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Giustamente Maria Antonietta Calabrò segnala che le vicende di Gabriele e di Agcà non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra. Quest'ultimo fu processato e condannato (all'ergastolo) dalla magistratura italiana e fu graziato anni ed anni dopo la visita di Giovanni Paolo II a Rebibbia.
Un gesto plateale e mediatico non sarebbe nello stile di Benedetto XVI e apparirebbe, francamente, inutile.
R.
1 commento:
Meglio che se ne stia dentro.... è troppo pericoloso
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