martedì 27 novembre 2012

Il mini-concistoro e Vatileaks (Gagliarducci)

Il mini-concistoro

ANDREA GAGLIARDUCCI

Dopo la condanna di Paolo Gabriele, arriva quella di James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, che va fuori dall'appartamento papale con il più classico dei promoveatur ut amoveatur: creato cardinale, il Papa ha «in animo» (sono queste le parole esatte pronunciate da Benedetto XVI) di nominarlo arciprete della Basilica di San Paolo Fuori Le Mura. 
Un ruolo di grande prestigio, ma poco operativo. Sono sei i nuovi cardinali che hanno preso la berretta rossa nel concistoro di sabato scorso. Oltre ad Harvey, i nuovi cardinali sono tutti vescovi residenziali, nessuno europeo, in molti già considerati in odore di porpora nel precedente concistoro, considerato da alcuni osservatori "troppo italiano" o "troppo bertoniano". 
Così diventa cardinale Tagle, l'arcivescovo di Manila; prende la berretta rossa Onoiyekan, arcivescovo di Abuja, in Nigeria; siederà nel collegio cardinalizio sua beatitudine Bechara Boutros Rai, patriarca dei Maroniti del Liban; rientra in questo concistoro anche il rito siro-malankarese dell'India, con il vescovo di Trivandrum Thottunkal che diventa cardinale. Sarà cardinale anche Salazar Gomez, arcivescovo di Bogotà.
Il segnale che più che un nuovo concistoro questo vada considerato un "concistoro bis" del 2012 è dato dall'assenza di alcuni pezzi da novanta. In primis, Gehrard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale sicuro per dignità di incarico. E poi, il patriarca di Venezia Moraglia. Ma la chiave di questo mini concistoro sta proprio nella scelta di Harvey. 
Harvey fu ordinato vescovo assieme all'allora cerimoniere di Giovanni Paolo II Piero Marini e all'allora segretario del Pontefice, Stanislao Dziwisz. Poi è rimasto a servire nella Prefettura della casa pontificia. Ed è stato lui ad assumere Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele. Al quale ha fornito anche ottime referenze, assieme allo stesso Dziwisz. Un errore imperdonabile o un calcolato danno all'entourage papale? 
Fatto sta che Harvey viene destinato a un incarico prestigioso ma marginale. E lascia libero il posto di prefetto della casa pontificia. Da poco è stato nominato reggente della casa pontificia Leonardo Sapienza, il quale già era stato notato in posizioni e mansioni che generalmente spettavano al prefetto. Sapienza non era ancora stato ordinato vescovo, e probabilmente l'ordinazione è vicina. Come può essere vicina l'ordinazione di Georg Gaenswein, il segretario di Benedetto XVI. Gaenswein potrebbe essere anche inserito nei ranghi della casa pontificia, magari come prefetto al posto di Harvey.

© Copyright La Sicilia, 26 novembre 2012

1 commento:

Anonimo ha detto...

Diciamo che il neo cardinale ha preso una solenne cantonata, ma non è stato il solo in tutti questi anni a cui l'infido Paoletto l'ha fatta sotto il naso. Posso solo augurarmi maggiore attenzione per il futuro. Non sarà facile, almeno per me, dimenticare certe performances.
Alessia