giovedì 7 marzo 2013

La Rivoluzione di Benedettto XVI. Dalla parte delle vittime per una pulizia radicale (Mazza)

Su segnalazione e trascrizione della nostra Laura leggiamo:


“La Rivoluzione”

Dalla parte delle vittime per una pulizia radicale

Salvatore Mazza

Ci sono le vittime. E i carnefici. E poi ci sono i complici, a diversi livelli e gradi di responsabilità.. Le vittime vengono prima e i colpevoli vanno puniti. Così come i loro complici, che anche nelle circostanze meno dirette o suggerite da intenzioni “buone”, ma sicuramente distorte, che non implicano rilievi penali, devono fare ammenda dei loro comportamenti. Volendo riassumere nella più estrema delle sintesi la “Dottrina Ratzinger”sui casi di abusi sessuali perpetrati su minori da parte di personale ecclesiastico, sono quelli i termini essenziali da riassumere. Termini che, tuttavia, non danno conto della vera e propria rivoluzione portata da Benedetto XVI che, della lotta alla pedofilia dentro la Chiesa, ha fatto un punto fermo del suo pontificato, proseguendo nell’azione che aveva iniziato ancora da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Una “operazione pulizia” radicale, minuziosa, iniziata dal giorno dopo la sua elezione e cioè ben prima che i contorni di quella vera e propria tragedia riesplodessero sui media di tutto il mondo, tentando, in modo anche ridicolo, a volte, come nei casi ricordati dall’avvocato Jeff Lena, di tirarlo in ballo anche personalmente.
Più dei passaggi “tecnici”, spesso complessi, attraverso i quali questa lotta  s’è dispiegata passo dopo passo, quello che più va sottolineato è come papa Ratzinger sia intervenuto con determinazione assoluta a smontare prima di tutto quell’idea omertosa che, in nome di un presunto “bene superiore” – l’integrità dell’immagine della Chiesa – ha portato per decenni a nascondere, minimizzare, insabbiare i casi che di volta in volta venivano fuori, senza che ci si preoccupasse che, in tal modo una nuova violenza fosse compiuta sulle vittime, che diventavano così, vittime due volte.
Papa Ratzinger in sostanza, ha detto chiaramente e inequivocabilmente che nessun presunto “bene superiore” della Chiesa può essere anteposto alle vittime, che vengono prima di tutto, che vanno ascoltate e aiutate, accompagnate se e quando necessario. 
Ha detto con altrettanta chiarezza, che non si dovrà mai più tacere davanti allo scandalo e che non ha nessuna importanza il fatto, pur accertato, che le statistiche dicano il contrario di quanto strillano i giornali, riconoscendo la minima incidenza percentuale nella Chiesa rispetto ad altre istituzioni, perché anche un solo ministro di Dio che si macchi di questo “crimine orrendo” è già uno di troppo e sporca tuta la Chiesa, che è di Dio. Mai più deve succedere. Il risultato di questa ferrea determinazione del Papa è sotto gli occhi di tutti e non lo vede solo chi vuole riconoscerlo. 
Sono cadute teste illustri, a cominciare da Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo e ben 77 vescovi di tutto il mondo hanno presentato le proprie dimissioni per le loro corresponsabilità. Soprattutto, dallo scorso dicembre, tute le Conferenze episcopali del mondo si sono dotate di proprie linee guida per affrontare nuovi casi che dovessero ripresentarsi. Perché la vergogna del passato non possa ripetersi.

© Copyright Avvenire, 27 febbraio 2013

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi auguro, caro Mazza, che le voci cattoliche si alzino sonore la mattina del 19 marzo, festa di San Giuseppe patrono del Papa emerito, per difendere la verità e smontare la menzogna.
Alessia

Anonimo ha detto...

Dall'intervista a Lajolo di qualche giorno fa:

Card. Lajolo: "a me sembra che la priorita' di tutte le priorita' sia la missione: se la Chiesa fosse missionaria e guardasse fuori di se' i problemi si supererebbero piu' facilmente".

Dall'articolo qui linkato:
"papa Ratzinger sia intervenuto con determinazione assoluta a smontare prima di tutto quell’idea omertosa che, in nome di un presunto “bene superiore” – l’integrità dell’immagine della Chiesa – ha portato per decenni a nascondere, minimizzare, insabbiare i casi che di volta in volta venivano fuori, senza che ci si preoccupasse che, in tal modo una nuova violenza fosse compiuta sulle vittime, che diventavano così, vittime due volte.
Papa Ratzinger in sostanza, ha detto chiaramente e inequivocabilmente che nessun presunto “bene superiore” della Chiesa può essere anteposto alle vittime, che vengono prima di tutto, che vanno ascoltate e aiutate, accompagnate se e quando necessario.

Dall'Omelia di Benedetto XVI alla prima domenica di quaresima 2013:
"Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?"

Attenzione bene: anche la "missionarieta'" potrebbe essere un "presunto bene superiore" e quindi puo' essere usata (a torto e male) per evitare di confrontarsi con la verita'. Che "missionarietà" ci potrebbe essere se prima di tutto non c'e' un Cristo da portare agli altri? Un Cristo che spacca i limiti della creatura - spazio e tempo - per donargli di entrare nell'Infinito ed Eterno di Dio stesso? Che Cristo testimoniamo se non siamo prima di tutto testimoni almeno di giustizia verso chi e' stato rapito della sua vita?
O andiamo a fare "missionarieta'" per soddisfare i bisogni primari, ma che poi non danno soluzione e senso al vivere, e infiliamo le nuove missioni nella sfera del consumo sistematico?

Anonimo ha detto...

i vecchi marpioni curiali son tornati al potere...tutti contenti.
Di fronte a questo profluvio di corvi, di veleni, di machiavellici messaggi e minacce trasversali in codice ...ho paura che il Vaticano sarà spazzato via come la Roma papale del 1870.Poi per loro sarà troppo tardi.
L'indebolimento della figura di papa Benedetto per loro si rivelerà un boomerang..

alberto ha detto...

per fortuna san giuseppe non è solo patrono di benedetto xvi, ma anche di tutta la chiesa...ecco a chi rivolgersi...tralaltro è un santo che fa avere vocazioni sacerdotalia tutti i vescovi che credono in lui e che lo pregano...