domenica 10 marzo 2013

Don Michele Falabretti: Benedetto XVI ha saputo incontrare i giovani con parole piene di senso


Su segnalazione di Laura leggiamo:

L’educatore: Ha saputo incantarli con parole piene di senso

di Don Michele Falabretti *

Chi è stato – qualche volta – sulla spianata della GMG, ha visto questa scena. A un certo punto viene annunciato l’ingresso della jeep bianca che porta il Papa in mezzo ai giovani. 
Come allo sparo dello starter di una corsa, improvvisamente tutti scattano in piedi e si mettono a correre. Gli spazi dei settori al centro di colpo, si svuotano e tutti si accalcano a ridosso delle transenne. Rigorosamente, con il telefonino in mano , per scattare una foto. Era quello l’inizio di un dialogo che poi proseguiva su l palco papale: parole, gesti e canti erano l’inizio di un coinvolgimento anche spettacolare.
Poi le cose son un po’ cambiate. A Colonia le transenne non c’erano e fu impossibile far passare la jeep. Ultimamente era ripreso il giro prima della Messa della domenica mattina. Ma niente corse. Perché l’appuntamento con Benedetto XVI è da un’altra parte. Ricordo soprattutto la notte di Sidney , quando il Papa ha parlato ai giovani utilizzando Sant’Agostino: “l’allontanamento dal Signore è solo un futile tentativo di fuggire da noi stessi”:
Lì per lì, rimango perplesso: chissà cosa avranno capito? Poi, con una semplicità quasi disarmante, il Papa comincia a scavare nel profondo del cuore di ciascuno. Sempre utilizzando Agostino. Rimango sospeso: ma non sarà troppo difficile per loro? A un certo punto incrocio lo sguardo di qualcuno: aveva gli occhi lucidi.
Era iniziata al nuova stagione. L’euforia si trasforma in incanto. Le parole, misurate, pronunciate con mitezza e delicatezza, manifestano sempre più tutta la loro potenza. E la capacità di andare dritte al cuore dell’esistenza. La scuola del silenzio sembra la pia illusione di chi è ancorato a forme superate: chi si sarebbe aspettato di poter far sognare ancora i giovani facendo loro attraversare un silenzio abitato da parole piene di senso? Soltanto chi non ha visto questo  percorso non è riuscito a comprendere i famosi dieci minuti di adorazione della spianata di Madrid.
Ma noi, mentre il vento caldo ci asciugava dalla pioggia appena ricevuta, ce ne stavamo in ginocchio a vedere le spalle del Papa. Poco più oltre, la Presenza dell’Unico per cui vale la pena vivere. C’era una Papa al quale quella sera non era stato concesso di parlare: il temporale sembrava averla vinta. Sorridente, non si era scomposto. Paziente, aveva atteso Quella sera , il discorso  l’avrebbe fatto in ginocchio, voltando le spalle alla marea di giovani. Ma portandoci tutti dal Maestro che aspettava tutti e ciascuno

Direttore del servizio nazionale di pastorale giovanile

© Copyright Avvenire, 24 febbraio 2013

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