martedì 15 gennaio 2013

I gay, la piazza ed il mito del matrimonio (Risé)

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2 commenti:

framp ha detto...

Condivido in pieno, che tutto ciò nasca da una ricerca di nuovi consensi più che dalle esigenze reali è palese ( se non dalla volontà di distruggere la famiglia per colpire al cuore la società). Quando il matrimonio tradizionale viene analizzato (spesso) scopriamo che l'istituzione è in crisi, che molte nuove famiglie rinunciano al matrimonio, che quelli che lo fanno non perseverano ecc... che c'è una legislazione che mira a semplificare e abbreviare sempre più i tempi del divorzio, che i single sono sempre più... ma contrariamente a ciò cosa scopriamo? Che i gay che sino a ieri erano risaputamente inclini a frequenti cambi di partner's e ad uno stile di vita piuttosto libertino, oggi invece vogliono il matrimonio, vogliono figli e nipoti,ovvero vogliono quello che la maggioranza delle coppie
uomo-donna purtroppo non vuole più. Ma chissà se insieme alle nuove leggi che permetteranno loro il matrimonio bisognerà varare anche nuove normative per i loro divorzi. Ma al di la di ciò mi domando: siamo sicuri che la popolazione omosessuale chiede questo? che il popolo dei gaypride aneli come non mai a vivere una parodia di famiglia etero?

Anonimo ha detto...

Generalizzare è sempre un buon metodo per intorpidire la verità. Ci sono sì molti gay che cambiano spesso compagno, come molti etero del resto, ma ci sono altri gay fedeli e monogami. Essere gay non vuol dire essere ossessionati dal sesso.