sabato 2 marzo 2013

Conclave, la rinuncia di Ratzinger favorisce giovani e anziani (Izzo)


CONCLAVE: DIMISSIONI RATZINGER FAVORISCONO GIOVANI E ANZIANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 mar. 

Ora che la drammatica rinuncia di Benedetto XVI si e' consumata, la possibilita' finora solo teorica di un "Papato a termine" diventa  di fatto uno degli elementi che piu' influiranno sul Conclave. 
Comunque la pensino i cardinali sull'opportunita' che il successore di Benedetto XVI muoia o meno ancora Papa, l'ipotesi (per alcuni porporati l'incubo) che l'eletto tra qualche anno possa lasciare il Pontificato e' ricorrente nei conciliaboli di questi giorni. E prende corpo in particolare in due diverse considerazioni. Per qualcuno dei porporati italiani si potrebbe eleggere infatti un Papa  esperto della Curia Romana, che possa lasciare dopo aver realizzato quella Riforma degli organismi vaticani (nella direzione di uno snellimento che ne favorisca l'efficienza ma anche la moralita') che - la sera di mercoledi' 13 febbraio, dopo la liturgia delle Ceneri - Benedetto XVI ha confidato in privato di considerare urgente, tanto da definire la sua non realizzazione "il principale rammarico" che avverte alla fine del Pontificato. L'idea di un Papa esperto di questa materia (come il 75enne Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi ed ex ausiliare del cardinale Martini a Milano) magari anche anziano (il questo caso si pensa agli ultraottuagenari Julian Herranz, presidente della commissione su Vatileaks, o a Jose' Saraiva Martins, prefetto emerito delle Cause dei Santi, anch'egli grande conoscitore della "macchina" curiale). Qualcuno ritiene pero' che queste candidature - oggettivamente deboli in quanto immaginate per un Pontificato breve - benche' invocate da alcuni cardinali in perfetta buona fede possano rappresentare una sorta di "cavallo di Troia", per un recupero in Conclave della figura forte e ingombrante dell'attuale decano Angelo Sodano, che restera' fuori per eta' ma puo' contare nella Sistina su alcuni fedelissimi come i cardinali Sandri, Lajolo e Romeo. Nel 2005 fu decisivo per Ratzinger aver presieduto le Congregazioni Generali dei cardinali e poi celebrato come decano la messa "Pro Eligendo Pontifice", onore che stavolta tocchera' proprio a Sodano.
Ma il fattore dimissioni  favorisce al contempo anche candidati giovani come l'ungherese di 61 anni Peter Erdo, presidente dei vescovi europei e quindi oggettivamente in pol position.
Un Papa tra i 55 e i 65 anni potrebbe poi andare in pensione come tutti i vescovi del mondo a 75 anni, ragionano alcuni canonisti. E cosi' entrano in gioco due arcivescovi di grande valore, ma considerati troppo giovani se il Papato resta a vita: l'olandese 59enne Villem Jacobus Eijk, che sta ricostruendo una Chiesa quasi cancellata dalla secolarizzazione e il filippino 55 enne Luis Antonio Tagle, brillante storico della Chiesa (allievo della Scuola di Bologna) oltre che apprezzato arcivescovo di Manila e possibile ponte verso la Cina (paese d'origine di sua mamma).
Secondo l'ex promotore di giustizia della CDF, monsignor Charles Scicluna, pero', le dimissioni di Benedetto XVI non vanno come una riforma del Papato nella direzione di un Papato a termine. "Benedetto e' un uomo libero, ha fatto un colpo di Stato contro se stesso e la Curia: non potendo decapitare tutti se ne e' andato", ha spiegato al Secolo XIX. Scicluna non parla mai a vambera: le sue parole suonano oggi come un monito, si tratta di dare alla Chiesa un Papa che abbia quel vigore fisico e di animo che serve per completare la "pulizia" iniziata da Joseph Ratzinger e tanto combattuta da chi in passato aveva coperto i preti pedofili come Marcial Maciel. Allora il tema dell'eta' passa in secondo piano, serve un arcivescovo che abbia appoggiato davvero la battaglia in difesa dei deboli che e' costata l'isolamento al Papa teologo. E i nomi, allora, spiega una suora che ha lavorato a lungo in Vaticano,  sono quelli del domenicano  Christopher Schoenborn di Vienna e del cappuccino Sean O'Malley di Boston, anche perche' c'e' troppo rischio a eleggere un cardinale, per esempio italiano, che magari in perfetta buona fede possa essere stato ingannato dai suoi collaboratori e aver omesso "le buone pratiche" che sono  obbligatorie davanti a sospetti di abuso. Il rischio per la Chiesa e' quello di trovarsi di nuovo nella bufera che si e' attraversata nel 2010 quando media anche di livello tentarono di coinvolgere addirittura il "cardinale Ratzinger". In conclave ci sono tra gli elettori ben tre cardinali accusati pubblicamente di aver coperto i pedofili:  Mahony di Los Angeles, Dannels di Bruxelles e il primate irlandese Brady, ma anche Rigali di Filadelfia ando' in pensione con accuse di insabbiamento e Dolan di New York e' stato ascoltato in tribunale poco prima di prendere l'aereo per Roma. Senza dimenticare curili come Rode' che ha celebrato per il trigesimo dello stupratore Maciel nonostante Papa Ratzinger lo avesse punito in vita.
Il cardinale Francis George di Chicago e' stato chiarissimo sulle sue con i giornalisti: "uno, raccogliere informazioni sui candidati, due, chiedere informazioni a chi li conosce, tre, domandarsi cosa e' il meglio per la Chiesa". Ed ammettendo di avere in mente dei 'papabili' sottolinea che ora bisogna discuterne e ringrazia la stampa per i buoni nomi che vengono fatti in questi giorni. 

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non riesco proprio a capire questa mania dei giornalisti di andare sempre a cercare figure esotiche e lontane di cardinali la cui elezione a papa è altamente improbabile. Sono abbastanza convinto che il prossimo pontefice sarà un italiano. Dopo due pontificati stranieri che hanno sorpreso non poco e che hanno avuto parecchi limiti su vari aspetti penso che ora i cardinali vogliano tornare ad una rassicurante condizione tradizionale e rientrare nella "normalità". Il papa è vescovo di Roma e primate d'Italia ed è abbastanza normale che sia un italiano. Ci vuole qualcuno che abbia piena conoscenza e consapevolezza della mentalità italiana, in modo che sappia agevolmente districarsi nel complesso mondo della curia romana e del Vaticano. Poi l'Italia consta di ben 28 candidati, con una vasta gamma di sensibilità diverse, dalla più tradizionale alla più proressista: è impossibile non trovare qualcuno di adatto al ruolo in questo largo panorama di personalità.

Anonimo ha detto...

Per sdrammatizzare un attimo...: pensate un pò che succederebbe allorché il protodiacono dicesse "Angelum!" ...Ci sarebbe qualche secondo di suspence (soprattutto a Genova e Milano..:)

Anonimo ha detto...

Ci vuole un uomo con il pugno di ferro: Su tutto: In dottrina, in liturgia, in morale, in pastorale, in evangelizzazione. Il primo che sbaglia ...deve essere messo pubblicamente alla gogna. Senza se e senza ma. Ha sbagliato? paghi. Ma guai se a pagare sono solo i preti o vescovi con condotta immorale. Anche coloro che vanno fuori dottrina e per ultimo anche coloro che vanno fuori inentandosi prassi liturgiche esotiche .

Elmer ha detto...

Protesto fin d'ora che se i cardinali eleggeranno un progressista protettore di pedofili non lo riconosceremo come papa del resto l'unzione di Vicario di Cristo l'ha ricevuta Benedetto XVI e questa non può essere ripetuta checché ne dicano i canonisti degni eredi di quella volpe di Bonifacio VIII.
Prima insinuano al papa che può abdicare poi lo costringono...i tempi son cambiati ma i metodi son gli stessi.
Sappiano che i fedeli non staranno zitti come pecore matte!