Domani la Messa del Papa nella parrocchia romana di San Patrizio al Prenestino
Domani mattina Benedetto XVI si recherà in visita pastorale alla parrocchia romana di San Patrizio al Colle Prenestino per celebrare la Messa nella terza Domenica d’Avvento. Grande l’attesa e l’emozione di tutti i fedeli che stanno da giorni lavorando senza sosta per prepararsi ad accogliere il Pontefice. “Questo per tutti noi sarà davvero un evento storico” ha detto il parroco, don Fabio Fasciani. Federico Piana lo ha intervistato:
R. - Il grosso della preparazione l’hanno fatta i laici, soprattutto riguardo all’organizzazione della giornata. Si sono impegnati molto i componenti del coro o quelli della preparazione liturgica, anche quelli addetti alle pulizie. C’è stata gente che si è veramente molto data da fare: con generosità hanno duplicato le prove di canto e, in realtà, anche le persone del coro si sono duplicate. Devo dire che si stanno dando anche molto da fare dal punto di vista spirituale. E’ un evento che prende molto con l’impegno di preghiera e con l’impegno di meditazione: stiamo meditando il Credo e penso che sia anche molto importante, all’interno di questa nostra meditazione, la nostra relazione con la Chiesa e la nostra relazione con il Successore di Pietro.
D. - Che frutti sperate che la visita possa dare a questa parrocchia?
R. - Anzitutto frutti di carattere spirituale: quindi una maggiore adesione a Cristo, una maggiore adesione alla Chiesa, una maggiore adesione al Successore di Pietro. E’ fondamentale per ciascuno di noi vivere non tanto un evento che possa essere semplicemente l’incontro con un personaggio famoso della nostra epoca, ma un incontro di fede con colui che viene a confermare la nostra fede, con colui che viene ad aiutarci a meditare Gesù Cristo, la Chiesa e tutto ciò che questo rappresenta per la nostra vita.
D. - Vogliamo un po’ raccontare questa parrocchia: che parrocchia è?
R. - Diciamo che la parrocchia nasce quasi congiuntamente al quartiere: il quartiere nasce alla fine degli anni Sessanta, l’ultima borgata - secondo alcuni - nata a Roma e nasce con l’esigenza abitativa della fine degli anni Sessanta. E’ un quartiere che - come altri quartieri nati in maniera un po’ spontanea - soffre la carenza delle strutture, di molte strutture sociali. Potremmo dire che le strutture più importanti - detto ovviamente tra virgolette - oggi sono la scuola, il centro anziani e la parrocchia. La parrocchia è diventata un po’ il coagulo di buona parte delle persone che abitano in questo quartiere, delle circa 7.500 persone che abitano a Colle Prenestino. Certo, la carenza di strutture sociali si fa sentire molto: non ci sono strutture sportive e mi piace ricordare, anche se di questo soffro, che l’unica struttura sportiva, l’unico campo di calcio - tra l’altro di calcetto - è quello della parrocchia. Non esiste una piscina, non esiste una biblioteca, non esistono tutte quelle cose che probabilmente altrove sono molto, molto più accessibili e molto più semplici. I bambini spesso e volentieri stanno per la strada, giocano per la strada: con tutti i suoi pericoli e con le sue problematiche è il luogo in cui si vive oggi molto più frequentemente.
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