sabato 2 marzo 2013

Benedetto XVI, “emerito” tra libri, preghiere e pianoforte (Galeazzi)


Benedetto XVI, “emerito” tra libri, preghiere e pianoforte

Da giovedì sera è “nascosto al mondo” a Castel Gandolfo

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Ieri il Vaticano si è svegliato senza il Papa. E’ stata una giornata a suo modo normale la prima trascorsa da Benedetto XVI come «Pontefice emerito». Mentre i mass media di tutto il mondo rilanciano le immagini di un gesto che ha cambiato la Chiesa, Joseph Ratzinger, sollevato da un peso divenuto insostenibile, lontano da una Curia segnata da «momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario», ha passato un giorno «nascosto dal mondo», il primo di una lunga serie.Ha celebrato messa alle 7 come al solito con i due segretari, si è dedicato al breviario, poi ha fatto colazione e ha aperto i messaggi ricevuti. In sottofondo la prediletta musica classica. Poi il pranzo assieme alla «famiglia» (Georg, Alfred, e le quattro «memores») e, dopo un breve riposo, alle 16 la recita del rosario passeggiando nei giardini di Castel Gandolfo. Al rientro nel palazzo si è immerso nella lettura dell’«Estetica teologica»di Hans Urs von Balthasar, tra i libri che ha portato con sè dal Vaticano. A cena una minestrina e un secondo, mezz’ora di telegiornale quindi un po’ di pianoforte e presto a letto.«Una giornata passata tra la preghiera, la riflessione, la lettura», spiega padre Federico Lombardi. Aggiunge qualche dettaglio l’Osservatore romano. Benedetto XVI resterà a Castel Gandolfo forse due o tre mesi. «Ma chi può dirlo? Qui è a casa sua, nel senso che i luoghi gli sono familiari - spiega il direttore delle Ville Pontificie, Saverio Petrillo-. Si è trovato sempre tanto bene qui con noi. Abbiamo fatto di tutto, e faremo di tutto, per farlo stare ancora bene». È anche stato accordato lo «Steinway & Sons», il pianoforte a mezza coda nero suonato da Benedetto XVI nei momenti di relax. Nei giorni passati, racconta don Georg, «il Papa suonava il pianoforte alla sera dopo la cena, come segno della distensione e della serenità del suo animo». A Castel Gandolfo c’è anche una piccola dimora pronta per ospitare Birgit Wansing, la laica consacrata del movimento di Schoenstatt, che lo ha sempre aiutato a scrivere. «Non ci farà mancare la ricchezza del suo pensiero», garantisce l’Osservatore. Anche il prefetto del Sant’Uffizio, Muller. non esclude che scriverà libri. Nascosto al mondo per quanto possibile dato l’assedio mediatico che costringe il Vaticano a descrivere nei dettagli la sua giornata più di quanto non si facesse quando era in carica.

© Copyright La Stampa, 2 marzo 2013

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