lunedì 25 marzo 2013

Papa Francesco incontra i Prefetti per i vescovi ed i religiosi. Alla Messa del mattino: impariamo la pazienza da Gesù. A Giuda non ha detto: Sei un ladro (Izzo)


PAPA: INCONTRA I PREFETTI PER I VESCOVI E I RELIGIOSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 mar. 

Papa Francesco incontra questa mattina il prefetto della Congregazione per i vescovi, il cardinale canadese Marc Ouellet, e quello della Congregazione per i religiosi, il cardinale brasiliano Joao Braz D'Aviz. 

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PAPA: IMPARIAMO PAZIENZA GESU', A GIUDA NON HA DETTO SEI LADRO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 mar. 

Dobbiamo imparare da Gesu' anche la pazienza verso i peccatori e i nostri stessi peccati. 
Lo suggerisce Papa Francesco. Nell'omelia della messa di questa mattina, il Pontefice ha ricordato infatti che Giuda era noto per i suoi furti dalla cassa comune ma, ha sottolineato, "Gesu' non gli ha detto: 'Tu sei un ladro'. E' stato paziente con Giuda, cercando di attirarlo a se' con la sua pazienza, con il suo amore". "Ci fara' bene pensare - in questa Settimana Santa ha affermato Papa Francesco - alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati".
"L'emblema dell'infinita pazienza che Dio ha per l'uomo e' riflesso nell'infinita pazienza che Gesu' ha per Giuda", ha sintetizzato la Radio Vaticana
Papa Francesco ha preso spunto dalla scena del Vangelo di oggi, nel quale Giuda critica la scelta di Maria, sorella di Lazzaro, di ungere i piedi di Gesu' con trecento grammi di prezioso profumo: meglio sarebbe stato - sostiene Giuda - venderlo e dare il ricavato ai poveri. Giovanni nota nel Vangelo che a Giuda non interessavano i poveri ma i soldi, che rubava. Papa Francesco si e' soffermato anche sul brano di Isaia della prima lettura, che nel presentare "l'icona di quel 'servo di Dio', ha sottolineato di Gesu' la mitezza, la pazienza. Che e' la pazienza di Dio stesso". "Quando si pensa alla pazienza di Dio: quello e' un mistero!", ha esclamato Papa Francesco.
"Quanta pazienza ha Lui con noi! Facciamo tante cose, ma Lui e' paziente", sono state le parole del nuovo Pontefice. Il Signore, ha detto ancora citando la parabola del "Figliol prodigo", e' paziente "come quel padre che il Vangelo dice che ha visto il figlio da lontano, quel figlio che se n'era andato con tutti i soldi della sua eredita'". E perche', si e' chiesto il Papa, l'ha visto da lontano? "Perche' tutti i giorni andava in alto a guardare se il figlio tornava". Questa, ha ripetuto Papa Francesco, "e' la pazienza di Dio, questa e' la pazienza di Gesu'". "Pensiamo - ha poi concluso Bergoglio - a un rapporto personale, in questa Settimana: come e' stata nella mia vita la pazienza di Gesu' con me? Soltanto questo. E poi, uscira' dal nostro cuore una sola parola: 'Grazie, Signore! Grazie per la tua pazienza". Con il Pontefice hanno concelebrato anche oggi (come nei giorni scorsi) l'arcivescovo emerito di Quito, cardinale Raul Eduardo Vela Chiriboga, il segretario della Congregazione dei vescovi, monsignor Lorenzo Baldisseri, il direttore della Domus Santa Marta, monsignor Battista Ricca, che dirige anche la Casa del clero di via della Scrofa dove Papa Francesco si reco' il giorno dopo l'elezione per pagare il conto, e monsignor Alfred Xuereb che attualmente aiuta il nuovo Papa nelle funzioni di segretario particolare. Alla messa questa mattina hanno partecipato i dipendenti del Servizio Fotografico dell'Osservatore Romano, con il loro direttore don Sergio Pellini e il direttore del giornale professor Giovanni Maria Vian, una piccola delegazione della Associazione "Tu es Petrus", con il presidente Gianluca Barile, e la famiglia del medico pontificio e direttore dei servizi sanitari del Vaticano, professor Patrizio Polisca. 

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PAPA: MESSA CON IL SERVIZIO FOTOGRAFICO DELL'OSSERVATORE ROMANO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 mar. 

I dipendenti del Servizio Fotografico dell'Osservatore Romano, con il loro direttore, il salesiano don Sergio Pellini, e il direttore del giornale, professor Giovanni Maria Vian, hanno partecipato questa mattina alla messa celebrata da Papa Francesco nella Cappella della Domus Santa Marta. 

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PAPA: ALLA MESSA DI OGGI ANCHE ASSOCIAZIONE "TU ES PETRUS"


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 mar. 

"Santo Padre, lei e' il mio Papa ma io sono il suo presidente". 
Con questa battuta il giornalista Gianluca Barile, presidente dell'Associazione "Tu es Petrus", si e' rivolto dopo la messa nella cappella Santa Marta a Papa Francesco, strappandogli una grande risata. L'associazione - che ha per motto "fedeli al Papa e alla Chiesa" - annovera i cardinali Jose' Saraiva Martins, Salvatore De Giorgi e Kurt Koch quali presidenti onorari, e il nuovo Pontefice si e' complimentato per tali autorevoli adesioni e per le attivita' in corso a sostegno della Sede Apostolica.
A Papa Francesco, nell'occasione, e' stato mostrato il prototipo del nuovo premio "Tu es Petrus", un bassorilievo in bronzo raffigurante il primo Papa, San Pietro, sullo sfondo della Cupola, opera dello scultore Michele Monaco della Bottega "Mortet" di Roma. 
L'associazione aveva diffuso ieri una nota ringraziando Papa Francesco e Benedetto XVI per la testimonianza di umilta' e fraternita', e affermando che "il nuovo Pontefice portera'avanti la purificazione (dal carrierismo, dall'affarismo e dalle coperture omertose di ogni tipo di abuso) avviata nel Pontificato di Joseph Ratzinger, e lo fara' con un rinnovato vigore fisico e di animo, come richiesto dai tempi che viviami. 
La sua esperienza di Pastore ai confini del mondo (ovvero dell'opulenza e autosufficienza delle societa' occidentali) offrira' ulteriore spinta a un rinnovamento della Chiesa che e' in definitiva un impegno a favore dei deboli e degli indifesi. E Benedetto non fara' mancare il sostegno della sua preghiera". 

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4 commenti:

sam ha detto...

Il Signore mi perdoni, Raffaella, ma in questo caso non sono troppo contenta della linea di continuità nella pazienza....
:-)

Paolo ha detto...

Beh, se vogliamo essere puntuali e precisi, nel Vangelo di Giovanni (12, 1-11) si legge espressamente che Giuda era ladro. Il Signore non glielo avrà detto esplicitamente, a Giuda, che fosse un furfante, ma comunque lo ha fatto sapere all'umanità intera, rivelandolo attraverso l'Evangelista. Avrà certo usato molta pazienza prima, ma poi ha parlato assai chiaro attraverso Giovanni; o, anche, usando quelle ben note frasi (guai a colui che mi tradisce, sarebbe meglio per lui che non fosse mai nato, ecc. ecc.)che fanno riflettere molto sul destino eterno di Giuda.

alberto ha detto...

se vi leggete le visioni della valtorta, beh la mansuetudine di gesù ha raggiunto con giuda il massimo del concepibile umano, un perdono senza fine di chi rubava e tramava ogni giorno...un rispetto tenero per un uomo che meditava il tradimento, una fiducia potremmo dire assolutamente infondata su un uomo che ha a lungo meditato il tradimento. giovanni dice giustamente che era ladro, ma ha ragione papa francesco tutte le esegesi bibliche rivelano che gesù mai glielo rinfacciò, ma lo amò ancor più...e la cosa andò avanti per mesi...un dio che ti insegue come l'ultima servetta pur di salvarti, pur di averti con sé in paradiso...gesù il temperamentoso che col suo traditore usava una gentilezza e un amore enormi...non continuo sennò piango...

Anonimo ha detto...

Attenzione: le visioni della Valtorta furono giudicate non soprannaturali dalla Chiesa.
Si possono leggere come un qualsiasi romanzetto, ma non bisogna prenderle in parola, né basare su di esse la propria Fede o riflessioni su atti dei Vangeli. :-)

Sul destino di Giuda, Papa Benedetto XVI insegna che non possiamo sapere quale fu la sua sorte eterna:

"Ancora di più si infittisce il mistero circa la sua sorte eterna, sapendo che Giuda “si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente»” (Mt 27,3-4). Benché egli si sia poi allontanato per andare a impiccarsi (cfr Mt 27,5), non spetta a noi misurare il suo gesto, sostituendoci a Dio infinitamente misericordioso e giusto".

(Udienza del 18 ottobre 2006)

Quindi raccogliamo l'invito di Papa Benedetto XVI, e meditiamo sulle parole di Papa Francesco: pazienza, dunque, che nella sua radice porta con sé il pathos, la sofferenza. Non si tratta di una pazienza sospirosa, da spallucce, ma un'assidua e continua com-passione, un soffrire insieme all'altro per comprenderlo pienamente. Un atteggiamento che può nascere soltanto dall'amore: è interessante notare come il vasetto venga "spezzato", prefigurando la Fractio Panis, e rilasci un odore che invade tutta la casa, come il Costato trafitto di Gesù inonderà il mondo di Grazia. Qui è nascosta la "pazienza", cioè il pathos universale, sofferenza indispensabile nata dalla volontà di Redenzione.

Scusate la lunghezza, ma l'Unzione di Betania mi è molto cara. Anche per il significato liturgico che porta con sé. :-)

Ester. (oggi un po' catechista)