lunedì 14 gennaio 2013

Vaticano, giro di vite contro riciclaggio: modificate le norme, più trasparenza (Giansoldati)

Vaticano, giro di vite contro riciclaggio: modificate le norme, più trasparenza

di Franca Giansoldati

CITTA’ DEL VATICANO

Le autorità d’Oltretevere a pochi giorni dalla decisione di Bankitalia di negare a Deutsche Bank Italia l'autorizzazione a operare per mancanza di trasparenza,replicano elencando punto per punto tutti i passaggi normativi finora effettuati per raggiungere gli standard richiesti a livello internazionale. Deutsche Bank Italia finora era l'unico istituto che da anni gestiva i Pos con il bancomat ed il circuito mondiale delle carte di credito all’interno delle Mura Leonine.
Il blocco delle carte di pagamento, che tutt’ora permane, sta provocando in Vaticano seri disagi che coinvolgono prima di tutto i Musei, la farmacia e pure l’Obolo di San Pietro, visto che le donazioni venivano effettuate on line tramite carta di credito. In passato il Vaticano è finito più volte sotto la lente d’ingrandimento delle autorità finanziarie internazionali per mancanza di limpidezza.
Due anni fa Benedetto XVI ha iniziato a mettere in regola le sue istituzioni con un percorso normativo costituito da diversi passaggi, adottando misure richieste per uniformare la legislazione agli standard europei anche se Palazzo Koch ha reputato gli sforzi fatti ancora insufficienti, al di là del giudizio benevolo del Consiglio d'Europa.
La replica del Vaticano alle ultime vicende è arrivata a stretto giro, con l’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Il 2012 è stato l’anno dei lavori di verifica e di adeguamento della legislazione vaticana alla normativa sia internazionale che comunitaria in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo» ha affermato il Promotore di Giustizia aggiunto Pierfrancesco Grossi nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013.
Nella piccola aula del tribunale dove recentemente si è celebrato il processo al maggiordomo traditore, Paolo Gabriele, c’erano diverse autorità italiane, tra cui il ministro Paola Severino. L’ultimo ritocco alle leggi è stato fatto il 14 dicembre scorso, un paio di settimane prima del blocco dell’attività dei bancomat e del Pos. Con le ultime modifiche il Vaticano ha affidato più poteri all’Autorità di informazione finanziaria (Aif) che ora può stipulare, se lo ritiene necessario, protocolli di intesa direttamente con i vari Stati, senza avere prima l’autorizzazione della Segreteria di Stato che verrà informata solo in un secondo tempo. Le intese serviranno allo scambio di informazioni ai fini della prevenzione e del contrasto del riciclaggio «a condizioni di reciprocità».
Nella annuale relazione è stato anche precisato che «le rogatorie penali provenienti dall'Italia sono state 5, ed una dalla Polonia: a tutte è stata data esecuzione». Il promotore di giustizia aggiunto
ha ricordato che dopo la riforma del diritto penale e del diritto processuale penale attuata nel 1969, le
richieste di rogatorie penali pervenute da giudici italiani e stranieri al Tribunale vaticano «assommano a 56: di esse - ha precisato - soltanto 2, ormai lontane nel tempo, non sono state eseguite per carenza di giurisdizione». Inoltre le richieste di
rogatorie penali non provenienti da autorità giudiziarie italiane sono state 9, con riferimento a Stati diversi (Argentina, Austria, Equador, Francia, Polonia, Stati Uniti e Svizzera). Infine è stato riconosciuto un buon livello di collaborazione con la magistratura italiana.

© Copyright Il Messaggero, 13 gennaio 2013 consultabile online anche qui.

1 commento:

Andrea ha detto...

Finché gli uffici vaticani diranno "Ce la stiamo facendo, stiamo arrivando a essere limpidi come voi", otterranno semplicemente di dare totale libertà di azione a chi intende strangolare lo SCV e quindi l'azione del Papa.

Consegnarsi agli altri non si fa neppure fra normali partner - figurarsi quando sono in gioco visioni della vita, o meglio il Potere Politico in senso radicale: Regno di Cristo o dominio di Qualcun altro