Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 gen.
"Non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita".
Sono parole di Benedetto XVI, pronunciate in occasione del Te Deum, e suonano anche come un'indicazione per i giornalisti chiamati a informare in modo sempre piu' rapido, a volte frenetico.
E che spesso perdono di vista il quadro d'insieme nel quale si dovrebbero contestualizzare i singoli fatti e le parole riportate.
"Dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata; dobbiamo saperci fermare per pensare", ha suggerito il Papa.
Secondo il Pontefice tedesco, per "trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano" e "giungere a quella saprienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi", occorre poi imparare "a guardare con verita' le proprie azioni, anche il male presente in noi e intorno a noi, per iniziare un cammino di conversione che renda piu' saggi e piu' buoni, piu' capaci di generare solidarieta' e comunione, di vincere il male con il bene". E il cristiano deve essere "un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che spesso c'e' nel mondo e che non dipende dal progetto di Dio ma dalle scelte sbagliate dell'uomo, perche' sa che la forza della fede puo' spostare le montagne".
Infatti la fede in Gesu', per Benedetto XVI "permette un costante rinnovamento nel bene e la capacita' di uscire dalle sabbie mobili del peccato e di ricominciare di nuovo".
Infatti, "nel Verbo fatto carne e' possibile, sempre nuovamente, trovare la vera identita' dell'uomo, che si scopre destinatario dell’infinito amore di Dio e chiamato alla comunione personale con Lui".
"Questa verita', che Gesu' Cristo e' venuto a rivelare, e' la certezza che ci spinge a guardare con fiducia all'anno che stiamo per iniziare", ha quindi affermato il Papa sottolineando che "la Chiesa, ha ricevuto dal suo Signore la missione di evangelizzare", e "sa bene che il Vangelo e' destinato a tutti gli uomini, in particolare alle nuove generazioni, per saziare quella sete di verita' che ognuno porta nel cuore e che spesso e' offuscata dalle tante cose che occupano la vita".
Un impegno apostolico che e', ha detto, "tanto piu' necessario quando la fede rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale".
"L'Anno della Fede, che la Chiesa sta vivendo, vuole suscitare nel cuore di ciascun credente - ha quindi concluso il Papa teologo - una maggiore consapevolezza che l'incontro con Cristo e' la sorgente della vera vita e di una solida speranza".
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PAPA: ROMA E' CITTA' DA EVANGELIZZARE DI NUOVO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 gen.
"Anche Roma e' una citta' dove la fede cristiana deve essere annunciata sempre di nuovo e testimoniata in maniera credibile".
Ne e' convinto Benedetto XVI che a questo tema ha dedicato un ampio capitolo dell'omelia pronunciata ieri sera in San Pietro per il "Te Deum" di fine anno, poi conclusa da un appello a sostenere quanti nella Capitale "vivono situazioni di poverta' e emarginazione, come pure la famiglie in difficolta', specialmente quando devono assistere persone malate e disabili".
Presenti il sindaco Gianni Alemanno e il cardinale vicario Agostino Vallini con i vescovi ausiliari, il Papa ha esortato i cattolici di Roma ad "accentuare la dimensione missionaria" in particolare con l'annuncio del Vangelo ai giovani, ed ha chiesto una speciale attenzione anche verso i genitori, "che sono per i loro figli i primi educatori della fede".
"La complessita' della vita in una grande citta' come Roma e una cultura che appare spesso indifferente nei confronti di Dio, impongono di non lasciare soli i padri e le madri in questo compito cosi' decisivo, anzi, di sostenerli e accompagnarli nella loro vita spirituale", ha spiegato.
Il Papa ha fatto cenno all'aumento nella Capitale di "credenti di altre religioni", alla "difficolta' delle comunita' parrocchiali ad avvicinare i giovani", ed al "diffondersi di stili di vita improntati all'individualismo e al
relativismo etico".
Ma ha sottolineato che "dall'altra parte" c'e' "la ricerca in tante persone di un senso per la propria esistenza e di una speranza che non deluda, non possono lasciarci indifferenti". "Ogni fedele di questa citta' - ha
Scandito - deve sentirsi debitore del Vangelo verso gli altri abitanti".
Benedetto XVI ha poi invitato la chiesa di Roma a approfondire la pastorale successiva al battesimo ed ha espresso apprezzamento per i "Dialoghi in cattedrale" (avviati dal cardinale Camillo Ruini e portati avanti da Vallini), che rappresentano una esperienza "opportuna per incontrare la citta' e dialogare con quanti, cercatori di Dio e della verita', si interrogano sulle grandi domande dell'esistenza umana".
Come e' tradizione, lasciando dopo il "Te Deum" la Basilica vaticana, il Pontefice si e' fermato a benedire il presepe di Piazza San Pietro. Nell'occasione, il maestro Francesco Ansero, che lo ha realizzato su incarico della Regione Basilicata, gli ha illustrato l'allestimento che ambienta la Nativita' tra i Sassi di Matera. Benedetto XVI ha poi salutato anche il presidente della Basilicata e i dirigenti e operai del Governato vaticano che hanno collaborato all'istallazione.
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