giovedì 7 marzo 2013

Durissima presa di posizione di George Weigel. "Zittito il team America"

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alberto.
L'attacco e' durissimo ma io sono assolutamente d'accordo. In questi giorni stiamo assistendo in diretta alla gravissima incapacita' del vaticano di comunicare con i media. Attenzione: non sto dando la colpa a padre Lombardi che, anzi, va apprezzato perche' ci mette la faccia ed e' una brava persona. 
E' tutta la struttura che fa acqua. Nel 2010 ci chiedevamo come fosse possibile che il vaticano non reagisse mai difendendo il Papa. Ora stiamo vedendo con i nostri occhi che il vaticano non e' pronto ad affrontare la sfida dei media moderni. E non e' una questione di uomini. E' il mondo che e' cambiato! Oggi con internet la comunicazione e' istantanea. Non si possono attendere per giorni delle risposte (che di solito non arrivano).
Ha ragione Weigel: la situazione e' peggiorata con la sede vacante.
Per forza! Il parafulmine e' a Castel Gandolfo. La situazione e' esplosiva e l'imbarazzo e' palpabile.

15 commenti:

alberto ha detto...

non condivido tutto di quello che weigel scrive: ma una spigolatura interessante l'ha messa in luce: il freddo telegramma serve a fare vedere al mondo che si è dimesso un Papa, proprio come se si fosse dimesso un Chief Executive di un'azienda...serve a dire che adesso la curia potrà spingere a dimissioni e farsi latrice di standard di efficienza papali. penso sia uno schifo, am evidentemente se 4 giorni prima avevano salutato il Papa chi con affetto, chi con menefreghismo o meglio gioia inconfessabile...perché dovevano mandare il telegramma 4 giorni dopo???

Anonimo ha detto...

Cercano di far finta che non sia successo nulla e che tutto sia come prima. Il primo a farne le spese è stato lo stemma del Papa nei giardini vaticani, una fine che, probabilmente, vorrebbero far fare a lui. Sono furiosi e forse anche impauriti.
Alessia

mariateresa ha detto...

credo che questo di Weigel sia un bel pacco ripieno di cacca indirizzato a Sodano e Bertone che in questo caso sono malvagi insieme, anzi più che malvagi sono melensi insieme.
Sì c'è del vero però c'è anche un po' di puzza sotto il naso dell'americano che è bravo e la sa lunga mentre il resto del mondo ha l'anello al naso.
Ora io non credo che solo gli americani la sappiano lunga,ma di certo qualche anello nel naso in Vaticano c'è.

Anonimo ha detto...

In vaticano dovrebbe esserci anche il mirabolante Sig. Burke, superesperto in pr targato Opus Dei. Che sia stato spedito a casa con la Sede vacante? Mi verrebbe da scrivere "vagante", renderebbe di più l'idea dell'attuale sconquasso.
Alessia

Anonimo ha detto...

Mah,leggendo i commenti dei giornalisti di lingua inglese,si evince che per loro la comunicazione del Vaticano e del nuovo papa dovrebbe svolgersi solo ed esclusivamente in inglese,discorsi,omelie, messe e celebrazioni,via il latino che nessuno capisce più,via l'italiano,chissenefrga se il papa sta in Italia,account facebook e tweeter per il papa,come obama,insomma cinguettare 'cripes'(Raffy uso il termine inglese,rispetto la scelta di non dire parolacce)a tutto il mondo web,come se il cristianesimo non fosse l'annuncio di un incontro con una Persona,ma un modo di esprimere opinioni,ognuno la sua,protestant way of life,in ultima analisi(e questa è un'espressione cara al mio papa,l'unico)insomma un cattolicesimo global e politically correct...Dio ce ne liberi e scampi...GR2

Raffaella ha detto...

Il successore dovra' per forza proseguire sulla linea di Benedetto.
Su questo non ci possono essere dubbi.
La comunicazione dovra' pero' subire una rivoluzione copernicana.
R.

Anonimo ha detto...

La comunicazione deve svolgersi in più lingue, a cominciare dall'italiano, non tutto il mondo è anglofono.
Alessia

Anonimo ha detto...

Gli americani sono insopportabili. E un papa americano sarebbe altrettanto insopportabile.

Raffaella ha detto...

Insopportabili?
Sempre meglio di certi italiani...e lo dico da italiana!
R.

alberto ha detto...

sì, ma se tutti i cardinali sapessero il latino o perlomeno l'italiano, non avremmo traduttori che poi fanno spifferare tutto sulla stampa...e questo sarebbe un bel vantaggio

Luisa ha detto...

Gli americani si comportano come se fossimo in campagna per eleggere...Obama, lo fanno a volto scoperto, all`americana, altri agiscono in modo anonimo e codardo tirando i fili delle solite marionette.
Non rispetto nessuno di questi comportamenti.

Anonimo ha detto...

Vi invito a leggere i seguenti bollettini della S.Sede

VISnews130304 04-03-2013-Anno XXIII - Num. 46

VISnews130306 06-03-2013 - Anno XXIII - Num. 48

Anonimo ha detto...

“Non sono state prese misure particolari per assicurare la segretezza di quanto accade durante Congregazioni Generali. Si conta sulla responsabilità e sulla moralità delle persone”
Questo ha chiarito oggi il P. Lombardi.

Allora non si spiega perché siano inibiti gli incontri pubblici dei Cardinali nord-americani. E soprattutto nessuno ha ancora segnalato in che modo questi incontri abbiano potuto infrangere i criteri di responsabilità e moralità, e non li abbiano piuttosto salvaguardati.

O qualcuno preferisce il "riserbo" di un tavolinetto al bar col pennivendolo scribacchino di turno?

gianni

Raffaella ha detto...

Esatto!
I corvi vanno benissimo ma guai a chi parla apertamente mettendoci la faccia, magari citando le coperture offerte a Maciel!
R.

Anonimo ha detto...

Mi spiace dovervi contraddire ma il comunicato riportato nel n.48 recita testualmente " Rispetto all'annullamento dei briefing che alcuni porporati nordamericani stavano dando in questi giorni, Padre Lombardi ha precisato che "le congregazioni non sono un sinodo né un congresso per i quali ci si adopera per dare la maggior informazione possibile, ma un cammino congiunto di riflessione per giungere alla decisione di eleggere il Romano Pontefice. La tradizione di tale cammino è la riservatezza per tutelare la libertà di riflessione di ognuno dei membri del Collegio cardinalizio che deve prendere una decisione così importante. Non mi sorprende pertanto che lungo questo cammino vi siano, al principio, momenti di pausa per la comunicazione, e che dopo, in armonia con il resto del Collegio, si stabilisca se e come comunicare".
Forse qualcuno ha confuso le Congregazioni con le Convention per l'elezione del presidente del USA. Ciò non toglie che si debbano individuare le "rane dalla bocca larga" per poterle "ricucire" a dovere.