mercoledì 13 marzo 2013

Sodano invoca un Buon pastore e tutti applaudono Ratzinger (Filippi)


Sodano invoca un Buon pastore e tutti applaudono Ratzinger

Stefano Filippi 

Città del Vaticano

Otto anni fa, prima dell'ultimo conclave, l'omelia della messa «Pro eligendo Pontifice» era stata un manifesto per il papato. E il cardinale che la pronunciava, Joseph Ratzinger, 36 ore dopo sarebbe uscito dalla Cappella Sistina vestito di bianco.
Ieri è stato diverso. Il decano del sacro collegio, Angelo Sodano, è coetaneo di Benedetto XVI: non è entrato in conclave e non sarà Papa. Non ha tracciato un programma di governo, non ha denunciato la «fede adulta» che «segue le onde della moda» e la «dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».
Ieri la solennità era la stessa. Il gregoriano, i paramenti rossi, la lunghissima processione di porporati con le mitrie bianche, la gran folla di fedeli in San Pietro che non viene frenata quando applaude Benedetto XVI. Il quale non amava battimani durante le liturgie. La lunga ovazione si è alzata quando Sodano ha citato «l'amato e venerato Benedetto XVI al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra profonda gratitudine» per il «luminoso pontificato».
Sodano ha letto un testo privo di slanci carismatici e di gravi giudizi sull'oggi. La sua è stata un'omelia di stampo «ratzingeriano» secondo lo stile di un cardinale che ha dedicato la vita al lavoro diplomatico nelle nunziature e in Segreteria di stato. Ed evidentemente il decano ha raccolto e sintetizzato ciò che i cardinali si sono detti nelle dieci congregazioni preparatorie del conclave.
Niente accenni a finanze vaticane, Vatileaks, Curia da riformare, e forse non c'era da aspettarsele. Sodano ha richiamato i temi della carità e dell'unità commentando le letture bibliche. Ha citato più volte Benedetto XVI e Giovanni Paolo II soprattutto parlando della carità, che non è un semplice «aiuto umanitario» perché «massima opera di carità è proprio l'evangelizzazione».
Ecco un tema risuonato spesso tra i cardinali al momento di tracciare il profilo del nuovo Papa: l'evangelizzazione, la comunicazione della fede al mondo scristianizzato. Nel discorso del 2005 Ratzinger aveva invitato i cattolici a «essere animati dalla santa inquietudine di portare a tutti il dono della fede, dell'amicizia con Cristo».
L'approccio di Sodano alla modernità non è quello della «dittatura del relativismo» ma ha ricordato «la sofferenza, l'ingiustizia, la povertà, tutte le fragilità dell'uomo». Comprese quelle, pare di capire, degli uomini di Chiesa. Al Papa è affidata una «missione di misericordia» che lo impegna «più di ogni altro sacerdote o vescovo». Due volte il cardinale ha ripetuto la domanda di Gesù a Pietro: «Mi ami tu più di costoro?». Al Papa viene chiesto di «dare la vita» per la Chiesa secondo l'immagine del «buon pastore». Ritornano le parole di addio di Ratzinger quando disse che il Papa non ha più privacy ma appartiene a Cristo «sempre e per sempre».
Altra sottolineatura sulla «diversità di doni in funzione dell'edificazione dell'unico corpo di Cristo»: «Tutti noi dobbiamo collaborare a edificare l'unità della Chiesa» assieme al Papa. È un richiamo alla coesione tra cardinali ma anche tra i fedeli e il Papa. Sodano ha anche esaltato le «tante iniziative benefiche verso i popoli e la comunità internazionale» di cui gli ultimi Papi sono stati artefici, «promuovendo senza sosta la giustizia e la pace. Preghiamo perché il futuro Papa possa continuare quest'incessante opera».
Non è l'unica preghiera sodaniana. «Preghiamo perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso la sua missione». E poi: «Imploriamo il Signore che voglia presto concedere un altro Buon Pastore alla sua Chiesa». Presto, signori cardinali, fate presto.

© Copyright Il Giornale, 13 marzo 2013

1 commento:

Eugenia ha detto...

Il buon pastore tanto invocato Dio lo aveva mandato nel zuo gregge ma ìo stesso gregge lo ha rinnegato card. Sodano!