Presentato nella Sala stampa della Santa Sede il presepe offerto dalla Basilicata
Dalla Murgia lucana a piazza San Pietro
Centocinquanta metri quadrati di allestimento, circa 112 mila euro di spesa totale, novantamila dei quali a carico della Basilicata, oltre cento statue, che vanno dai 26 ai 32 centimetri di altezza. Il tutto realizzato in polistirene ricoperto da malta cementizia effetto «tufo», su una struttura di elementi in metallo e legno, per undici metri di larghezza e tredici di profondità. Sono alcuni dei dettagli tecnici del monumentale presepe in fase di allestimento in piazza San Pietro, opera del maestro Francesco Artese e offerto dalla regione Basilicata. All'allestimento collabora la direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
L'iniziativa è stata illustrata giovedì mattina, 13 dicembre, durante una conferenza nella Sala stampa della Santa Sede, dal vescovo Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, da Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani e da Vito De Filippo, presidente della regione Basilicata.
«Il presepe -- ha detto monsignor Sciacca, introducendo la presentazione -- ha una intramontabile forza poetica. È un'icona del mistero dell'Incarnazione, perché rappresenta quello che è avvenuto nella capanna dove è nato il Salvatore». Il presepe è quindi un mezzo «per farci rivivere il mistero della nascita di Gesù. E al di là di ogni dettaglio di natura tecnica, economica e artistica, intende offrire alla nostra riflessione il mistero di Dio che ha piantato la sua tenda in mezzo a noi, condividendo il nostro destino, sottraendolo così al caos o al nulla». Per questo, ha aggiunto il presule, la celebrazione del Natale «non è una commemorazione accademica, ma è la riattualizzazione, cioè il far memoria misterica, liturgica e sacramentale dell'evento salvifico decisivo». Per quanto riguarda il presepe di quest'anno in piazza San Pietro, monsignor Sciacca ha spiegato che il Governatorato ha avuto un significativo risparmio sulle spese di allestimento, proprio grazie al dono della Basilicata, la quale, in questo modo, ha avuto l'opportunità di rendere visibile la piccola ma bella regione italiana.
Il presidente della regione ha rivelato l'orgoglio e la gratitudine che accompagna il dono del presepe, un «gesto di omaggio ed espressione di attaccamento a Benedetto XVI e alla Chiesa» da parte della comunità locale. Poi De Filippo ha dato alcuni dettagli dell'opera, «una rivisitazione artistica -- ha detto -- di uno spaccato del paesaggio dei Sassi di Matera e della messa in scena della vita quotidiana della civiltà contadina».
Della bellezza della Murgia materana ha parlato anche Antonio Paolucci. Il maestro Artese, ha detto in sostanza, ha voluto replicare alcuni splendidi scorci della sua regione. Paolucci si poi è soffermato sul fascino del presepe come espressione di «quella fraternità profonda e misteriosa tra uomini e animali che si instaura alla nascita di Gesù». Il presepe è «plurale», ha detto, perché in esso «ci devono stare e ci stanno tutte le creature a significare che Gesù è nato per tutti».
(©L'Osservatore Romano 14 dicembre 2012)
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