lunedì 28 gennaio 2013

Card. Bagnasco: "niente può essere equiparato alla famiglia. Dovere irrevocabile partecipare al voto"

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Triste destino quello di noi italiani, doversi turare il naso per andare a votare non il meglio, ma il meno peggio. Tristissimo dover ammette, almeno per quanto mi riguarda, che nessuno mi rappresenta pienamente.
Alessia

gemma ha detto...

Al card Bagnasco forse sfugge che i leader di tutti gli schieramenti si sono detti disponibili a cambiario l'assetto della famiglia...

Fabiola ha detto...

D'accordo con Alessia. Si va a votare "contro".
Comunque non credo, purtroppo, sia un destino solo italiano, per i cattolici"bambini".

Anonimo ha detto...

Si va a votare non per eleggere i rappresentanti in parlamento, ma per determinare quale dei rassemblement preconfezionati, con sufficiente dose di pluralismo interno quanto ai "valori non negoziabili", dovrà impossessarsene o egemonizzarlo. Fine della "democrazia", D'Alema esulta perché rivive il "Partito".

Al massimo, si può tentare di fare la conta all'interno di ogni schieramento e così forse la scelta non sembrerebbe difficilissima. Ma è in ogni caso inutile, perché il loro scopo è non affermare i valori (neanche ne accennano per non rischiare di perdere elettori...), quanto collocarsi al potere e gestire i propri privilegi. Ai valori ci pensano altri.

Bagnasco tutto questo lo sa benissimo, e tuttavia fa bene a suonare la sveglia. Dopo avrà un compito più importante, e non abbia paura... verso le piazze d'Europa destinate a moltiplicarsi. Elites e servetti contro il popolo: questa è la scena da anni e non cambierà, chissà ancora per quanto.

gianni

gemma ha detto...

Ieri sera su linea notte di rai tre ho sentito Sandra Amurri, una candidata per rivoluzione civile dire con tono tutt'altro che discorsivo che la chiesa deve tornarsene al suo posto, e ha aggiunto di dire ciò da credente... Per quanto vedo, la chiesa che deve starsene al suo posto e' cosa della repubblica popolare cinese, dove i vescovi devono starsene al loro posto, muti. In democrazia occidentale in genere parliamo tutti, poi ciascuno e' libero di ascoltare e condividere, indipendentemente da ciò che la creme intellettuale e quella sedicente rivoluzionaria han deciso per noi