lunedì 18 marzo 2013

Perché Papa Francesco non parla all'Europa impoverita? (Nicola Mirenzi)

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Fatico a cogliere questa differenza tra "poveri" e "impoveriti"...si tratta in fin dei conti della stessa condizione!

Anonimo ha detto...

Anche io non capisco il sottile distinguo. Forse in sottofondo l'autore sente questo Papa troppo orientato verso la propria cultura di appartenenza e le tipologie di povertà con cui è stato a contatto. Ma è normalissimo quindi non vedo il problema.

Anonimo ha detto...

Io non capisco il motivo per cui questo articolo è comparso sul blog.

JP

Petronio ha detto...

Non a caso l'articolo proviene dal gruppo dell'Espresso... la visione esclusivamente materialista ed economicista (non dimentichiamoci che per marx e tutti i suoi epigoni, non solo non esiste altro che questo mondo, ma ogni cosa in questo mondo si basa su e si spiega con l'economia) che dilaga vuole trasformare il papato e la Chiesa stessa in una mera organizzazione con finalità di assistenza materiale. L'articolo dimostra anche una visione prettamente relativista delle cose: essere poveri non è condizione oggettiva ma soggettiva, relativa: tu soffri perchè sei un povero che muore di fame, ma anche io soffro perchè avevo la mercedes e ora devo viaggiare in golf... le nostre due sofferenze sono pari. L'articolista pare meravigliarsi del fatto che (anzi lo paventa) il nuovo papa, che ha visto in Argentina la vera povertà (gente che letteralmente moriva di fame nelle strade) faccia la sua battaglia esclusivamente o soprattutto contro tale oggettiva povertà e non abbia "la sensibilità" per comprendere la disperazione di chi è costretto a rinunciare all'i-phone5 o alla mis di D&G... come se la risposta a questi "nuovi poveri" non possa venire dalla fede, da un'altra visione del mondo, ma esclusivamente da un'adeguata sovvenzione economica (magari ottenuta vendendo finalmente ... gli anelli d'oro dei papi, come una volta sentii dire in tv proprio dai due sarti D&G). Quando leggo simili articoli capisco l'odio che un certo mondo ha tributato a Benedetto XVI, attaccando il relativismo e il nichilismo, additandoli come il vero grande e principale male dei nostri tempi (ancora più grande della povertà) ha colpito nel segno e ha smascherato tanti nuovi farisei. Gianfranco.

Anonimo ha detto...

quando comincerà a farlo non sarò più il buon papa Francesco amato e fatto santo la sera stessa dell'elezione