giovedì 28 marzo 2013

«Francesco? Il Papa della misericordia che non cederà sulla dottrina» (Alvarez)

Clicca qui per leggere l'intervista.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffaella,

leggo: " è nato un sentimento “anti-italiano” del quale non saprei indicare l’origine e che non condivido, ma questo spirito si è esteso anche tra le porpore italiane."

Ma questo dove ha vissuto dalla fine del 2011 in poi? Su qualche pianeta di Alpha Centauri dove non c'e' neanche una connessione internet per sapere che succede nel mondo?
Non sa indicare l'origine: un piccolo riassuntino di Vatileaks e affini dovrebbe leggerselo - non per colpevolizzare qualcuno - ma per capire il clima che si e' creato qui in Italia.

C'e' pero' un altro punto che a mio avviso e' infinitamente piu' importante: misericordia e dottrina NON sono in contrapposizione, anzi, se NON c'e' dottrina non c'e' misericordia.

L'ho gia' scritto in un paio di altri post qual'e' il percorso per arrivare alla misericordia - che e' un concetto e una realta' eminentemente cristiana e non presente in altri sistemi ideologici (al massimo si parla di "tolleranza").
C'e' bisogno di quel percorso che parte dall'onesta', a cui segue il riconoscimento della giustizia come ordine di cose, e da queste due puo' nascere una richiesta di amore, la cui risposta e' la misericordia.
Vuoi vederla concretamente in azione? La celebriamo domani, e come lettura specifica l'abbiamo vista domenica nel Passio, nei versetti di Luca 23, 39-43 (http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/49-Text.htm#Capitolo%2023).
Cosa fa' il Malfattore 2? Riconosce con onesta' (=verita') la sua e degli altri situazione (v.40), confronta questa situazione con la giustizia e ne trae le giuste conclusioni (v.41), e grazie a questi due passi ha il coraggio di implorare per l'ultima volta un amore che lo supera (v.42). La conclusione (v.43) e' la misericordia, che pero' non puo' darsi se non c'e' richiesta, e il percorso per richiederla e' fatto di quei tre punti.
Purtroppo per i vari laicisti ecc ecc i tre punti necessari hanno bisogno di una dottrina chiara, certa e senza dicotomie o riduzionismi. Gesu' Cristo lo si prende uniblock, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo insieme. E questo a tanti non piace, ma questo e' cio' che B16 prima e PF ora portano avanti.

Luisa ha detto...

Molto interessante l`intervista al card. Cipriani che conferma quel che già si sapeva e cioè le trattative in Santa Maria Maggiore per scegliere un papabile sud-americano.
Descrive anche la forte personalità e il senso dell`autorità del Vescovo di Roma, che già abbiamo avuto modo di conoscere, e parla del suo "spirito libero" dicendo:

Non è facile essere imprigionato da una serie di protocolli dinanzi ai quali si può arrivare a dire: “Non toglietemi la libertà!”. Lui è un uomo profondamente libero e con l’aiuto di tutti proseguirà per la strada giusta. La gente vuole, oltre la vicinanza del Papa, il ministero del Pontefice”."
 
E ritorna sul bisogno dell"aiuto di tutti" dicendo:

Con l’aiuto di tutti, Francesco potrà essere una benedizione per la Chiesa; insieme alla gioia latinoamericana c’è la nostra responsabilità nell’aiutarlo a compiere la sua missione."

Anonimo ha detto...

Sul Corriere online di oggi ci sono due cose interessanti che evidenziano come sia soprattutto la stampa (una certa stampa) a dipingere la figura di Papa Francesco in un certo modo.
Primo: un video della presunta "fidanzatina" che dichiara solennemente come non ci fu mai alcun fidanzamento con il giovane Bergoglio.
secondo: il primo capitolo dell'autobiografia del Papa, risalente al 1999, in cui lo stesso Papa dice che da molto tempo non cucina più, anzi addirittura lo faceva in collegio per gli studenti, quindi ancora prima di diventare vescovo.
Cosa significa tutto ciò? Che l'immagine che ci viene data di questo Papa, i suoi gesti, le sue parole sono di fatto ingigantite, esasperate, usate in una certa direzione.
Nella mia nostalgia ratzingeriana fortissima riconosco che Bergoglio è davvero un sant'uomo, non è un piacione come ci viene dipinto (rimane pur sempre un gesuita!), sincero e appassionato per la Chiesa.
Ma l'uso che la stampa fa di quest'uomo è esasperante, falso e volgare. Credo, e lo dico sinceramente, che noi che tanto amiamo Benedetto XVI non abbiamo nulla da temere: in fondo questo continuo e assillante sottolineare la continuità tra Benedetto e Francesco altro non è che segno di insicurezza di chi ancora non sa leggere questo pontificato che, di fatto, non è ancora partito.
E' vero, lo aspettiamo sulle decisioni importanti, e tra poco ce ne saranno, sulla liturgia, sul magistero e la dottrina.
Un minimo di "sospetto" è lecito in questo momento ma credo che i più grandi delusi non saremo noi ma la stampa e i giornalisti che lo esaltano in modo totalmente scriteriato.
Continuo a pensare che la messa di oggi sarebbe dovuta essere in basilica e non in carcere: poteva andare domenica prossima, battezzata la "Domenica della misericordia" proprio da Giovanni Paolo II. ma tant'è, anche lui imparerà a fare il Papa. Mi consola che i segni liturgici inaugurati da Benedetto con la direzione di Mons. Marini ci sono ancora, nonostante alcune cose siano al momento "velate".
Forse - e faccio autocritica- non è che anche noi conosciamo Papa Francesco solo per la stampa? Abbiamo lottato per 8 anni contro la stampa, adesso dovremmo dire ai giornalisti di essere persone serie e smetterla di raccontarci bugie solenni!
Per il momento non ci rimane che osservare: vediamo cosa succederà nei prossimi mesi. Se Bergoglio saprà far pulizia nella curia romana di tutti coloro che hanno fatto anche tanto male a Ratzinger, se non distruggerà il senso della liturgia, se saprà comprendere i reali bisogni della chiesa allora potremo dire che i nostri timori hanno trovato una smentita giusta.
Giampiero