non diminuirà ma casomai crescerà.
D. – Il Papa all’ultima udienza generale, tra le tante, ha detto questa frase: “Non abbandono la Croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”. Secondo lei è una luce nuova che viene gettata anche sul modo di vivere la sofferenza per i cristiani?
R. – Mi sembra proprio di si. Insieme all’altra frase “sempre e per sempre”, il Papa ha voluto dirci che il disegno di Dio si compie e che noi dobbiamo aderire a questo disegno di Dio e quello è l’importante, anche se questa adesione costa, perché sicuramente anche la sua rinuncia non sarà stata senza sofferenza, però è un prezzo che lui paga per la Chiesa.
D. – Il 18 maggio secondo il calendario, stabilito da tempo, dell’Anno della Fede ci sarà l’incontro del nuovo Pontefice con Movimenti e Comunità ecclesiali. Avete pensato che sarà la prima occasione per incontrare questo nuovo Papa? C’è un auspicio da poter formulare?
R. – Sì, noi abbiamo pensato che questo appuntamento rimane in calendario e che sicuramente sarà l’occasione per una maggiore conoscenza da parte del nuovo Papa della realtà dei movimenti, che in un certo senso rappresenta come la punta di un iceberg che è la realtà dei laici, che pensiamo debba essere sempre di più protagonista della Chiesa. Quindi ritengo che sarà senz’altro un momento importante.
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