lunedì 21 gennaio 2013

Il testo della lettera di Mons. Di Noia a Mons. Fellay

Clicca qui per leggere il testo (in francese) segnalatoci da Luisa.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Speriamo che l'ansia di passare alla storia come colui che ha chiuso lo scisma e riportato i lefebvriani a casa non gli faccia compiere i macroscopici errori del card. Castillon Hoyos. Al momento la "mano tesa", mi sembra sia da una parte sola, dall'altra solo insulti e disprezzo. Inoltre, sarebbe il caso si evitassero contrapposizioni con la CdF dell'ottimo Muller.
Alessia

Luisa ha detto...

Alessia, di insulti e disprezzo la FSSPX ne ha subiti parecchi e continua a riceverne, che ci sia chi opera in modo palese o più subdolo contro il suo "rientro" credo sia evidente, che ci sia nella Fraternità chi è ostile all`accordo è innegabile, che ci sia fra di loro chi usa un linguaggio estremista, poco rispettoso, e poco incline al dialogo è altrettanto innegabile, ma è poco corretto dire che non c`è stata (riprendo il tuo termine) mano tesa da parte del Superiore della Fraternità e di chi lo segue, Mons. Fellay era fiducioso nell`accordo ancora la vigilia del 13 giugno, aveva ricevuto garanzie in quel senso, e poi è successo quel che è successo il 13 giugno.
Mons. Di Noia è stato messo a quel posto da Papa Benedetto, non penso essere contradetta se dico che se lo ha fatto è perchè il Papa pensa che sia l`uoomo adatto per una situazione complessa e complicata, il suo linguaggio è differente, è vero da quello di Mons. Müller, e allora? Non siamo ignoranti, sappiamo che il Prefetto della CDF ha una simpatia molto limitata per la FSSPX!

Anonimo ha detto...

Ora si spera che Mons. Fellay non ceda nuovamente alla tentazione di commentare il testo della lettera di Mons. Di Noia in modo catastrofico, precipitoso. E' tempo di abbandonare ogni vittimismo per la FSSPX e di aderire senza "se" e senza "ma" all'invito del Santo Padre. Molti cattolici che seguono serenamente la "Tradizione" e si sono imbattuti con i sacerdoti della FSSPX, hanno riscontrato e riscontrano ancora una cocciuta chiusura nelle proprie tesi, incapacità al dialogo fraterno, ossessivo attaccamento alle proprie posizioni. Una cosa va detta, tanto per rassicuare quei soliti post filo lefevbriani ma che lefevbriani non sono e che la stessa FSSPX nemmeno considera: la FSSPX "deve" riconoscere la validità della Messa del N.O.. Questo viene chiesto da Roma e giustamente. E' stata data la massima garanzia a tutta la San Pio X che potrà continuare a celebrare esclusivamente con il V.O., ma ignorare e denigrare il N.O. e la riforma liturgica post Conciliare è una strada che non porta da nessuna parte e mortifica la buona fede di quei cattolici che seguono il N.O. con devozione.
Se Fellay si abbandonerà a commentare negativamente punto per punto la lunga lettera di Mons. Di Noia e si calerà a demolirla perchè "pericolosa" o ricattatoria...: non è più credibile, nè lui nè la San Pio X.

Anonimo ha detto...

La lettera è lunga,articolata e molto ratzingeriana,dubito sia farina del sacco di DiNoia,ci sono molti richiami a S.Paolo,all'Aquinate,ma soprattutto ad Agostino,si parla di 4 vizi principali,orgoglio,collera,impazienza e zelo disordinato da sostituirsi con umiltà,dolcezza,pazienza e carità,si elogia il carisma di mons.Lefebvre,si afferna testualmente'il carisma autentico della fraternità consiste nel formare preti per il servizio del popolo di Dio,non dedicarsi alla missione di giudicare e correggere la teologia o la disciplina di altri nella chiesa',poi dopo aver fatto notare che il papa è stato oggetto di critiche ingiuste e feroci,si dice'non si può usurpare la missione del Santo Padre arrogandosi il diritto di correggere pubblicamente gli altri all'interno della chiesa'poi anche'l'interpretazione del vat2 non è materia di controversia pubblica'.Ci sono poi mani tese al dialogo costruttivo fra le 2 parti.La lettera è complessa,andrebbe letta con molta attenzione da parte dei lefebvriani e richiede,a mio parere risposte ponderate.Scusate il lungo,ma mi pareva giusto stigmatizzare i punti salienti,ma ribadisco c'è molto di Ratzinger in essa. GR2

Anonimo ha detto...

La discussione teologica sui punti "controversi" del Concilio Vaticano II deve tornare sui suoi binari e non tradursi in una contestazione del Magistero del Papa, né in un preteso magistero parallelo o alternativo.

Questo è il succo della lettera di Mons. Di Noia, secondo il quale la SPX può aderire se ritrova il suo carisma originario, che è la formazione dei sacerdoti, e rinuncia defintivamente alle accuse di eresia più o meno esplicitamente rivolte al Papa e al Concilio.

A quanto pare il Papa non ne vuole sapere di provvedimenti traumatici immediati verso la SPX, nonostante il ripetersi di posizioni che a più d'uno sembrano materialmente eretiche. Però a tutto c'é un limite, e anche questo si legge chiaramente nelle premesse della lettera.

gianni

Anonimo ha detto...

Non mi sembra che questa lettera contenga niente di nuovo. Messo in soldoni, il messaggio e':
1) sarete riammessi se state zitti e rinunciate a fare qualunque critica
2) potrete operare in tutte le diocesi a patto che non contrastiate il vescovo locale
3) ogni discussione sul CV2 deve essere condotta a porte chiuse e niente ne deve trapelare sui media.

I primi due punti ammontano a chiedere il suicidio della SSPX. Sia chiaro: io non sono mai stato vicino alla SSPX e non ne condivido tutte le tesi; in particolare, apprezzo molti punti della riforma liturgica non credo che la messa Novus Ordo sia da buttare. Pero' credo che le critiche fatte dalla SSPX, che le si condivida o no, siano perfettamente legittime. Il magistero ordinario non e' un dogma, non e' intoccabile e incriticabile. Oltretutto, molti teologi e religiosi progressisti perfettamente inseriti nelle strutture ecclesiali criticano apertamente il magistero ordinario (e talvolta anche quello straordinario) senza che nessuno si sogni di rimuoverli. Perche' proprio alla SSPX dovrebbe essere messo il bavaglio?

Il terzo punto, poi, e' assolutamente ridicolo nell'epoca dell'internet. La chiesa non ha ancora imparato che nel terzo millennio qualunque discussione deve essere fatta in modo pubblico e trasparente, sotto gli occhi di tutto il mondo. E' rimasta gravemente scottata per avere voluto impedire che lo scandalo dei preti pedofili diventasse pubblico, eppure non ha imparato.

gemma ha detto...

Sono sincera, non ho simpatia per le frange estreme, troppo facili agli insulti, sia da una parte che dall'altra, ma se c'è posto per don Gallo e i vari De Capitanii e Farinella e i loro magisteri paralleli , in nome della dialettica che si invoca per costoro, non vedo perché debba essere un problema per altri. Capisco che alcuni e le loro critiche al Papa piacciono ai media, ma la Chiesa non può e non deve farsi influenzare dai media

Gianpaolo1951 ha detto...

Condivido in toto il commento di Gemma!!!

Anonimo ha detto...

sarebbe oppurtuno che venissero rese note anche altre lettere di capi dicastero ai rispettivi ordinari/prelati/congregazioni...per riportarli nell'ovile...ammesso che vi siano...

Luisa ha detto...

Qui potete leggere la traduzione italiana:

http://chiesaepostconcilio.blogspot.ch/2013/01/testo-integrale-della-lettera-di.html