domenica 20 gennaio 2013

Lettera di mons. Di Noia ai lefebvriani: il Papa vi attende, vostro futuro è nell'unità della Chiesa (Radio Vaticana)


Lettera di mons. Di Noia ai lefebvriani: il Papa vi attende, vostro futuro è nell'unità della Chiesa

I rapporti della Santa Sede con la Fraternità Sacerdotale San Pio X rimangono “aperti e pieni di speranza”. Si apre così la lunga lettera che, in occasione dell’Avvento, l’arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, vicepresidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei – l’organismo vaticano preposto alla ricomposizione dello scisma lefebvriano – ha indirizzato per iniziativa personale, e dunque non in veste ufficiale, ai membri della Fraternità francese. Il testo della missiva è consultabile in forma integrale sul sito del “Il Sismografo”, in lingua inglese (al link “ilsismografo.blogspot.it/2013/01/vaticano-full-text-of-advent-letter.html#more) e in lingua francese (al link “ilsismografo.blogspot.it/2013/01/vaticano-texte-integral-de-la-lettre-de.html).

Articolata in una introduzione, due paragrafi dedicati al “Mantenere l’unità nella Chiesa” e al “Posto della Fraternità Sacerdotale nella Chiesa”, e una conclusione, la lettera passa in rassegna le difficoltà del passato alla luce di una costatazione, sottolineata con chiarezza nel finale, e cioè che “Papa Benedetto XVI è estremamente desideroso di superare le tensioni esistenti nella Chiesa e la vostra Fraternità”. Tuttavia, mons. Di Noia rileva inizialmente come, nonostante i passi di dialogo compiuti dalla Chiesa, “il tono e il contenuto” di recenti dichiarazioni di autorevoli membri della Fraternità abbiano suscitato “perplessità circa la reale possibilità di una riconciliazione”. In tali circostanze, afferma mons. Di Noia, appare chiaro che un “nuovo elemento” debba essere introdotto nel confronto, se non si vuole apparire “agli occhi della Chiesa, del grande pubblico e, in fondo di noi stessi, come impegnati in uno scambio cortese ma senza speranza né frutto”.

Insistendo, alla luce della Scrittura e del magistero ecclesiale, sul dovere del mantenimento dell’unità della Chiesa, mons. Di Noia riconosce che “la vera unità è un dono dello Spirito”, ma anche che “le nostre decisioni e le nostre azioni ci rendono – scrive – in grado di cooperare per l’unità dello Spirito o di agire contro i suggerimenti dello Spirito”. Per questo, il presule fa appello alle virtù dell’umiltà, della mansuetudine, della pazienza e dell’amore che possono aiutare a “riconoscere la bontà” delle posizioni di altri che, pur non condivise, possono essere esaminate “in spirito di apertura e di buona fede”.

Circa il posto della Fraternità S. Pio X nella Chiesa, mons. Di Noia asserisce che esso risiede nella radice del carisma che fu approvato nel 1970: “formare sacerdoti per il servizio del popolo di Dio”. Dunque, precisa, non viene richiesto alla Comunità francese di abbandonare lo “zelo” che fu del suo fondatore, mons. Lefebvre, tutt’altro, bensì di “rinnovare” la fiamma di quello zelo nel formare uomini al servizio di Cristo. Non è quindi proprio del carisma “il compito di giudicare e correggere la teologia o la disciplina di altri nella Chiesa”, facoltà propria del Pontefice.

Mons. Di Noia conclude con realismo, ponendosi questa domanda: “Una riconciliazione ecclesiale immediata e totale porrebbe fine al sospetto e alla diffidenza sorte da entrambe le parti? Probabilmente non sarebbe così facile”. Poiché, riconosce poco dopo, le nostre anime “devono prima essere sanate, purificate dall’amarezza e dal risentimento” nati da trent’anni di “amarezze e risentimento” reciproci. “Ma quello che cerchiamo – soggiunge – non è un’opera umana: noi cerchiamo la riconciliazione e la guarigione per grazia di Dio”. “L’unico futuro immaginabile per la Fraternità Sacerdotale – conclude mons. Di Noia – è sul cammino verso la piena comunione con la Santa Sede, l’accettazione di una professione di fede incondizionata nella sua pienezza, e quindi con una vita sacramentale, ecclesiale e pastorale ben ordinata”. Il suggello della lettera, mons. Di Noia lo lascia all’esortazione di S. Paolo ai cristiani di Efeso: vivete “in maniera degna della vocazione che avete ricevuto con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore,
cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace”. (A cura di Alessandro De Carolis)

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7 commenti:

Luisa ha detto...

Premettendo che si sta discutendo su una lettera di otto pagine della quale non abbiamo il testo sotto gli occhi ma solo resoconti sulla cui imparzialità e oggettività non metterei la mano al fuoco, stranamente osservo che viene taciuto questo passaggio che forse disturba per quel che dice:

"La FSSPX pensa che ciò non possa escludere, tenuto conto delle questioni dottrinali in gioco, il rigore della confessione della fede. In proporzione, il frazionamento della fede, della catechesi, delle pratiche sacramentali, porta molta acqua al suo mulino. Per contro, è vero, si potrebbe dire che il continuo degrado della situazione della fede cattolica è un invito pressante a lasciare il suo splendido isolamento e a ricongiungersi ai ranghi ufficiali dei soccorritori negli stessi luoghi pieni di rovine.
Parlare di continuo degrado della Fede e di luoghi pieni di rovine non deve essere piaciuto a chi continua a negare una realtà che continua a dipingere in rosa.

Luisa ha detto...

Qui il testo in francese:

http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/documents-summorum/la-lettre-de-mgr-augustine-di-noia-a-mgr-bernard-fellay#.UPxhpugWe9Z

L`ho letta e non vi ho trovato le frasi che ho messo nel mio commento precedente, eppure erano riportate come se fossero di mons. Di Noia...

Anonimo ha detto...

Secondo Padre Lombardi questa è un'iniziativa personale di Mons.Di Noia. Se è così molto male, credo che in questo genere di questioni non ci sia spazio per personalismi.
Alessia

Anonimo ha detto...

Altre fonti riportano che è stata scritta da DiNoia su indicazioni precise del papa,ma dov'è la verità?GR2

Luisa ha detto...

Alessia perchè dai più credito a Padre Lombardi piuttosto che all`uomo che è stato nominato dal Papa, appunto perchè compia quell`opera pacificatrice?
Credi veramente che Mons. Di Noia non abbia sottoposto quella lettera al Papa?

Anonimo ha detto...

Non do più credito a Padre Lombarti, Luisa, anche se non vedo perché dovrebbe mentire o fare il furbo. Certo non sarebbe la prima volta, parlando in generale non nello specifico, che in Vaticano si prendono iniziative diciamo così personali, nate magari da una conversazione informale con il Papa o chi per lui, che poi si rivelano dei boomerang. Inoltre, la situazione è così complicata che sarebbe meglio filtrasse im meno possibile all'esterno per non alimentare speculazioni.
Alessia

Luisa ha detto...

Condivido in toto la tua ultima frae Alessia!
Le fughe di notizie, le anticipazioni poi rivelatesi false o fatte con intenti poco onorabili, la divulgazione di corrispondenze private, come è successo nei mesi scorsi e in questi giorni con la lettera di Mons. Di Noia, di cui non abbiamo traccia nei siti ufficiali della FSSPX, non solo non aiutano la serenità del dialogo, ma sono verosimilmente l`opera di chi è ostile alla soluzione del disaccordo.