domenica 10 marzo 2013

La Chiesa degli Usa ha molti nomi buoni. Il programma di Dolan: serve profonda conversione. O'Malley: non potremo mai dimenticare il male degli abusi (Izzo)

CONCLAVE: LA CHIESA DEGLI STATI UNITI HA MOLTI NOMI BUONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 mar.

I favoriti restano l'arcivescovo di Milano Angelo Scola di 71 anni, quello di San Paolo del Brasile Odilo Scherer di 63 e il prefetto dei vescovi Marc Ouellet di 68. Ma e' possibile che nessuno di questi degnissimi cardinali, accomunati tutti dall'essere classificabili come conservatori, riesca a raggiungere i 77 voti necessari. E allora entreranno in scena figure in grado di raccogliere consensi piu' generali, come il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura Gianfranco Ravasi di 71 anni, quello del Pontificio Consiglio per i testi legislativi Francesco Coccopalmerio di 75, il capo del dicastero per i religiosi Braz de Aviz di 65 anni, il presidente della Cei Angelo Bagnasco di 70 e quello dei vescovi europei Peter Erdo di 61. Ma soprattutto sara' il momento degli statunitensi.
Con undici cardinali quello Usa e' fuor di dubbio il gruppo piu' coeso tra quelli "nazionali", come si e' dimostrato nel pre Conclave, oltre che il secondo piu' numeroso dopo quello degli italiani (che sono 28 e piuttosto divisi). A quanto si capisce e' anche l'unico gruppo disposto a scegliere al suo interno il porporato che piu' potrebbe essere votato dagli altri. Gli americani cominceranno, sembra, con il votare il loro presidente Timothy Dolan, di 63 anni, e se non ce la facesse lui si pensa che i confratelli potrebbero indicare il cappuccino Sean O'Malley, di 68 anni, forte di una santa vita e di un'ottima immagine. Ma ci sono anche almeno altri due nomi possibili: il pragmatico e forte Francis George di 75 anni, oblato di Maria e ex presidente dei vescovi Usa, e Donald Wuerl di 73 anni, gia' uomo di fiducia di Papa Wojtyla nell'Episcopato americano e al quale Benedetto XVI ha affidato lo scorso settembre l'incarico di relatore generale all'ultimo Sinodo del suo Pontificato, un segno di stima e fiducia.

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CONCLAVE: IL PROGRAMMA DI DOLAN, SERVE PROFONDA CONVERSIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 mar. 

Occorre "l'umilta' di ammettere che la Chiesa ha il profondo bisogno di una conversione interiore, il midollo della chiamata alla evangelizzazione". Lo ha affermato il neo cardinale di New York, Timothy Dolan, nella relazione che il 17 febbraio 2012 ha aperto la riunione straordinaria dei cardinali, l'ultima prima di quelle dell'attuale Sede Vacante. Parole che oggi possono servire ad immaginare quale programma potrebbe proporre alla Chiesa se fosse eletto Papa.
Il suo, come sottolineo' all'epoca il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, "e' stato un intervento molto ben accolto" dai 130 porporati, ma certo il presidente dei vescovi statunitensi, pur utilizzando un tono brioso, non ha omesso quelle che sono evidentemente verita' scomode sulla attuale debolezza della Chiesa Cattolica. E cosi' ha parlato anche della necessita' di tenersi "alla larga dall'arroganza e dalla superbia del trionfalismo", cercando pero' di non cadere nel rischio opposto di una depressione paralizzante.
Per Dolan, "dopo il Concilio la bella notizia era che il trionfalismo nella Chiesa e' morto. Ma purtroppo - ha osservato - e' morta anche la fiducia". 
L'arcivescovo di New York ha invitato i suoi confratelli a prendere atto che "in molti dei paesi rappresentati oggi alla riunione straordinaria dei cardinali, "la cultura e l'ambiente sociale una volta trasmetteva il Vangelo, ma oggi non e' piu' cosi'". E da parte sua la Chiesa deve "passare per le ultime fasi della Controriforma e riscoprirsi come un'opera missionaria". Un passaggio che porta ad abbandonare "le acque stagnanti della conservazione istituzionale". Per Dolan, tutto questo deve essere vissuto come una grazia e non come una sorta di punizione. "Quando ero seminarista al Collegio Nordamericano - ha raccontatostrappando applausi al compassato 'Senato della Chiesa' - tutti gli studenti di teologia del primo anno di tutti gli atenei romani furono invitati ad una messa in San Pietro celebrata dal prefetto della Congregazione per il Clero, il cardinale John Wright. Ci aspettavamo una omelia cerebrale. Ma lui inizio' chiedendoci: 'Seminaristi, fate a me e alla Chiesa un favore: quando girate per le strade di Roma, sorridete!'". 
Per il presidente dei vescovi americani, dunque, "il missionario, l'evangelizzatore, deve essere una persona di gioia". "Noi - ha poi ricordato ai 133 porporati presenti alla riunione del febbraio 2012 - siamo audiovisivi scarlatti per tutti i nostri fratelli e sorelle anche essi chiamati a soffrire e morire per Gesu'. Fu Paolo VI a notare saggiamente che l'uomo moderno impara piu' dai testimoni che dai maestri, e la suprema testimonianza e' il martirio. E oggi, tristemente, abbiamo martiri in abbondanza". 

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CONCLAVE: O'MALLEY, NON POTREMO MAI DIMENTICARE MALE DEGLI ABUSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 mar. 

La Chiesa "non potra' mai dimenticare la crisi" innescata dagli abusi sessuali del clero. Lo scrive in una lettera alla sua diocesi il cardinale Sean O'Malley, l'arcivescovo cappuccino di Boston, considerato uno dei principali candidati alla successione di Benedetto XVI. La nostra comunita', spiega, ha affrontato "la questione con onesta'" e ha "messo in atto i necessari cambiamenti". Decisione e "trasparenza" sono state armi importanti nella ricostruzione. E oggi, segnala il cardinale Sean O'Malley, "con i chiarissimi codici di comportamento in vigore, se un vescovo e' indifferente alla protezione dei fanciulli, credo che sia qualcosa che esige attenzione da parte della Santa Sede. Se non sai fare cose difficili, non devi essere vescovo. Ci sono sempre scelte molto dure da fare".
Gli stessi concetti contenuti nella lettera indirizzata l'anno scorso alla diocesi, sono ribaditi anche in un'intervista al National Catholic Register, in occasione dei 10 anni della scoperta di una serie di crimini di questo genere. 
Nella diocesi di Boston, all'epoca guidata dal cardinale Bernard Law, lo scandalo degli abusi sessuali dei preti emerse con una portata molto ampia, e porto' anche alle dimissioni di Law. Oltre 150.000 tra catechisti e volontari, riferisce il porporato, sono stati finora impegnati nei corsi di formazione per evitare il ripetersi di abusi. Inoltre, attraverso l'Office of Pastoral Support and Outreach dell'arcidiocesi sono stati organizzati incontri con oltre un migliaio di vittime degli abusi e i loro familiari. Infine, oltre 7 milioni di dollari sono stati spesi in servizi di assistenza. "Il mio deciso intento - ha confidato O'Malley nell'intervista, spiegando la sua azione contro gli abusi e in difesa delle vittime - e' stato far capire alla gente quello che era successo, i comportamenti che mettevamo in atto, e la nostra determinazione a far rispettare quei codici per far si' che le nostre parrocchie e le nostre scuole siano le piu' sicure possibili per i giovani".
Secondo il cardinale cappuccino, che se eletto Papa potrebbe scegliere il nome di Francesco I, "la trasparenza e' stata una parte importante per la ricostruzione". "Abbiamo pubblicato - ha assicurato - tutto quanto riguarda le nostre finanze. Abbiamo pubblicato piu' di qualsiasi altra diocesi nel mondo. Abbiamo voluto farlo perche' il denaro speso per i casi di abuso sessuale era un argomento molto scottante". "Volevo dimostrare - ha detto O'Malley - che non usavamo i fondi delle parrocchie, che alcune parrocchie venivano chiuse si', ma non per pagare i risarcimenti degli abusi sessuali. Il denaro infatti lo abbiamo ricavato dalla vendita della residenza episcopale". Per quanto riguarda l'accertamento dei fatti, il cardinale ha sottolineato che le vittime possono dare un grande contributo per aiutare altri a rivelare le offese subite. "Una grande risorsa - ha spiegato - e' stata la commissione d'indagine, che ho sempre istituito in ogni diocesi in cui sono stato". "In tale commissione - ha concluso - ho voluto che ci fossero vittime e loro famiglie insieme a giudici, preti ed altri. Questo consente una lettura indipendente, ed e' di grande aiuto anche quando un'accusa e' senza fondamento". Come Chiesa, si legge tra l'altro nella lettera alla diocesi, "non potremo mai dimenticare e mai lo faremo, il trauma e il senso di repulsione nell'aver appreso che per decenni i bambini sono stati oggetto di abusi sessuali che hanno devastato le loro vite e quelle dei propri familiari. Dobbiamo continuare a esprimere la nostra profonda tristezza e contrizione per come abbiamo fallito nei confronti di coloro che ci erano stati affidati alla nostra sollecitudine". 

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Poveri vaticanisti... Sottovalutano Raymond Leo Burke (Leone XIV :)

Anonimo ha detto...

Povero, buon O'Malley. Il "fondatore" ha fatto endorsement per lui. Si sa cosa accade in questi casi.
Alessia

Raffaella ha detto...

:-)))))
Manca un altro endorsement e siamo a posto :-)
R.

Fabiola ha detto...

Anche Televideo RAI ha fatto "endorsement" per O'Malley.
Rivelando che si chiamerà Francesco I.
No comment

gemma ha detto...

Qualunque Papa oggi adotti un primo a me pare un tantinello presuntuoso, e la Chiesa e' continuità. Non a caso, il Primo piace tanto a chi vuole la rottura

Anonimo ha detto...

Calma, calma...la storia di Francesco I è un'altra. In pratica, quasi subito dopo la Renuntiatio di Benedetto XVI, sulla Rete si chiacchierava già del prossimo Papa, e molti esprimevano il desiderio di una Chiesa del grembiule - insomma la solita pappetta riscaldata tra pauperismo ed altre amenità che vi risparmio, tanto le conosciamo bene - e chi meglio di un frate francescano come nuovo Papa? Il bello è che, appunto, su qualche blog e portale, alcuni commentatori hanno detto che, se 'O Malley fosse eletto, probabilmente sarebbe un Francesco I (il mondo sente l'esigenza di un nuovo Francesco, ma - aggiungo io - non del vero Santo, ma del santino melenso a proprio uso e consumo amato da molti anticlericali..."cattolici").
Quindi, amici miei, roba vecchia, la RAI non s'è inventata niente. E si sa che Televideo taglia e cuce a mo' di patchwork ciò che affiora qua e là...
Ad ogni buon modo, m'ispirano simpatia entrambi, Dolan e 'O Malley. Mi accodo a chi pensa che sia improbabile un interesse umano ad avere uno dei due come Papa. Ma lo Spirito Santo è al di sopra delle umane simpatie...vedremo cosa ci riserverà il Conclave venturo...
Ester.