domenica 13 gennaio 2013

René Bruelhart (Aif): Sono sorpreso dalle misure adottate dalla Banca d’Italia che ha bloccato tutti i bancomat della Deutsche Bank in Vaticano (Calabrò)

Vaticano sorpreso dal blocco di Banca d' Italia

Maria Antonietta Calabrò

«Sono sorpreso dalle misure adottate dalla Banca d’Italia che ha bloccato tutti i bancomat della Deutsche Bank in Vaticano. La Santa Sede ha superato a luglio il terzo round di valutazione del Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa con una "buona" pagella di 9 raccomandazioni "cruciali" superate su 16 e, quindi, il Vaticano non è stato sottoposto ad alcuna procedura o misura speciale di monitoraggio antiriciclaggio né da parte di Moneyval né di qualsiasi altro organismo internazionale. Non abbiamo problemi, ma al contrario, una stretta collaborazione con altri Paesi europei. Nessun altro Paese al mondo ha adottato misure simili. Ripeto, dunque, che sono veramente sorpreso».

René Bruelhart, 40 anni, svizzero, uno dei massimi esperti mondiali di antiriciclaggio, da novembre nuovo direttore generale dell’Aif (l’Autorità di informazione finanziaria) della Santa Sede, risponde così ad una nota che da giovedì compare con grande evidenza sull’home page del sito web della Banca d’Italia sotto il titolo «Chiarimenti ed approfondimenti», in cui si spiegano i motivi del blocco dei bancomat della Deutsche e del circuito internazionale delle carte di credito. E in cui, citando il rapporto Moneyval, Bankitalia sostiene che «non sia ancora provata la presenza di un effettivo regime antiriciclaggio nello Stato della Città del Vaticano».

«Il 2012 è stato l’anno dei lavori di verifica e di adeguamento della legislazione vaticana alla normativa sia internazionale che comunitaria, in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo» ha detto ieri il promotore di giustizia aggiunto Pierfrancesco Grossi in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario della Città del Vaticano, davanti al Guardasigilli italiano, Paola Severino e al Primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo. È così?

«Assolutamente sì. Il risultato della valutazione — approfondita nel lasso di tempo di circa un anno — cioè il Rapporto sulla Città del Vaticano è stato sottoposto, il 4 luglio 2012, all’Assemblea plenaria di Moneyval, che lo ha approvato in tutte le sue parti, reputando soddisfacente e credibile il percorso di adeguamento agli standard internazionali: la Santa Sede non è stata quindi sottoposta ad alcuna procedura o misura speciale di monitoraggio, da parte né di Moneyval né di qualsiasi altro organismo internazionale. Una giurisdizione viene sottoposta alla procedura di monitoraggio "speciale" nella misura in cui riceve 10 o piu votazioni insufficienti su 16 raccomandazioni cruciali, definite "core and key". Su tali basi, avendo la Santa Sede ricevuto una valutazione positiva su 9 di esse, Moneyval ha affermato che la Santa Sede ha un sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, equivalente e riconosciuto a livello internazionale».

Perché questo non sembra sufficiente per Bankitalia?

«Forse non sono la persona alla quale formulare questa domanda. Lo chiederei a Bankitalia. Io posso dire che la Santa Sede attua la cosiddetta "terza direttiva" europea in materia di antiriciclaggio al pari degli altri Stati membri dell’Unione Europea. Inoltre, per i valutatori Moneyval, in alcuni casi la Santa Sede ha adottato anche uno standard superiore e più severo da quello richiesto dalla direttiva».

Con gli altri Paesi europei avete problemi?

«Non vi sono problemi e al contrario vi è una stretta collaborazione con i Paesi europei. In tale contesto vorrei menzionare che l'Aif nel 2012 ha stipulato Protocolli di intesa con due Paesi europei (Belgio e Spagna ndr) per lo scambio internazionale di informazioni e ha avviato negoziati con più di 20 Stati. Ha inoltre avviato il processo di ingresso nell’Egmont Group(la rete internazionale di scambi di informazioni riservate di carattere finanziario) alla quale partecipano più di 130 Stati, proprio al fine di sviluppare ulteriormente tale attività, già esistente, e di rafforzare la cooperazione internazionale. L’Aif ha inoltre una stretta collaborazione con analoghe autorità di vari Paesi dell’Unione Europea. Sono pertanto veramente sorpreso delle misure adottate da Bankitalia. Nessun altro Stato al mondo ha adottato simili misure».

A parte l’Europa, ad esempio, quali sono i vostri rapporti con gli Stati Uniti e con la vigilanza americana?

«Ottimi. Posso confermare che l’Aif ha un dialogo stretto e diretto con le autorità competenti degli Stati Uniti».

La Banca d’Italia ha rivendicato il fatto che il blocco dei bancomat è avvenuto nel rispetto delle norme antiriciclaggio, ma che non è questo il solo problema. Perché i controlli semplificati, con Paesi «equivalenti» possono esserci «solo a condizione che nel Paese extracomunitario siano presenti una regolamentazione bancaria e un sistema di vigilanza adeguati e che siano possibili scambi di informazioni tra le rispettive Autorità». Cosa risponde?

«Attualmente nello Stato della Città del Vaticano esiste una rilevante istituzione finanziaria, una istituzione pubblica e non privata o bancaria, vale a dire lo Ior. Quindi non mi pare corretto, né risponde alla realtà, parlare di un "settore bancario". La realtà è piuttosto che, considerata la peculiarità dello Stato della Città del Vaticano, sono state adottate le misure adeguate alla vigilanza e alla prevenzione e al contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. L’Aif ha in sé anche la funzione di Autorità di vigilanza ed è pienamente impegnata nella cooperazione internazionale anche in questo campo, incluso lo scambio di informazioni con gli altri Stati, compresi quelli europei. La Santa Sede comunque è impegnata nell’adottare ulteriori misure nei prossimi mesi, perché il contrasto al riciclaggio, come si sa, è sempre in progress.

© Copyright Corriere della sera, 13 gennaio 2013

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