giovedì 13 dicembre 2012

Il Presepe in Piazza San Pietro ambientato fra i Sassi di Matera


Il Presepe in Piazza San Pietro ambientato fra i Sassi di Matera

Quest’anno arriva dalla Basilicata il Presepe di Piazza San Pietro, ambientato nel paesaggio dei Sassi di Matera. A presentare stamani questa scena della Natività, in Sala Stampa vaticana, sono stati, con mons. Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, e Vito de Filippo, presidente della Regione Basilicata. A realizzare l’opera, il maestro Francesco Artese. Il servizio di Debora Donnini: 

Una rivisitazione in chiave artistica del suggestivo paesaggio dei Sassi di Matera - realizzato con malta cementizia a effetto tufo - e della cultura lucana rappresentata dall’architettura del luogo e dagli abiti dei contadini del tempo indossati dalle oltre 100 statuine di terracotta, alte fra i 28 e i 22 cm. Questo è il Presepe che quest’anno sorge al centro di Piazza San Pietro, allestito per circa 150 metri quadri, sollevato da terra di 90 cm e alto fra i 6 e gli 8 metri. Una tradizione, quella di rappresentare la Natività, iniziata nel 1223 da San Francesco e che nel corso dei secoli ha affascinato i più grandi artisti: da Giotto a Velasquez e Caravaggio. Unico e insieme plurale, il Presepe: poiché tutte le creature – uomini e animali – vi sono rappresentate in un clima di fraternità. Così, in sintesi, il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci spiega il grande fascino del Presepe, soffermandosi sull’ambientazione fra i Sassi di Matera di quello creato dal maestro Artese e donato dalla Basilicata al Papa: 

“La città delle grotte, i famosi Sassi di Matera: un’organizzazione mirabile, una sapientissima strutturazione di strade, di percorsi, di linee d’acqua. E’ una città piena di cappelle, di chiese, di fontane, di spazi per il mercato, di stalle, di luoghi percorsi dalle greggi che vanno al pascolo. Tutto questo ha fatto il maestro Artese nel suo presepio. Ha riprodotto molto bene, in polistirolo dipinto, monumenti che chi conosce Matera, come io la conosco, ritrova: per esempio, i pezzi della chiesa di San Nicola dei Greci, del campanile di Barisano, sono stati montati da lui in questo straordinario collage di luoghi, di emozioni, di persone, di animali, che si trovano nel cuore della Piazza, che rappresenta la gloria barocca di Roma”.

Il Presepe è un’icona del mistero dell’Incarnazione, afferma mons. Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato. Celebrare il Natale – spiega – non significa fare una fredda commemorazione accademica, come si può fare per personaggio del passato, ma fare memoria sacramentale, “riattualizzante” dell’evento salvifico della nascita di Gesù a Betlemme. Un evento per noi decisivo: 

“Dio, in Gesù che nasce a Betlemme, non ha esitato a piantare la tenda della sua vera umanità in mezzo a noi, nella nostra storia, nella nostra quotidianità, nella nostra ferialità, condividendo il nostro destino e conferendo appunto al nostro destino un senso, sottraendolo in tal modo al caos e al nulla”.

Forte, dunque, la presenza della Basilicata in questo Presepe. Il costo complessivo sostenuto per realizzarlo e per il trasporto, ricorda il presidente della regione Vito De Filippo, è stato di circa 90 mila euro, quasi completamente offerto da imprese private che vogliono valorizzare la zona. Per l’allestimento, invece, il Governatorato ha sostenuto un costo di circa 21.800 euro, risparmiando, dunque, rispetto al passato, circa 180 mila euro. Ma qual è l’intento della realizzazione di questo Presepe offerto dalla Basilicata? Sentiamo lo stesso De Filippo: 

“Offrire al Santo Padre, in una delle piazze più belle del mondo, l’immagine di una comunità sobria e umile, che si sintonizza proprio in una fase, in un tempo difficile per la storia del mondo, e anche per la storia del nostro Paese, per molti territori del nostro Paese, sicuramente per i più deboli, ma anche per le istituzioni. Quindi, stare in questa piazza con questo significato rappresenta molto per noi ed è anche un incoraggiamento e un possibile rilancio di speranza e di fede, che sono alla base anche delle iniziative laiche, civili ed istituzionali”.

Nel Presepe, realizzato dal maestro Artese, vi saranno come da tradizione il bue e l’asino. Nel libro di Benedetto XVI “L’Infanzia di Gesù”, si ricorda che nel Vangelo non si parla di animali ma anche che vi è un legame fra Antico e Nuovo Testamento e che, dunque, la meditazione guidata dalla fede rimanda ad Isaia. “Il bue – scrive il Profeta – conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende”. Con la mangiatoia compaiono quindi i due animali “come rappresentazione dell’umanità” di per sé – sottolinea nel testo il Papa – priva di comprensione, ma che davanti alla comparsa di Dio arriva alla conoscenza. L’iconografia cristiana ha dunque colto ben presto questo motivo e “nessuna raffigurazione del presepe – conclude Benedetto XVI – rinuncerà al bue e all’asino”.

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