Proposta di itinerario cristiano per l'Anno della fede
Cercatori di Dio compagni dei Magi
S'intitola «In cammino con i Magi. L'educazione alla fede e la bellezza di Dio» la lettera pastorale che l'arcivescovo di Chieti-Vasto ha scritto in occasione dell'Anno della fede. Ne pubblichiamo ampi stralci.
di Bruno Forte
Tante volte l'amore divino è più ignorato che consapevolmente rifiutato. Educare alla fede vuol dire allora far conoscere credibilmente quest'amore con la testimonianza della parola e della vita. Educarsi alla fede, a sua volta, significa accettare la sfida di mettersi alla ricerca dell'infinito amore, aprendosi a tutti gli aiuti possibili sulla via dell'incontro con Dio. La storia dei Magi, che dal lontano Oriente vanno a Betlemme, guidati da una stella, può farci capire come tutto questo possa avvenire nella nostra vita e in quella di coloro che amiamo, a cui vorremmo trasmettere la fede come esperienza bella e vivificante dell'amore divino.
Chi sono i Magi di cui parla il Vangelo secondo Matteo (2, 1-12)? Stando al racconto evangelico si tratta di personaggi venuti «da Oriente a Gerusalemme». Nell'immaginario biblico l'Oriente -- lì dove sorge il sole -- è il luogo dell'originario, dove tutto comincia. In questo senso i Magi sono figura di quanti, muovendo dalle esigenze originarie, costitutive dell'essere umano, vanno verso la città indissolubilmente congiunta alla rivelazione divina nella storia, Gerusalemme. Non si azzarderebbe, allora, nel riconoscere nei Magi la figura di ogni onesto cercatore di Dio.
Il richiamo alla provenienza da Oriente dice, inoltre, che i Magi si sono messi in cammino lasciando il loro mondo vitale, l'insieme delle loro sicurezze e delle loro abitudini radicate. Non si va alla ricerca di Dio senza prendere una decisione, senza fare un taglio, sradicandosi dal contesto rassicurante del piccolo universo che ci è proprio, per aprirsi al rischio della ricerca del Volto desiderato e nascosto. Il viaggio di ogni vero cercatore di Dio va dal proprio Oriente -- e dunque dagli abissi del proprio cuore, dalle domande più profonde che ci abitano -- verso la «città di Davide» (Luca, 2, 11) vero concentrato della rivelazione divina. Proviamo a chiederci: qual è il nostro Oriente? Quali sono le domande più vere e importanti che riconosciamo nel nostro cuore? Abbiamo mai scelto veramente di muoverci da dove siamo verso la città di Dio, incontro al suo dono d'amore? Siamo pronti a lasciare le nostre certezze per vivere l'avventura della ricerca dell'amore più grande, quello che solo Dio potrà darci? Porre questi interrogativi e rispondere a essi è l'inizio dell'educazione alla fede, stimolo a prendere la decisione necessaria per andare dal nostro oriente verso la città di Dio.
I Magi compiono il loro viaggio lasciandosi guidare da una stella: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Matteo, 2, 2) . Abbiamo qui alcune informazioni importanti sulle condizioni della ricerca di Dio, e dunque dell'educazione alla fede: a guidare il cammino dei pellegrini c'è una stella. Questo significa che il percorso si svolge anzitutto di notte: la via verso la fede non è inizialmente un itinerario luminoso. Occorre avanzare nell'oscurità, pellegrini verso la luce, di cui la stella è annuncio e promessa.
Che cos'è la stella? Nell'immaginario biblico essa sta a dire un segno che viene dal cielo, raggiungendo gli uomini nell'oscurità della loro esperienza per condurli dove il Signore li chiama.
La stella compare a guidare il cammino dei cercatori di Dio, affacciandosi nei segnali di attesa che spesso gli uomini manifestano sulla via della ricerca di un senso da dare alla vita e di una giustizia più grande per tutti, oltre che nelle testimonianze di amore che tante volte illuminano perfino le situazioni più tristi e difficili. Inoltre, seguire la stella per andare verso il Bambino che nascerà lì dove essa si poserà, vuol dire anche uscire da sé per andare verso l'altro, soprattutto piccolo e debole. Se vuoi aprirti alla fede o educare altri a essa, mettiti in ascolto della natura e della storia e impegnati ad andare verso gli altri con scelte e gesti in cui esprimere il dono di te. Lascia che Dio ti parli attraverso la sua opera di Creatore e il suo governo di Signore provvidente della storia e riconoscilo nella silenziosa eloquenza dell'amore al prossimo.
Bisogna ammettere che questo «ascolto del mondo» non sempre è facile. Perfino il dono di sé può restare qualcosa di ambiguo e faticoso nel cammino verso Dio. La notte che copre la storia talvolta è veramente buia. Ecco, allora, che il Signore ci offre un aiuto decisivo per arrivare a credere in Lui: si tratta della sua Parola, della rivelazione storica del suo Volto, che si è compiuta attraverso eventi e parole intimamente connessi, di cui ci dà testimonianza la storia della salvezza, presentata nella Bibbia. Anche i Magi ne hanno avuto bisogno, tant'è vero che seguono il suggerimento dei capi dei sacerdoti e degli scribi del popolo, consultati da Erode, circa il luogo in cui doveva nascere il Cristo: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele» (Matteo, 2, 5-6). Il testo citato per indicare il luogo dell'incontro col Messia è tratto dal profeta Michea (5, 1-3) e contiene diverse risonanze bibliche (2 Samuele, 5, 2; 1 Cronache, 11, 2). La storia dei Magi viene così a dirci che nella notte del tempo la Parola di Dio è veramente lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino. Se vuoi incontrare il Dio vivente, fidati della sua Parola: mettiti in ascolto umile, perseverante e fiducioso di essa. Impara dalle Sacre Scritture il linguaggio di Dio, che ti aiuta a riconoscere gli appuntamenti con la sua grazia. La luce della Parola di Dio guida i passi di chi la ascolta e riconosce nelle parole dei testi sacri il messaggio di amore di Colui che vuole accendere in noi il desiderio del suo Volto e guidarci all'incontro con Lui nella sua casa. Chi accoglie la rivelazione divina nella Bibbia sa di non essere mai solo, perché la Parola del Dio vivente lo raggiunge, abita il suo cuore e gli dona occhi per vedere e credere e lasciarsi guidare dall'amato ai pascoli della vita che vince e vincerà la morte. Ti chiedo: leggi assiduamente la Parola di Dio? La ascolti con desiderio e fede? A chi vuol educare altri alla fede suggerisco il riferimento assiduo ai testi biblici, sorgenti di luce nel cammino verso l'incontro con Dio.
È a questo punto che nella vicenda dei Magi si colloca un incontro pericoloso, che potrebbe avere conseguenze drammatiche. Essi si recano a Gerusalemme in cerca di maggiori ragguagli sulla loro destinazione. Sono ancora nella situazione in cui la Parola di Dio non ha rischiarato loro pienamente la strada, pur segnalata nelle coordinate fondamentali dalla stella. Nella città santa risuona la loro domanda: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». Si inserisce qui l'azione del re Erode, simbolo non solo del potere, ma del delirio di onnipotenza che esso può suscitare, lì dove il cuore si chiude al riconoscimento onesto del dovere di obbedire alla verità al di sopra di tutto. Erode è turbato dalla richiesta dei Magi, vi intuisce un pericolo per la sua autorità. Si finge cercatore del vero, ma in realtà l'indagine che svolge presso gli esperti della legge è finalizzata solo a saperne di più per intervenire a tutela della sua smisurata volontà di potenza. A tal fine vorrebbe utilizzare anche i Magi. Sulla via della ricerca di Dio il vero possibile rischio è fare del nostro “io” e delle sue ambizioni l'idolo cui sacrificare ogni cosa. Questa tentazione può presentarsi nelle forme più diverse, ma la molla che vi agisce è sempre la stessa: l'orgoglio. Il seguito del racconto ci mostra come i Magi abbiano saputo schivarla, riconducendo le richieste di Erode alla loro vera misura, quella di un delirio accecante che nega l'evidenza del primato di Colui che ci trascende tutti. Il cercatore di Dio o sarà umile e impegnato a vincere le trappole dell'orgoglio, o non arriverà mai alla meta, sciupando quanto di più bello può esserci nell'esistenza umana.
(©L'Osservatore Romano 4 gennaio 2013)
3 commenti:
I Magi si mossero realmente da Oriente, seguendo una reale stella (quasi certamente una congiunzione di pianeti nella costellazione del Leone), o queste sono figure dell'"immaginario biblico" ?
Il Cristiano "cerca Dio", o Dio lo ha già afferrato nel Battesimo, e perciò egli deve solo non divincolarsi da questa presa?
Sullo sfondo, c'è la tragica compromissione (semiufficiale) con la Massoneria di cui parlava "Fides et forma" qualche tempo fa
Bisogna leggere con attenzione il libro del papa sul'infanzia di Gesù,altri pareri sono per me irrilevanti,io credo solo al successore di Pietro,anche se per sentirlo parlare e leggere i suoi discorsi bisogna fare i salti mortali,ma ne vale sempre la pena,il resto,Amleto dixit,è silenzio;noto che molti suoi critici,Andrea,cominciano a rivedere le proprie opinioni sugli 'illuminati loggionisti',si vede che si è iniziato ad aprire gli occhi,speriamo non sia troppo tardi.Con stima,sempre .GR2
La frase del libro del Papa sull'infanzia di Gesù che Raffaella ha scelto per la testata, caro GR2, pone proprio la questione della "Verità": "È vero ciò che è stato detto?".
Notiamo che il Papa ha colto l'occasione del Santo Natale per ribadire (come Papa e non come Joseph Ratzinger) che Gesù nacque a Betlemme da Maria Vergine (e non a Nazaret da "Maria").
Secoli di tendenza esegetica di marca protestantica ("sola fides": "è vero perché ci credo") hanno semplicemente spianato la strada al razionalismo ("Esiste una pseudoverità religiosa, che viene -oggi- ridicolizzata dalla Verità Naturale, scoperta dalla Scienza").
Oggi Joseph Ratzinger ripete (a chi va in chiesa e a chi non ci va): esiste, visibile e tangibile (nel modo che Egli ha scelto: gli umili e i Sacramenti), Cristo Gesù.
Solo Lui ci fa vivere, di qua e di là dalla morte.
Egli è La Verità, perciò dobbiamo credere in Lui.
Grazie
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