mercoledì 30 gennaio 2013

La giornata mondiale del malato. Presentata nella Sala Stampa della Santa Sede (O.R.)

Presentata nella Sala Stampa della Santa Sede

La giornata mondiale del malato


Sono trascorsi venti anni da quando Giovanni Paolo II istituì la Giornata mondiale del malato per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sulla condizione del malato, sul diritto di ogni uomo alla salute e dunque alle cure, qualunque sia la sua condizione. Eppure ancora oggi lo scenario mondiale sembra essere dominato da una ferrea logica di mercato che porta a considerare la salute, più che un bene da difendere e da proteggere, una merce sottoposta esclusivamente a leggi economiche. Per questo la Chiesa continua a proporre la Giornata «non come una manifestazione esteriore» -- ha spiegato ai giornalisti riuniti nella Sala Stampa della Santa Sede monsignor Jean-Marie Mupendawatu, segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, nel presentare questa mattina, martedì 29 gennaio, la prossima giornata mondiale del malato -- ma come ulteriore tentativo «di raggiungere le coscienze» per renderle consapevoli della necessità di riportare l'uomo malato al centro di ogni politica sanitaria.

Non è possibile, ha proseguito il presule, che ancora oggi in Africa, in America latina e in Asia milioni di persone continuino a morire perché si vedono di fatto negata la possibilità di accedere alle cure, così come non è possibile che nei Paesi più evoluti, «a fronte di una possibilità di cura ad alta tecnologia», venga di fatto «precluso un accesso equo e solidale alle stesse».
Una situazione stigmatizzata dallo stesso Benedetto XVI nel messaggio con il quale ha voluto accompagnare la celebrazione di questa ventunesima giornata. Lo ha ricordato l'arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del dicastero, proponendo ai giornalisti una rilettura del testo del Papa incentrata sulla figura del buon Samaritano e sull'invito di Gesù «Va' e anche tu fa' lo stesso». Come imitare il buon Samaritano al giorno d'oggi, lo spiega il sussidio preparato dallo stesso Pontificio Consiglio, non a caso intitolato «Il buon Samaritano». Il camilliano Augusto Chendi, sotto-segretario del dicastero, ne ha illustrato i contenuti ai giornalisti, così come ha spiegato loro il senso dell'indulgenza concessa dal Papa in occasione della celebrazione della ventunesima giornata mondiale, che si svolgerà quest'anno nel santuario bavarese di Altötting. Santuario che il rettore monsignor Ludwig Limbrunner, ha definito «la culla spirituale di Benedetto XVI».
Infine Jansusz Surżykiewicz, docente all'università cattolica di Eichstätt-Ingolstadt, ha illustrato il significato delle manifestazioni accademiche che si svolgeranno nel contesto delle celebrazioni. Nella sede dell'ateneo infatti si terrà nei giorni 7 e 8 febbraio un convegno scientifico internazionale sul tema «Far del bene a chi soffre», le cui caratteristiche principali saranno l'interdisciplinarietà e la multireligiosità proprio per dimostrare che la sofferenza non conosce barriere.

(©L'Osservatore Romano 30 gennaio 2013)

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