Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
mercoledì 16 gennaio 2013
Udienza generale. Il Papa: anche gli atei vogliono vedere Dio. Appello per l'unità dei cristiani
Udienza generale. Il Papa: anche gli atei vogliono vedere Dio. Appello per l'unità dei cristiani
La grande novità della venuta di Gesù è che il volto di Dio, prima nascosto, è stato reso visibile a tutti, anche a chi non crede. Lo ha affermato Benedetto XVI all’udienza generale di questa mattina in Aula Paolo VI. Il Papa l’ha conclusa invocando da Dio “il grande dono dell’unità” tra tutti i cristiani, nell’imminente Settimana di preghiera che inizia dopodomani. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Chiunque, anche chi non crede, magari solo per curiosità, pure in modo inconsapevole, vorrebbe vedere il volto di Dio. Benedetto XVI ha dedicato la catechesi a questa che potrebbe essere considerata la madre di tutte le ricerche. Una ricerca che l’Antico Testamento documenta da millenni, quando per gli ebrei – ha ricordato il Papa – Dio non si poteva né vedere in volto, né rappresentare, come dimostra in modo plastico la scena di Mosè davanti al roveto ardente. E allora, si è chiesto, cosa voleva dire per un israelita “cercare il volto di Dio”?
“La domanda è importante: da una parte si vuole dire che Dio non si può ridurre ad un oggetto, come un'immagine che si prende in mano, ma neppure si può mettere qualcosa al posto di Dio; dall’altra parte, però, si afferma che Dio ha un volto, cioè è un ‘Tu’ che può entrare in relazione, che non è chiuso nel suo Cielo a guardare dall’alto l’umanità. Dio è certamente sopra ogni cosa, ma si rivolge a noi, ci ascolta, ci vede, parla, stringe alleanza, è capace di amare”.
La storia del popolo ebreo è dunque una scoperta graduale della presenza di Dio. Ma è con un’altra scena plastica descritta stavolta nel Nuovo Testamento che, ha affermato Benedetto XVI, avviene “qualcosa di completamente nuovo”:
“La ricerca del volto di Dio riceve una svolta inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere: è quello di Gesù, del Figlio di Dio che si fa uomo. In Lui trova compimento il cammino di rivelazione di Dio iniziato con la chiamata di Abramo, Lui è la pienezza di questa rivelazione perché è il Figlio di Dio, è insieme ‘mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione’, in Lui il contenuto della Rivelazione e il Rivelatore coincidono. Gesù ci mostra il volto di Dio e ci fa conoscere il nome di Dio”.
Ecco la differenza con l’epoca antica: se a Mosè Dio aveva rivelato non il suo volto ma il nome – cioè, ha detto il Papa, si era “reso invocabile” – con l’Incarnazione diventa visibile a chiunque lo cerchi attraverso Gesù:
“Egli inaugura in un nuovo modo la presenza di Dio nella storia, perché chi vede Lui, vede il Padre, come dice a Filippo. Il Cristianesimo – afferma san Bernardo – è la ‘religione della Parola di Dio’; non, però, di 'una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente’”.
Per i cristiani, ha concluso Benedetto XVI, il vedere Dio si realizza nel seguire Cristo. Significa vederlo attraverso i volti di chi ne reca l’impronta più netta, la persona povera e quella che soffre, come sottolineato dal Papa stesso anche in un tweet successivo all’udienza:
“Il desiderio di conoscere Dio realmente, cioè di vedere il volto di Dio è insito in ogni uomo, anche negli atei. E noi abbiamo forse inconsapevolmente questo desiderio di vedere semplicemente chi Egli è, che cosa è, chi è per noi. Ma questo desiderio si realizza seguendo Cristo (...) L'importante è che seguiamo Cristo non solo nel momento nel quale abbiamo bisogno e quando troviamo uno spazio nelle nostre occupazioni quotidiane, ma con la nostra vita in quanto tale. L'intera esistenza nostra deve essere orientata all’incontro con Gesù Cristo, all’amore verso di Lui; e, in essa, un posto centrale lo deve avere l’amore al prossimo”.
Al termine delle catechesi e dei saluti nelle varie lingue, Benedetto XVI ha ricordato l’inizio, venerdì prossimo, della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani con questa esortazione:
“Invito tutti a pregare, chiedendo con insistenza a Dio il grande dono dell’unità tra tutti i discepoli del Signore. La forza inesauribile dello Spirito Santo ci stimoli ad un impegno sincero di ricerca dell'unità, perché possiamo professare tutti insieme che Gesù è il Salvatore del mondo”.
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