lunedì 4 marzo 2013

Benedetto XVI: il vero rinnovamento della Chiesa parte dall'incontro con Cristo risorto

Benedetto XVI: il vero rinnovamento della Chiesa parte dall'incontro con Cristo risorto

La speranza di un vero rinnovamento della Chiesa, che a partire dall’incontro con Cristo risorto, possa portare il Vangelo dell’amore all’umanità di tutti i tempi: l’ha espressa Benedetto XVI nel suo incontro con i sacerdoti di Roma il 14 febbraio scorso, parlando del Concilio Vaticano II. E’ un pensiero che ha attraversato tutto questo pontificato e che è stato espresso in modo particolarmente forte durante il viaggio apostolico in Germania nel settembre 2011. Una speranza che è tornata a farsi sentire in maniera viva negli ultimi giorni del ministero petrino di Benedetto XVI. Ce ne parla Sergio Centofanti.

“La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede”: è la convinzione di Benedetto XVI che, in Germania, sottolinea con forza: è “l’ora di trovare il vero distacco del mondo, di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Questo, naturalmente, non vuol dire ritirarsi dal mondo, anzi, il contrario. Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini – ai sofferenti come a coloro che li aiutano – proprio anche nell’ambito sociale-caritativo, la particolare forza vitale della fede cristiana”. Ma occorre superare le tentazioni subite da Gesù nel deserto, ha ribadito nel suo penultimo Angelus il 17 febbraio scorso:

“Il loro nucleo centrale consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio”.

Benedetto XVI parla di “eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito”. Sottolinea che “gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa distaccata dal mondo emerge in modo più chiaro. Liberata dai fardelli e dai privilegi materiali e politici, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo. Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell’adorazione di Dio e al servizio del prossimo”. Invita a cercare nuove vie di evangelizzazione: “una di queste vie – dice – potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite, nella frequente adorazione comunitaria di Dio”. Pensiero ripreso nell’ultimo incontro con i cardinali il 28 febbraio:

“La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo”.

In Benedetto XVI è la fiducia a prevalere: è la stessa storia – afferma - che “viene in aiuto alla Chiesa attraverso le diverse epoche di secolarizzazione, che hanno contribuito in modo essenziale alla sua purificazione e riforma interiore. Le secolarizzazioni infatti – fossero esse l’espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spoglia, per così dire, della sua ricchezza terrena e torna ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena”. Una fiducia grande nella forza vitale della Parola di Dio, come ha sottolineato nuovamente nell’ultima udienza generale del 27 febbraio: 

“In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia”.

Alla Beata Madre Teresa – ricorda Benedetto XVI – una volta, un tale chiese di dire “quale fosse, secondo lei, la prima cosa da cambiare nella Chiesa. La sua risposta fu: Lei ed io!”. Il vero rinnovamento parte, dunque, da una continua conversione personale. E parlando ai sacerdoti di Roma del vero Concilio Vaticano II, non quello virtuale diffuso dai media, così li ha esortati:

“E’ nostro compito, proprio in questo Anno della fede, cominciando da questo Anno della fede, lavorare perché il vero Concilio, con la sua forza dello Spirito Santo, si realizzi e sia realmente rinnovata la Chiesa. Speriamo che il Signore ci aiuti. Io, ritirato con la mia preghiera, sarò sempre con voi, e insieme andiamo avanti con il Signore, nella certezza: Vince il Signore! Grazie!”. 

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