venerdì 11 gennaio 2013

Mons. Fisichella: questioni etiche e giustizia sociale nell'agenda dei cattolici


Mons. Fisichella: questioni etiche e giustizia sociale nell'agenda dei cattolici

Si fa sempre più intenso il dibattito elettorale in Italia, che vede una rinnovata presenza dei cattolici nei vari schieramenti. A risultare tuttavia quasi del tutto assenti dal confronto politico sono soprattutto i temi etici: lo rileva l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, intervistato da Luca Collodi:

R. – E’ una scelta che è comprensibile, ma non è politicamente corretta. Perché se un politico è cattolico, è cosa ovvia che abbia ad esprimere nel suo impegno politico ciò che è consequenziale alla sua scelta di fede. Questo non vuol dire che poi si facciano delle scelte confessionali in alternativa a delle scelte laiche: questo significa che il parlamentare deve cercare di esprimere al meglio la sua consapevolezza, ben sapendo che anche persone che non hanno fede, e che vivono in una dimensione differente, convergono su questioni e principi etici fondamentali.

D. – C’è anche una situazione di crisi economica che sta attraversando l’Italia ma anche l’Europa e il mondo. In questa fase di crisi economica, secondo lei, non sarebbe meglio concentrarsi sullo spread sociale, come ultimamente ha ricordato anche il Papa, per ridurlo, allentando un po’ la morsa del rigore finanziario seguito fino a qui dall’Unione Europea?

R. – Il Papa volutamente ha trovato questa bella espressione di uno “spread sociale”, che indica già l’orientamento. In una crisi economica così forte e così troppo, troppo lunga come quella che si sta vivendo a livello internazionale – e alcuni Paesi la vivono in maniera ancora più drammatica – non si deve e non si può neppure dimenticare mai che l’economia è al servizio della persona e del bene comune, non l’opposto. Cioè, non è la persona al servizio dell’economia: per noi vale l’opposto. L’economia è al servizio della persona e l’economia deve trovare tutte quelle forme che sono da adoperare perché venga raggiunto il bene comune. Questo, ovviamente, deve avvenire nel rispetto di una giustizia sociale.

D. – Si è parlato molto di rinnovamento della politica anche nelle assisi cattoliche. Lei vede qualcosa di nuovo che stia avanzando, nel campo della politica italiana?

R. – Io ho forte timore che la frammentazione della presenza cattolica abbia a portare a una irrilevanza della presenza dei cattolici. Sono convinto che la presenza pluralistica dei cattolici in diversi partiti permanga come una ricchezza, perché è pur sempre un seme che viene messo in diverse realtà e ha lo scopo di animare le diverse realtà, anche in presenza di concezioni differenti della società e della vita. Però, questa ricchezza non può diventare irrilevante. Ed ecco perché spetterà proprio ai singoli parlamentari il dover mantenere sempre attenta, vigile e costante questa loro responsabilità.

© Copyright Radio Vaticana

1 commento:

Andrea ha detto...

"Persone che non hanno fede... convergono su questioni fondamentali".

Del tutto falso, purtroppo, specie quando le "questioni fondamentali" attengono ai famosi "princìpi non negoziabili".
Qualcuno può trovare una persona lontana dalla Chiesa che si batta per salvare il concepito? Lo fanno in pochi anche nella Chiesa!


Che un principio sia "non negoziabile" significa: "Quando vi trovate in politica, sappiate che ci sono alcuni punti fermi sui quali non può esistere trattativa: valicati quei paletti-limite, c'è solo il burrone".

L'opposto di ciò che dice mons. Fisichella: "i cattolici saranno un seme in tutte le realtà" (formazioni politiche). Perciò "negozieranno" tutto in tutti gli ambiti (partiti), compresi quelli impegnati -per il loro programma- a introdurre eutanasia, unini gay ecc.)