martedì 5 marzo 2013

Il sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi: Benedetto XVI ha profondamente cambiato la sua vita. L'incontro all'eliporto (Pijola)


Castel Gandolfo, il sindaco che “ospita” il Papa: «Il suo gesto rivoluzionario un esempio anche per la politica»

Il primo cittadino Milvia Monachesi, un passato nella sinistra riformista e quell'incontro speciale con Ratzinger: «Mi ha avvicinata alla Chiesa»

di Marida Lombardo Pijola

ROMA - A Castel Gandolfo, in piazza della Libertà, accanto al palazzo pontificio dove il Papa emerito medita, passeggia e prega, chiuso nella sua bolla di silenzio, lavora una signora che ha nel suo ufficio una bellissima foto in bianco e nero di Enrico Berlinguer. Si chiama Milvia Monachesi, ha 56 anni e due figli da un marito divorziato, ha militato sin da ragazza nella sinistra riformista, ed era una di quelli che sognavano di cambiare il mondo con la lotta di classe, spendendo testa e cuore. Milvia è da otto mesi il sindaco di uno dei più bei borghi italiani, il primo donna, eletta nelle liste del Pd. L'altra mattina, per la prima volta, ha aperto la giornata andando in Chiesa. 

E' andata a pregare per il suo nuovo vicino, Joseph Ratzinger. L'uomo davanti al quale, racconta, l'altro giorno ha pianto, baciandogli le mani, come mai avrebbe immaginato di trovarsi a fare. L'uomo che, aggiunge, ha profondamente cambiato la sua vita. Non è che abbia cambiato la sua vita per l'impegno tutt' affatto lieve di fare in modo che ogni cosa sia all'altezza del privilegio di ospitare per due mesi (forse tre) il primo Papa emerito della storia della Chiesa. Non è per il carico del cerimoniale, o della sicurezza, o delle premure che la cittadina, tramite il suo sindaco, intende tributare all'ex pontefice, per tutelare il suo desiderio di tranquillità, per fargli percepire i sentimenti che Milvia, a nome della cittadinanza, ha elencato su un grande manifesto: «Affetto, stima, comprensione, gratitudine per aver scelto di venire mezzo a noi in un momento così difficile». Ragion per cui gli sarà offerta presto la cittadinanza onoraria del borgo dal quale si possono vedere “il lago, le montagne e il mare”, come lui stesso ha scritto nella targa che gli ha dedicato, non senza aggiungere che, da quelle parti, si può frequentare “gente buona”. 

Come Milvia. Nel suo cuore, ancorché laico, c'è molto di più di ciò che ha scritto su quel manifesto. Qualcosa di personale, che riguarda il movimento dei sentimenti, delle emozioni, dei valori. «Quando sono andata a riceverlo all'eliporto delle Ville Pontificie, il cuore mi scoppiava. Vedendolo così provato, così curvo, con gli occhi velati di lacrime, sono scoppiata a piangere, senza imbarazzo. Gli ho stretto le mani, baciandole. Qualcosa in me è cambiato. Lui mi ha detto grazie. Io gli ho risposto grazie a lei». I motivi di quella gratitudine glieli ha spiegati in una lettera lasciata sulla scrivania del suo studio negli appartamenti pontifici. «Lui, con il suo gesto rivoluzionario, mi ha avvicinata alla sua Chiesa. Mi ha fatto scoprire una nuova spiritualità, che forse era latente. E ha dato a tutti una grandissima lezione: la capacità di capire i propri limiti, il coraggio di lasciare, se non ci si sente in grado di rispettare i propri impegni. Un esempio che anche la politica, soprattutto in questi giorni difficili, dovrebbe non dimenticare».

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa/notizie/255914.shtml

1 commento:

laura ha detto...

I laici, i comunisti, le persone rette dentro sonb quelle che hanno capito più dei cardinali. E' proprio vero che i "pubblicani e i peccatori c iprecederanno ne regno dei cieli!" e non intendo dire che le persone non credenti siano pubblicani o peccatori, ma che l'isitutzione ecclesistica ha perso la faccia e il cuore e non ha mai amato il papa come invece hanno diostrato tante persone apparentemente lontane dalla chiesa. Son omolto contenta per quello che prova la signora Monachesi. Papa Benedetto ha cambiato la vita di tantissime persone e,per questo, ci manca da morireeeeeeeeeeeeeeeeeeee