martedì 22 gennaio 2013

La Chiesa celebra 30 anni del Codice di diritto canonico, frutto del Concilio


La Chiesa celebra 30 anni del Codice di diritto canonico, frutto del Concilio

“Il Codice: una riforma voluta e richiesta dal Concilio”. Trenta anni dopo la promulgazione del Codice di Diritto Canonico si terrà, venerdì prossimo 25 gennaio, una Giornata di studio promossa dal Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e dall’Istituto Internazionale di Diritto Canonico e Diritto comparato delle Religioni di Lugano. L’evento, sotto il patrocinio della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e della Fondazione Giovanni Paolo II, verrà ospitato a Roma nella Sala San Pio X. A illustrare il programma nella Sala Stampa Vaticana è stato oggi il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, insieme con mons. Giuseppe Antonio Scotti, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Il servizio di Roberta Gisotti:

Trenta anni dal Codice di Diritto Canonico e 50 anni dal Concilio Vaticano II. Era il 25 gennaio 1959 – ha ricordato il cardinale Coccopalmerio - quando Giovanni XIII nel Monastero di San Paolo fuori le Mura, “con sorpresa di tutti” indiva il Concilio vaticano II, ed avviava della riforma del Codice di diritto canonico:

“Papa Roncalli, nella sua grande lungimiranza aveva ben chiaro che a guidare la revisione del Codice dovesse essere la nuova ecclesiologia scaturita da un’assise ecumenica e mondiale come quella di un Concilio”.

A suggellare nella memoria la promulgazione del nuovo Codice, il 15 gennaio 1983, è la foto scelta per il depliant della Giornata di studio. Un’immagine “storica”:

“Giovanni Paolo II firma con sguardo sorridente: si vede che è soddisfatto, consapevole del valore e della portata di tale firma, sotto lo sguardo attento e compiaciuto del cardinale Ratzinger”.

Il nuovo Codice – ha spiegato il porporato – da una parte recepisce il Concilio e dall’altra stabilisce nome positive per darne attuazione. E tra le innovazioni conciliari, il cardinale Coccopalmerio ha evidenziato: la collegialità dell’episcopato, “una felice riscoperta”, “la missione propria e attiva dei fedeli laici nella vita della Chiesa”, anche qui “piuttosto una riscoperta”, la concezione di parrocchia, non struttura o territorio ma “comunità di fedeli”, il rilancio ecumenico e “la possibilità di accogliere nei sacramenti della Chiesa cattolica, anche se a precise condizioni, i cristiani non cattolici.” Quindi il porporato ha concluso: 

“Il felice connubio Concilio Vaticano II e Codice di Diritto Canonico ha prodotto frutti di rinnovamento, in molteplici ambiti e a vari livelli, nella vita della Chiesa”.

Ha fatto eco al cardinale Coccopalmerio, mons. Giuseppe Antonio Scotti, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, rimandando alla Giornata di studio gli interrogativi di fondo – perché esiste e qual è lo scopo del Diritto canonico? – consapevole che tutte le discipline debbano deve convergere verso “la conoscenza intima del mistero di Cristo”.

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