martedì 19 marzo 2013

La musica è speranza che vuole essere condivisa (Josef Clemens)


Wolfgang Sawallisch, artista cristiano sereno e generoso

La musica è speranza che vuole essere condivisa

di Josef Clemens

Nelle parole di ringraziamento dopo un concerto che gli era stato offerto nel 2008, Papa Benedetto XVI, in riferimento all'esecuzione del Canto del destino (Schicksalslied) per coro e orchestra, opera 54 di Johannes Brahms, sottolineava come questa composizione avesse arricchito di una «religiosa fiducia» il Canto del destino (Hyperion) di Friedrich Hölderlin.

Come un riconosciuto intenditore e come grande amico della musica il Papa aggiungeva: «Questo fatto introduce alla considerazione del valore spirituale dell'arte musicale, chiamata, in modo singolare, a infondere speranza nell'animo umano, così segnato e talvolta ferito dalla condizione terrena. Vi è una misteriosa e profonda parentela tra musica e speranza, tra canto e vita eterna: non per nulla la tradizione cristiana raffigura gli spiriti beati nell'atto di cantare in coro, rapiti ed estasiati dalla bellezza di Dio». E Benedetto spiegava inoltre: «Ma l'autentica arte, come la preghiera, non ci estranea dalla realtà di ogni giorno, bensì a essa ci rimanda per “irrigarla” e farla germogliare, perché rechi frutti di bene e di pace (...) La festosità del canto e della musica sono altresì un costante invito per i credenti e per gli uomini di buona volontà ad impegnarsi per dare all'umanità un avvenire ricco di speranza».
Sono convinto che queste annotazioni contengano importanti parole chiave su cui possiamo riflettere in occasione del ricordo di una grande personalità e di un musicista eccezionale. Noi siamo chiamati a meditare sul valore spirituale, sulla “speranza” che ci viene donata e sul potere risanante della musica, che supera largamente il puro toccare i sentimenti o un'esperienza generale di benessere.
La musica dona speranza, sana le ferite e dà all'uomo interiore forza per poter affrontare e superare tutte le sfide e le difficoltà della vita quotidiana. Sì, vale per ogni arte vera che essa non porta a una fuga dalla vita, ma conduce alla vita stessa. La musica non è un “oppio” ma è un rafforzamento delle forze interiori dell'uomo, perché la sua vita si realizzi in una maniera giusta.
Oppure diciamolo con l'immagine usata da Benedetto XVI: l'arte vera, in questo è simile alla preghiera, “irriga” con acqua fresca la vita quotidiana. Ambedue a proprio modo fanno sì che possano crescere e prodursi frutti di bene e di pace.
La musica -- e in particolare il canto -- ci indirizza verso quella realtà che si trova oltre tutti i limiti e i condizionamenti umani. La musica apre l'orizzonte sopra tutte le realtà terrestri, la musica fa assaporare la bellezza e rinvia alla gioia di una vita eterna presso Dio.
Io stesso ho sperimentato in molti incontri e dialoghi che Wolfgang Sawallisch era un cristiano credente, che ha plasmato nella grande speranza cristiana la sua vita personale e professionale. Le sue piccole speranze e attese della vita quotidiana ricevevano da questa grande speranza la loro forza e il loro orientamento. La sua serenità e la sua pace interiore trasparivano a chi lo incontrava.
È altrettanto vero che Sawallisch era convinto profondamente della dimensione spirituale della musica. Il suo instancabile lavoro manifestava sempre di nuovo l'elevatezza e la bellezza di Dio della quale lui stesso era riempito e affascinato. Egli voleva -- oltre tutti i limiti delle confessioni e religioni -- aiutare altri tramite il pianoforte o la bacchetta nella mano a scoprire i segni e le vie della speranza, per guardare oltre tutti i limiti e le sfide della vita terrestre, per poterli vedere e affrontare in una maniera giusta.
Accanto alla serenità questa grande speranza dona una profonda magnanimità, che vuole che altri partecipino a quello che noi stessi abbiamo ricevuto. Come la vera gioia così anche la vera speranza preme in senso letterale per essere “condivisa”. E di questo è testimone la generosità di tutta la sua vita, come si può riconoscere nella Fondazione da lui voluta e che porta il suo nome per giovani musicisti. Sawallisch ha vissuto e ha lavorato nell'orizzonte di questa grande speranza della quale lui per mezzo della musica voleva far partecipi i suoi ascoltatori in tutto il mondo.

(©L'Osservatore Romano 18-19 marzo 2013)

Ricordo a Monaco di Baviera

Pubblichiamo stralci dall'omelia pronunciata dal vescovo Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per il Laici, nella messa tenuta il 7 marzo scorso nella parrocchia dello Spirito Santo a Monaco di Baviera in ricordo del direttore d'orchestra Wolfgang Sawallisch, morto il 22 febbraio scorso all'età di 89 anni.

(©L'Osservatore Romano 18-19 marzo 2013)

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