Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
sabato 1 dicembre 2012
Mons. Gaenswein: Personalmente ho visto il mio ruolo o servizio al Papa come quello di un vetro
Papa/ Il segretario personale: Mio ruolo come vetro pulito
Don Georg ha ricevuto premio di associazione 'Tu es Petrus'
Città del Vaticano, 30 nov. (TMNews)
"Personalmente ho visto il mio ruolo o servizio al Papa come quello di un vetro. Un vetro è un vetro quando è pulito. Più pulito è più raggiunge il suo scopo.
Se si sporca o si rompe rimane un vetro ma non funziona come dovrebbe". Monsignor Georg Gaenswein, segretario particolare di Benedetto XVI, ha descritto così quella che ha definito "la dietrologia della mia comprensione del ruolo che svolgo".
"Debbo lasciare entrare il sole, e il vetro meno appare meglio è, se non si vede proprio vuol dire che svolge bene il suo lavoro", ha spiegato Gaenswein nel breve discorso pronunciato a braccio questa sera alla cerimonia nella quale gli è stato consegnato - dal cardinale Salvatore De Giorgi - il premio "Testimoni di santità" assegnatogli dall'associazione 'Tu es Petrus'.
"Meno vengo messo volutamente in mostra meglio è", ha poi riassunto 'don Georg' a quanto riferito dai presenti, assicurando di offrire ogni giorno il suo aiuto al Pontefice il suo servizio "col cuore, con il cervello, con l'anima, con tutte le forze che ho".
E, ha confidato, se "venti ostili ci sono e se toccano il Santo Padre talvolta toccano anche il suo segretario, la sofferenza fa parte della via Crucis, ma non la scegliamo".
'Don Georg' ha poi ringraziato il cardinale De Giorgi, presidente onorario di 'Tu es Petrus', e ha rivelato pubblicamente un episodio della sera del 19 aprile 2005, cioé qualcosa che accadde subito dopo l'elezione di Ratzinger.
"I cardinali - ha raccontato - erano nella Sala da pranzo della casa Santa Marta, con il Papa eletto, e io ero presente in un angolo. A un certo punto hanno intonato l''oremus pro Pontefice nostro', ma il coro non era un granché. Solo una voce era sicura, quella di De Giorgi. Lui sapeva il testo e ha concesso di portare a termine il canto".
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