sabato 12 gennaio 2013

Udienza speciale del Papa ai Gendarmi: Stima e riconoscenza


Papa/ Udienza speciale a gendarmi vaticani: Stima e riconoscenza

Incontro dopo Vatileaks, presenti i cardinali Bertone e Bertello

Città del Vaticano, 11 gen. (TMNews) 

"Sono molto lieto di accogliervi oggi nel Palazzo Apostolico e di dedicare questo momento a tutti voi, che quotidianamente siete al servizio del Successore di Pietro, offrendo con encomiabile disponibilità la vostra preziosa opera diurna e notturna nello Stato della Città del Vaticano". Così il Papa che ha "desiderato concedere" una udienza al Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, alle 18 di oggi, per "manifestare al Corpo - si sottolinea in un bollettino vaticano - il suo incoraggiamento e la sua gratitudine dopo un periodo in cui ha dovuto rispondere a sfide particolarmente impegnative".
Il Papa non ha fatto esplicito riferimento, nel corso dell'udienza, al caso Vatileaks, la fuga di documenti riservati della Santa Sede che si è conclusa con l'arresto, e poi la grazia, del maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele. La vicenda ha visto i gendarmi vaticani in prima linea nelle indagini, non senza qualche critica indirizzata al corpo dallo stesso Gabriele al momento della detenzione in una cella della stessa gendarmeria. Benedetto XVI era affiancato, nella sala Clementina, dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, dal segretario del Governatorato, mons. Giuseppe Sciacca "Sono nostri Superiori, ma sono anche dei veri Pastori, guide e - se posso permettermi - amici", li ha definiti il comandante dei gendarmi Domenico Giani nel saluto introduttivo, ringraziandoli "dal profondo del cuore" per la loro presenza. "Desidero inoltre ringraziare - ha aggiunto - il nuovo Prefetto della Casa Pontificia e Suo Segretario Particolare, Sua Eccellenza Mons. Georg Gaenswein, ed il Reggente, Mons. Leonardo Sapienza".
"Un saluto quanto mai affettuoso ad ognuno di voi, cari gendarmi!", ha detto il Papa ai gendarmi. "Questa circostanza mi offre l'opportunità di esprimervi con intensità di sentimenti la mia stima, il mio vivo incoraggiamento e soprattutto la mia profonda riconoscenza per il generoso lavoro che svolgete con discrezione, competenza ed efficienza e non senza sacrificio. Quasi ogni giorno ho l'opportunità di incontrare qualcuno di voi nei vari posti di servizio e di constatare di persona la vostra professionalità nel collaborare a garantire la sorveglianza al Papa, come anche il necessario ordine e la sicurezza di quanti risiedono nello Stato o di coloro che prendono parte alle celebrazioni e agli incontri che si svolgono in Vaticano". Il Papa, che non ha mancato di rivolgere una "parola di apprezzamento" anche a padre Gioele Schiavella e a don Sergio Pellini "per il loro ministero in favore della crescita spirituale dell'intero Corpo della Gendarmeria", ha aggiunto: "La vostra attività sarà tanto più efficace per la Santa Sede e arricchente per voi, quanto più si potrà svolgere in un contesto di serenità e di armonia. A tale proposito, è necessario che i Gendarmi che garantiscono da lungo tempo il loro servizio in seno al Corpo e i responsabili del Comando, favoriscano sempre più rapporti di fiducia in grado di sostenere e di incoraggiare tutti i membri della Gendarmeria Vaticana, anche nei momenti difficili".
Benedetto XVI non ha mancato di sottolineare che "il Corpo della Gendarmeria è chiamato a svolgere, fra i diversi compiti, quello di accogliere con cortesia e con gentilezza i pellegrini e i visitatori del Vaticano, che giungono da Roma dall'Italia e da ogni parte del mondo. Quest'opera di vigilanza e di controllo, che voi svolgete con diligenza e sollecitudine, è certamente considerevole e delicata: essa richiede a volte non poca pazienza, perseveranza e disponibilità all'ascolto".
Il comandante dei gendarmi Domenico Giani, da parte sua, ha rivolto al Papa "un grazie quanto mai sentito, perché nasce dalla consapevolezza del significato profondo del Suo gesto nei confronti di quelli che, talvolta, vengono definiti come 'Angeli custodi del Papa'. In realtà - ha aggiunto - è l'arcangelo Michele ad assistere noi e ad ispirare il nostro quotidiano servizio, nel richiamo alla dimensione di fede che costituisce la base e la linfa vitale della nostra opera".
"Averci voluti oggi, tutti insieme, qui con Lei, è un segno che - se me lo consente Santità - ci inorgoglisce; noi, che ogni giorno siamo a contatto con il Suo supremo Ministero, nel nascondimento per la maggioranza di noi, ma nella gioia di poterlo servire", ha detto Giani.
"Con l'intera famiglia del Vaticano, sentiamo di servire - ognuno per la propria competenza - come piccoli cirenei, Lei, Santo Padre, che porta sulle spalle il peso dell'umanità per il gravoso servizio che il Signore Le ha affidato quale Supremo Pastore della Chiesa", ha detto il comandante dei gendarmi. Giani ha ricordato che nel corso dell'anno passato "oltre 2 milioni e mezzo di fedeli" hanno visitato il Vaticano e "su tutti abbiamo vigilato". "E sebbene non siano mancate difficoltà, tutto è sempre stato accettato e vissuto nella fedeltà alla nostra missione a servizio del Successore dell'Apostolo Pietro", ha aggiunto Giani. "Siamo consapevoli della necessità di affinare sempre di più la nostra professionalità, fatta di competenza e di generosa dedizione, in collaborazione con la Guardia Svizzera Pontificia, con l'Ispettorato di Pubblica Sicurezza 'Vaticano' e con le altre Forze di sicurezza italiane. Siamo pronti ad affrontare il nostro compito con serenità, certi del grado di preparazione raggiunto, determinati nel seguire la strada della collaborazione sul piano internazionale con le altre Forze di sicurezza, orgogliosi della fiducia dei Superiori, forti della protezione di San Michele, e soprattutto felici di sapere che il Papa ci segue con paterna benevolenza, apprezza i nostri sforzi pur se limitati dalla fragilità umana e ci manifesta, anche con questo incontro, il Suo affetto".

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