giovedì 17 gennaio 2013

Il vescovo dell'Aquila in Vaticano: nelle preoccupazioni del Papa, i giovani, le famiglie, il lavoro


Il vescovo dell'Aquila in Vaticano: nelle preoccupazioni del Papa, i giovani, le famiglie, il lavoro

Il Papa, nell’ambito della visita “ad Limina” dei vescovi italiani, ha ricevuto stamani il secondo gruppo di presuli della Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise. A colloquio con Benedetto XVI c’era anche mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila. Sergio Centofanti lo ha intervistato:

R. – E’ stato un incontro molto bello. Eravamo sei vescovi. Il Papa ci ha accolti, ha fatto una foto con noi e con i segretari. Siamo stati tutti nel suo studio, per un colloquio molto famigliare e molto bello. Lui ha fatto delle domande e ognuno di noi ha esposto la situazione della diocesi e, in generale, della regione. Il Papa ha ascoltato con molta, molta attenzione e, soprattutto, ci ha ricordato che siamo nell’Anno della fede e il ruolo fondamentale della fede. Dalla fede nasce la carità, dalla fede nasce la speranza, nasce la forza per andare avanti. Ci ha detto che i problemi sono molti, è vero, ma non sono tutto: il Signore è più grande dei nostri problemi. Poi ha parlato molto del lavoro, della famiglia e dei giovani. Siccome apparteniamo alle diocesi del cratere, dove è avvenuto il sisma del 2009, ha chiesto notizie dell’Aquila, di Avezzano, di Teramo, di Pescara, di Sulmona. Ha ascoltato con tanta paterna attenzione e quello che ci ha detto è veramente una conferma per la nostra fede e un aiuto forte per la nostra speranza. 

D. – A che punto è la ricostruzione dopo il terremoto?

R. – Nella periferia dell’Aquila la ricostruzione delle case sembra che si muova più celermente. Nell’anno 2009-2010, grazie alla Protezione Civile, ad un accordo fra Protezione Civile e Cei, 43 chiese sono state rese agibili e messe in sicurezza. Purtroppo solo una delle chiese più antiche, quelle del centro storico, è stata ricostruita, la parrocchia universitaria, la chiesa di San Biagio d’Amiterno, ora chiamata chiesa di San Giuseppe Artigiano. La Chiesa di Santa Maria del Suffragio, che usiamo ogni tanto, è parzialmente agibile, come pure Collemaggio. Siamo fiduciosi. Dobbiamo ricordare che la Caritas ci ha aiutato a costruire sette centri comunitari, che servono anche per le celebrazioni liturgiche, e sei locali parrocchiali, spazi per le parrocchie, che aiutano molto. Ci sono poi in progetto altri centri comunitari. Abbiamo detto comunque al Santo Padre che non ci scoraggiamo e tutti quanti auspichiamo che la politica, la burocrazia, lo Stato, si muovano con un po’ più di celerità. E’ forte da noi soprattutto il problema di chi vorrebbe vedere ricostruita la propria casa, ma è soprattutto drammatico il problema della mancanza di lavoro.

D. – Quale sarà il destino dell’Aquila, della sua città?

R. – Io mi auguro che sia un bel destino. Tutti gli aquilani sognano che sia un bel destino. L’Aquila ha avuto tante prove, tanti terremoti, tanti drammi segnati dal terremoto, ma è rinata sempre. E’ riuscita sempre a ricostruirsi, ad andare avanti, e sono sicuro che anche questa volta L’Aquila supererà tutte le difficoltà. Noi perciò preghiamo ed io lancio l’appello a tutta la comunità diocesana di continuare a pregare, perché il Signore a noi cristiani dia la forza di guardare avanti con fiducia, con speranza, e a chi ha responsabilità nella vita politica, amministrativa, dia non solo la luce per capire la strada da seguire, ma anche la forza, l’impegno per fare quello che c’è da fare.

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