lunedì 4 marzo 2013

Ha scritto la storia. Nel gesto di Benedetto XVI un messaggio forte al suo successore e alla Chiesa (Vesper)

Ha scritto la storia  

Nel gesto di Benedetto XVI un messaggio forte al suo successore e alla Chiesa

Stefan Vesper - segretario generale del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk)

Siamo rimasti tutti esterrefatti. Nel Rheinland, dove vivo, il lunedì grasso si festeggia carnevale in maniera molto festosa. Ma improvvisamente è arrivata la notizia. All’inizio si stentava addirittura a credere, poi velocemente è arrivata la conferma che la notizia era vera: papa Benedetto ha presentato la rinuncia al ministero di vescovo di Roma, successore di Pietro.
La decisione del Papa ci riempie di rispetto e gratitudine. Il Papa, il cattolico tedesco Joseph Ratzinger, con tutta la sua esistenza ha servito in modo straordinario il messaggio di Gesù Cristo e la Chiesa. Questo servizio per il bene della Chiesa è sicuramente anche il motivo della sua decisione attuale. Papa Benedetto parla spesso delle sue forze che diminuiscono, di sofferenza e d’incapacità nel portare avanti in maniera adeguata il compito affidatogli. La sua dichiarazione, mi pare, è una commovente testimonianza della grandezza umana. Egli ha deciso di presentare la rinuncia, perché sente profondamente la responsabilità per la nostra Chiesa. È un passo dettato dall’amore per la Chiesa, in perfetta coerenza con ciò che egli ha fatto nella sua vita. Il nostro presidente Alois Glück dice: “Il passo è stupefacente ed è un taglio netto per tutti noi. Ringraziamo papa Benedetto per il suo grande servizio e per il suo esempio di servitore della fede e della Chiesa”.
Diversi giornali ed emittenti mi hanno chiesto di rilasciare interviste. La domanda è sempre quella di fare “subito” un bilancio del pontificato, di sapere i motivi di questa decisione, di fare congetture sul futuro e di sapere chi sarà il successore e che cosa potrà fare di meglio. Io, in tutte le interviste, ho innanzitutto invitato al rispetto per il nostro Papa, per papa Benedetto, il cui pontificato continua ancora e che si è meritato la nostra stima!
Nel trarre il bilancio del suo pontificato, quando avremo capito la portata della sua decisione di lunedì scorso, e quando il pontificato sarà concluso, concorreranno molti elementi: le encicliche, i viaggi, i discorsi, le azioni e le decisioni. Papa Benedetto non dovrebbe essere messo a confronto con il suo predecessore, ma i parametri sono le sfide, che gli si sono presentate in questi otto anni e che egli ha affrontato con tutte le sue forze fisiche e spirituali.
La sua decisione è sovrana, è storica, scrive la storia. Se non vincolerà, comunque sia, influenzerà anche il prossimo Papa. È una decisione per il bene della Chiesa. È un contributo affinché il governo della Chiesa diventi più moderno, adatto ai tempi. Molto giustamente dice Benedetto: “Il mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti è agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede”. Il mondo richiede in ogni tempo una guida della Chiesa che sia capace di agire, coraggiosa, decisiva. Il Papa attuale si mette da parte e in questo modo pone parametri per il futuro.
Posso ancora ripetere un’altra proposta oppure è già stata esposta spesso? I governi moderni utilizzano in maniera conseguente il principio della collegialità. Dappertutto, i capi di governo e i ministri convocano almeno una volta la settimana i loro gabinetti per confrontarsi e discutere tutte le questioni più importanti. Queste consultazioni non sono vincolanti per il capo di governo, che resta la persona che in definitiva deve decidere e deve dare le linee guida. Il consiglio e la consulenza in un contesto collegiale, tuttavia, migliorano la sua decisione. Esiste la possibilità di arricchire, di equilibrare, di stabilire priorità, anche di contraddire in maniera fondata, in ogni caso di portare conoscenze, esperienze, nuovi aspetti. Non sarebbe una cosa positiva se il prossimo Papa convocasse regolarmente i cardinali della Curia e anche riunioni più numerose di vescovi? Non si dovrebbero riunire ogni anno i presidenti delle Conferenze episcopali sotto la sua guida per confrontarsi sulle domande che li coinvolgono? Osserviamo come andrà avanti la Chiesa e ringraziamo con tutto il cuore papa Benedetto XVI.

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