giovedì 21 marzo 2013

Benedetto XVI: "L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio per poi ridiscendere, portando l'amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio"

Clicca qui per rileggere lo straordinario Messaggio che Benedetto XVI ha preparato per la Quaresima 2013.

Leggiamo alcuni brani:


La fede costituisce quella personale adesione – che include tutte le nostre facoltà – alla rivelazione dell'amore gratuito e «appassionato» che Dio ha per noi e che si manifesta pienamente in Gesù Cristo. L’incontro con Dio Amore che chiama in causa non solo il cuore, ma anche l’intelletto: «Il riconoscimento del Dio vivente è una via verso l'amore, e il sì della nostra volontà alla sua unisce intelletto, volontà e sentimento nell'atto totalizzante dell'amore. Questo però è un processo che rimane continuamente in cammino: l'amore non è mai "concluso" e completato»

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«La fede ci mostra il Dio che ha dato il suo Figlio per noi e suscita così in noi la vittoriosa certezza che è proprio vero: Dio è amore! ... La fede, che prende coscienza dell'amore di Dio rivelatosi nel cuore trafitto di Gesù sulla croce, suscita a sua volta l'amore. Esso è la luce – in fondo l'unica – che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire»

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Alla luce di quanto detto, risulta chiaro che non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità. Queste due virtù teologali sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto o una «dialettica». Da un lato, infatti, è limitante l'atteggiamento di chi mette in modo così forte l'accento sulla priorità e la decisività della fede da sottovalutare e quasi disprezzare le concrete opere della carità e ridurre questa a generico umanitarismo. Dall’altro, però, è altrettanto limitante sostenere un’esagerata supremazia della carità e della sua operosità, pensando che le opere sostituiscano la fede. Per una sana vita spirituale è necessario rifuggire sia dal fideismo che dall'attivismo moralista.

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Una fede senza opere è come un albero senza frutti: queste due virtù si implicano reciprocamente. La Quaresima ci invita proprio, con le tradizionali indicazioni per la vita cristiana, ad alimentare la fede attraverso un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio e la partecipazione ai Sacramenti, e, nello stesso tempo, a crescere nella carità, nell’amore verso Dio e verso il prossimo, anche attraverso le indicazioni concrete del digiuno, della penitenza e dell’elemosina.

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La fede ci invita a guardare al futuro con la virtù della speranza, nell’attesa fiduciosa che la vittoria dell'amore di Cristo giunga alla sua pienezza. Da parte sua, la carità ci fa entrare nell’amore di Dio manifestato in Cristo, ci fa aderire in modo personale ed esistenziale al donarsi totale e senza riserve di Gesù al Padre e ai fratelli".

15 commenti:

sam ha detto...

Speriamo allora ridiscenda... ;-)

laura ha detto...

Mi sa che se non saliamo noi... non c'è niente da fare.

gemma ha detto...

come diceva un amico mio e del blog, cara sam, noi siamo accampati là sotto :)

gemma ha detto...

probabilmente, chissà, questa è una parte dell'enciclica della fede che stava scrivendo

Eugenia ha detto...

E' proprio come dici cara gemma

sam ha detto...

Ho inziato a leggere "LA VITA DI SAN BENEDETTO" di San Gregorio Magno.
(www.ora-et-labora.net/dialoghitxt.html#c3)

A questo punto mi sono fermata... e non aggiungo altro. Ho bisogno di una pausa di preghiera.

"3. Il segno della croce
Gregorio: .. Conduceva vita veramente santa, e per questo la sua fama si andava divulgando dovunque. ..
Tutti insieme questi uomini si presentarono al venerabile Benedetto e lo pregarono insistentemente perché assumesse il loro governo. Il santo uomo si rifiutò a lungo, con fermezza, soprattutto perché era convinto che i loro costumi non si sarebbero potuti mai conciliare con le sue convinzioni. Ma alla fine, quando proprio non poté più resistere alla loro insistenza, acconsentì. .. Cominciò subito a vigilare attentamente sulla vita regolare e nessuno si poteva permettere, come prima, di flettere a destra o a sinistra dal diritto sentiero dell'osservanza monastica. Questo li fece stancare e indispettire, e, stolti com'erano, si accusavano a vicenda di essere andati proprio loro a sceglierlo per loro abate; la loro stortura cozzava troppo contro la norma della sua rettitudine. Si resero conto che sotto la sua direzione le cose illecite non erano assolutamente permesse e d'altra parte le inveterate abitudini non se la sentivano davvero di abbandonarle: è tanto difficile voler impegnare per forza a nuovi sistemi anime di incallita mentalità! E cosa purtroppo notoria che chi si comporta male trova sempre fastidio nella vita dei buoni; e così quei malvagi si accordarono di cercar qualche mezzo per togliergli addirittura la vita. Ci furono vari pareri e infine decisero di mescolare veleno nel vino, e a mensa, secondo una loro usanza, presentarono all'abate per la benedizione il recipiente di vetro che conteneva la mortale bevanda. Benedetto alzò la mano e tracciò il segno della croce. Il recipiente era sorretto in mano ad una certa distanza: il santo segno ridusse in frantumi quel vaso di morte, come se al posto di una benedizione vi fosse stata scagliata una pietra. Comprese subito l'uomo di Dio che quel vaso non poteva contenere che una bevanda di morte, perché non aveva potuto resistere al segno che dona la vita.
Si alzò sull'istante, senza alterare minimamente la mitezza del volto e la tranquillità della mente, fece radunare i fratelli e disse semplicemente così: "Io chiedo al Signore che voglia perdonarvi, fratelli cari: ma come mai vi è venuto in mente di macchinare questa trama contro di me? Vi avevo detto che i nostri costumi non si potevano accordare: vedete se è vero? Adesso dunque basta così; cercatevi pure un superiore che stia bene con la vostra mentalità, perché io, dopo questo fatto, non me la sento più di rimanere con voi". E se ne tornò alla grotta solitaria che tanto amava, ed abitava lì, solo solo con se stesso, sotto gli occhi di Colui che dall'alto vede ogni cosa.
..
Se il santo uomo avesse voluto tenere per forza lungo tempo sotto il suo governo quei monaci che erano unanimi contro di lui ed avevano abitudini tanto diverse dalle sue, forse sarebbe stato spinto a sospendere la sua austerità e a perdere la sua costante tranquillità.. Forse, esaurito dalle quotidiane riprensioni e castighi che era necessario dare, avrebbe atteso con minore slancio al suo perfezionamento, e forse avrebbe finito col perdere di vista la propria anima, senza riuscire a guadagnare quella degli altri.
..
Pietro: .. Vorrei che mi dicessi se ha fatto bene a lasciare i fratelli, dopo aver accettato di governarli.
Gregorio: senti, Pietro: … Su chi sarebbe rimasto a vigilare il santo, quando vedeva che tutti senza eccezione eran d'accordo a perseguitarlo? E poi dobbiamo anche tener presente questo: che spesso i santi, quando si accorgono che ove sono lavorano inutilmente, maturano nell'anima la deliberazione di andarsene altrove, in luogo più fecondo alle fatiche dell'apostolato."

Luisa ha detto...

O quando anche l`agenzia Zenit, con il suo coordinatore editoriale, Antonio Gaspari, unisce la sua voce al coro monocorde e laudatorio per il Vescovo di Roma, udite, udite, o gente:

Con Giovanni Paolo II abbiamo avuto un Papa che è diventato santo, con Francesco abbiamo un santo che è stato eletto Papa..."

Che fra i due ci sia stato Benedetto XVI sembra sia sfuggito al signor Gaspari!
Bisognerebbe anche ricordare al responsabile di un`agenzia cattolica che la Missa in Coena Domini non è la Messa della Lavanda dei Piedi, ma la Messa che ripresenta l`istituzione dell`Eucaristia e del Sacerdozio!
Ma non si rendono conto che il ridicolo non lo stanno nemmeno più rasentando, che ci sono in pieno?

http://www.zenit.org/it/articles/un-santo-che-e-stato-eletto-papa

gianniz ha detto...

Quando si cavalca il vento, i vuoti sono a portata di soffio.

sam ha detto...

Zenit, l'agenzia dei Legionari di Cristo?
Se ne intendono di santità loro...

Dal nobel preventivo, alla canonizzazione preventiva... E' qui la festa?

Eugenia ha detto...

Addirittura beh non ho parole!

Anonimo ha detto...

La Legione e i suoi fiancheggiatori hanno il canino super avvelenato con Joseph-Benedetto. Speriamo che la pulizia continui.
Alessia

Luisa ha detto...

C`è chi sta svegliandosi dalla sbornia, o forse è stato solo zitto osservando:

http://www.liberoquotidiano.it/news/1208644/Giordano-Papa-Francesco-non-merita--questa-colata-di-melassa.html

C`è chi, in Francia, e non è un tradizionalista, ha parlato di "francescomania", certi livelli di sbornia mediatica rasentano la"francescolatria", certi commentatori non solo non rendono, in fine, servizio al Vescovo di Roma, in effetti vorrebbero ingabbiarlo nelle loro interpretazioni, peana e proiezioni per il futuro della Chiesa, che non farebbero altrimenti, ma non fanno un buon servizio nemmeno alla Chiesa.
Anche se, da quel che si sa di lui, e da quel che ci sta mostrando, Jorge Bergoglio non è uomo da farsi ingabbiare, ma piuttosto uomo che rompe quelle che secondo lui sono sbarre che potrebbero imprigionarlo.
Potrebbe interessarvi questo articolo su un libro da lui scritto a quattro mani con un rabbino:

http://vaticaninsider.lastampa.it/recensioni/dettaglio-articolo/articolo/recensioni-libro-bergoglio-23409/

sam ha detto...

Il card.Bergoglio diceva che i tradizionalisti - premetto che non lo sono, anche se amo la Tradizione della Chiesa - sono fondamentalisti e rigidi.

Però Francesco, al pari dei tradizionalisti più estremi, pare decisamente incline alle affermazioni apodittiche e alle demonizzazioni ('chi non prega il Signore prega il diavolo' ecc.)

Qualcuno mi spieghi per esempio questa:

"Il denaro ha una patria e chi prende la ricchezza che è prodotta in un Paese per portarla altrove fa peccato, in quanto non onora il Paese che produce quella ricchezza e il popolo che lavora per generarla."

Sono convinta che questa affermazione farebbe felice diverse persone che mi accusano di aiutare troppo i poveri all'estero, quando ce ne sono tanti in Italia.

Dunque chiudiamo tutti i "peccaminosi" gruppi missionari?

A me spaventa un uomo così, che non misura la parole, che sembra autocompiacersi delle sue personali certezze.
Mi ricorda tanto il Card.Martini. parlava di povertà senza essere povero, parlava di misericordia senza usarne, parlava di apertura, escludendo e discriminando regolarmente quelli che non rispondevano ai suoi gusti e alle sue aspettative ...

prego e spero che intervenga la Grazia di stato.

Anonimo ha detto...

"Il denaro ha una patria e chi prende la ricchezza che è prodotta in un Paese per portarla altrove fa peccato, in quanto non onora il Paese che produce quella ricchezza e il popolo che lavora per generarla."
Caro Sam, adesso non esageriamo ... Va bene che Francesco fornisce buoni motivi di perplessità, però non dobbiamo adesso andare a prendere ogni singola frase per aggredirlo in base a interpretazioni infondate. Qui ritengo che si riferisse chiaramente a chi esporta capitali all'estero, soprattutto in un contesto di crisi post-fallimento quale è stato quello dell'Argentina.

sam ha detto...

Ok anonimo, accolgo la reprimenda. Ho esagerato.
Mi rendo conto che, in reazione agli eccessi apologetici dei media, sto cadendo nell'eccesso opposto.
Mi pento e mi taccio.