Benedetto XVI nel tradizionale messaggio natalizio alla Città e a un mondo sconvolto da conflitti invita a cercarla
C'è una terra dove germoglia la pace
Le emergenze in Siria, Terra Santa, Egitto, Mali, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Kenya tra le preoccupazioni del Papa
C’è una terra buona, una terra sana, libera da ogni egoismo e da ogni chiusura; una terra che Dio ha preparato per venire ad abitare in mezzo a noi. Esiste davvero; anche oggi, nel 2012. E da questa terra è germogliata nuovamente la verità, portando con sé amore, giustizia, pace, accoglienza per tutti, anche per i più umili e diseredati. Una terra in cui risplende la Luce pura, grazie alla quale la dignità dell’uomo è e resta inviolabile; dove la violenza è considerata un’assurdità, soprattutto se attribuita alla prepotenza della fede nell’unico Dio. Riscoprire quella terra significa ritornare alla pace. Un Natale aperto all’ostinata speranza cristiana quello proposto da Benedetto XVI, addolorato per il perpetuarsi delle tante forme di violenza che insanguinano i sentieri di un’umanità, impegnata a riempirsi di se stessa al punto di non concedere «spazio a Dio», e dunque al prossimo, ai bambini, ai poveri, agli affamati, ai sofferenti.
I discorsi pronunciati dal Pontefice nel corso delle celebrazioni natalizie, hanno riproposto lo spaccato di uno scenario inquietante, in cui il tentativo «dell’uomo di chiudersi a Dio» propone l’immagine di una «onnipotenza rovesciata». Un «pensiero tenebroso» ha detto nel messaggio urbi et orbi, che «può farci paura». E qui entra in gioco la speranza cristiana «che vince la paura: la verità è germogliata! Dio è nato!».
Il Papa si è augurato che questa verità ora «germogli per la popolazione siriana»; per quelle israeliana e palestinese; per la Terra Santa; per l’Egitto, per Mali, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Kenya e per il vasto continente asiatico. E ha auspicato che il «Re della pace» volga il suo sguardo «ai nuovi dirigenti della Cina per l’alto compito che li attende», e ai governanti dell’America Latina per assicurare pace e benessere a tutti.
Solenne la preghiera elevata dal Pontefice durante la messa di mezzanotte affinchè «anche oggi le spade siano forgiate il falci», «al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti» e chi crede di dover esercitare la violenza in nome di Dio impari «a capire l’assurdità della violenza» e a riconoscere il vero volto di Dio.
(©L'Osservatore Romano 28 dicembre 2012)
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