domenica 3 marzo 2013

Senso di vuoto e attesa nei fedeli in piazza San Pietro, nella prima domenica di sede vacante


Senso di vuoto e attesa nei fedeli in piazza San Pietro, nella prima domenica di sede vacante

Vuoto, silenzio e attesa sono i sentimenti che vivono i fedeli in questa prima domenica di sede vacante. Fedeli che anche oggi sono giunti numerosi in piazza San Pietro, per esprimere vicinanza a Joseph Ratzinger e pregare sotto la finestra chiusa dell'appartamento papale. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte in piazza da Marina Tomarro: 

R. - E’ una domenica un po’ particolare. Una domenica strana, in un certo senso… Recandomi in piazza San Pietro, questa mattina, ho visto molta gente che continuava a guardare quella finestra. Sicuramente c’è un vuoto, un vuoto che però la gente ha capito: vuole anche oggi, nonostante la finestra chiusa, dare un segno di presenza e di ascolto del silenzio. 

R. - Tante volte noi ci abituiamo a delle cose e non ne capiamo il valore se non quando ci mancano, quando sono assenti. Quindi penso che tutto questo ci risveglia una grande attesa, ma non timore, non paura…

D. - Tra pochi giorni comincerà anche il Conclave: in che modo ci possiamo preparare a vivere, davvero col cuore, questo momento storico per la Chiesa cattolica?

R. - E’ l’Anno della Fede e penso che la cosa migliore sia quella di capire, di leggere in profondità, che cosa questo gesto del Papa ha detto proprio per la fede di ciascuno di noi. Quindi penso che la cosa migliore sia quella di riscoprire il senso della fede: una fede più profonda, più vissuta, forse con meno parole e meno immagini, ma con più cuore, più vita.

R. - Con la preghiera, affidando al Signore la Chiesa e aprendoci a quello che lo Spirito Santo ci dice e ci suggerisce.

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3 commenti:

Eugenia ha detto...

Una domenica strana e triste aggiungerei! Ho recitato l'Angelus di mezzogiorno con la speranza di averlo recitato con il nostro Benedetto che tristezza quelle finestre chiuse a San Pietro come quel portone chiuso a Castel Gandolfo!

gemma ha detto...

Cara Eugenia ti capisco e ti abbraccio pensando alle volte in cui ci siamo trovate insieme sotto quella finestra, alle file al mattino di buon'ora per le due udienze del mercoledì cui ho potuto partecipare, a quei vespri dove non si sa per quale colpo di fortuna ci siamo trovate in posizione quasi d'onore, alle messe in piazza sotto la pioggia, perché coincidenza con me a Roma pioveva sempre :) E tu procuravi sempre i biglietti, vivendo io di rendita :) Benedetto ci lascia anche questo, l'amicizia tra alcuni di noi, una bella esperienza umana oltre che di fede

Eugenia ha detto...



Hai ragione gemma! E' vero ci lascia tanti bei ricordi di cui far tesoro e sono le uniche cose a cui rimango aggrappata per combattere la tristezza ed anche per farmi forza davanti a chi ancora ha il coraggio di parlare offendendo il nostro Benedetto